Consiglio comunale, lista Emiliano sindaco di Puglia attacca: «La farsa continua»

La nota firmata da Gennaro Rociola e Antonello Damato

venerdì 4 ottobre 2024 11.59
«Le hanno definite "parole di crisi", ma quelle che in molti hanno udito durante l'ultimo Consiglio Comunale, più che parole, sono state continue dichiarazioni d'odio-amore che ogni minuto si susseguivano tra frasi e gesti. Come nelle migliori scenografie di soap opera straniere, in mezzo a qualche variazione di bilancio approvata e altri debiti fuori bilancio, non possiamo che non sottolineare attacchi verbali, forte sarcasmo a più riprese, tradimenti, amanti e dialoghi tra gente che a quanto pare non riesce in alcun modo a voler bene alla Città, la NOSTRA!». Così il segretario cittadino e il capogruppo della lista Emiliano Sindaco di Puglia, Gennaro Rociola e Antonello Damato.

«Noi, in quanto forza politica, per la giornata di ieri possiamo solo registrare qualche domanda di attualità alla quale ci piacerebbe ricevere risposte più certe e puntuali, per il resto non possiamo che essere rammaricati, non solo per la nostra Città che assiste a questa telenovelas in salsa locale, ma siamo anche quasi dispiaciuti nel vedere un Sindaco che non è il "pater familias" che chiedevamo che diventasse (come è giusto che sia), ma quasi il "babysitter" di molti che tra crisi d'identità e show personali, tentano invano di nascondere le mani dopo aver dato schiaffi non al Sindaco – ormai talmente abituato - ma alla Città.

Cosa chiediamo? Verità. Cari consiglieri, uscite allo scoperto, fate il vostro coming-out benché ormai tutti conoscono, ma smettetela di tenere sotto scacco una città ormai allo sbando. Consiglieri che non riconoscono il proprio partito, coalizioni mantenute da chissà quale collante, stampelle che non si sa se si trovano a destra o sinistra, sopra o sotto, gente che esce dai letarghi solo quando si è in procinto di andare alle urne… Non possiamo trasformare ogni Consiglio Comunale in uno show di gente in forte crisi identitaria, abbiate tutti coraggio di esprimervi, la città soffre e qualcuno deve pur mantenere salde le redini, perché gli effetti speciali della propaganda identitaria e i social non bastano più».