Continuano le proteste del comitato spontaneo “9 dicembre”

Varie richieste alla politica nazionale

martedì 17 dicembre 2013
Continua la protesta di quello che è ormai noto con il nome di "Comitato del 9 dicembre", in Italia come a Barletta. Lo fa con una manifestazione per esprimere dissenso alla politica economica del governo e ai parlamentari, la mattina di mercoledì 18 dicembre dinanzi al comune di Barletta.

«Siamo stati definiti facinorosi – puntualizzano dal Comitato - violenti, autori di atti intimidatori, nulla di tutto questo; la manifestazione è stata estremamente pacifica, tranne alcune persone che nulla hanno a che vedere con le motivazioni della protesta». Le categorie chiamate a raccolta sono: commercianti, artigiani, imprenditori, ambulanti, operai, disoccupati autotrasportatori, liberi professionisti, pensionati, agricoltori, studenti.

«Le manifestazioni a Barletta sono state spontanee, pacifiche e non hanno prodotto danno ad alcuno! Vogliamo sensibilizzare i cittadini affinché prendano coscienza di una classe politica inefficiente e inetta, che non ha prodotto nulla di concreto – e ancora - Per Noi i prossimi disoccupati dovrebbero essere i Parlamentari, il licenziamento immediato per giusta causa. La pressione fiscale sui cittadini ed imprese è soffocante, infatti nel 2012 sono state accertate circa 365.000 cessazioni delle imprese (fonte Unioncamere) e con un considerevole aumento dei suicidi collegati alla crisi economica. Il tessuto sociale è allo stremo! Di contro la classa politica non rinuncia ai propri privilegi. Siamo contro questo tipo di globalizzazione selvaggia, che ha distrutto il Nostro lavoro».

Le richieste vanno dalla generica diminuzione della pressione fiscale alle persone e alle imprese, alla diminuzione dei costi della politica e delle Istituzioni, dalla riduzione della spesa pubblica "inefficiente e improduttiva, favorendo settori che sono stati invece penalizzati (scuola, polizia, giustizia, ricerca universitaria)", alla riduzione delle pensioni d'oro; ancora "Dimezzamento del numero dei parlamentari; Abolizione delle Province; Semplificazione immediata e seria della burocrazia; Agevolazioni alle imprese per il mantenimento della forza lavoro, al fine di evitare la CIG e la mobilità e mantenere la professionalità acquisita; Agevolazioni per le assunzioni; Riduzione delle accise sul carburante; Riformulazione aiuti alle famiglie disagiate".