“Con l’azzardo non si gioca”, Barletta il fulcro dell’anti GAP
Arcidiocesi e Liceo “Cafiero” insieme per vincere le vincite facili
mercoledì 21 maggio 2014
Non una semplice sensibilizzazione, ma un'azione di denuncia e richiesta dal basso per non permettere alla ludopatia di logorare il tessuto sociale del territorio locale. Il confine tra formazione è informazione giace sull'approfondimento della notizia e la neutralità del suo scopo educativo. In questa fessura si inserisce il progetto dell'Azione Cattolica diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, che si propone di IN-FORMARE sul fenomeno delle ludopatie e del gioco di azzardo aderendo così – come proposto dall'AC nazionale – alle campagne nazionali "Mettiamoci in gioco!" e "Slotmob".
Barlettalife ha riservato un suo personale raccoglitore, dal nome "Azzardopoli", per inchieste, dati e iniziative riguardanti questa piaga sociale, che si insinua nella diffusa debolezza culturale del guadagno facile. Locali e attività adibiti a questo tipo di attività, Internet e slot machine non sono che gli avvoltoi di quel che resta dopo che si è perso tutto e non si riceve nulla. «Abbiamo inteso avviare con il progetto "Con l'azzardo non si gioca", nel Liceo Scientifico statale "Carlo Cafiero" di Barletta, dei momenti di sensibilizzazione per rilanciare una corretta idea di gioco, elemento essenziale nella esistenza di ogni uomo, che apre alla relazione, al riposo intelligente della mente e del cuore, al benessere emotivo di chi sa vivere nella quotidianità vittorie e sconfitte. Abbiamo scelto di partire da una Scuola superiore, per formare delle personalità solide e attente all'uso corretto del denaro, ad una maggiore autonomia critica, alla rinuncia e a quelle scelte di sobrietà che possono permettere a ciascuno di superare gli inevitabili ostacoli della vita». Queste le parole del Presidente diocesano Antonio Citro, promotore del progetto insieme al Dirigente Scolastico, prof. Luciano Gigante, il dottore in psicologia Mauro Dell'Olio coordinatore del progetto, il prof. Domenico Rizzi, e i giovani di AC della parrocchia S. Paolo di Barletta, studenti del medesimo Liceo e tutto il coordinamento del Laboratorio diocesano della formazione dell'AC.
I destinatari di questa cooperazione sono i giovani, affinché riflettano sulla questione, ne conoscano gli aspetti psicologici, sociologici e legali, sappiano distinguere il gioco sociale da quello patologico e aderiscano alla campagna nazionale "Mettiamoci in gioco". Si realizzeranno anche a livello locale iniziative a sostegno della campagna e saranno promossi su tutto il territorio diocesano progetti per un gioco sano e formativo. Scuole, parrocchie e famiglie saranno coinvolte per tessere insieme un "patto di alleanza" tra tutte le figure che si vogliono impegnare per la qualità della vita e il benessere comune.
Ma non si tratta solo di una cooperazione scuola-chiesa, bensì di una collaborazione che ha come base fondante e istituzionale l'amministrazione comunale; ed è a questa che il Dott. Citro chiede particolare considerazione: «Rivolgiamo un appello agli amministratori pubblici perché applichino la recente Legge regionale sul "Gioco d'azzardo patologico", del 20.12.2013, che tra l'altro impone alle sale da gioco una distanza di sicurezza di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali, luoghi di culto e centri di aggregazione giovanili. Nel contempo diamo la nostra disponibilità per collaborare a campagne di informazione e di sensibilizzazione sui danni derivanti dalla dipendenza da gioco, auspicando monitoraggi nelle scuole e attività di supporto psicologico, di mediazione familiare, di consulenza legale anche per contrastare il rischio di usura».
Barlettalife ha riservato un suo personale raccoglitore, dal nome "Azzardopoli", per inchieste, dati e iniziative riguardanti questa piaga sociale, che si insinua nella diffusa debolezza culturale del guadagno facile. Locali e attività adibiti a questo tipo di attività, Internet e slot machine non sono che gli avvoltoi di quel che resta dopo che si è perso tutto e non si riceve nulla. «Abbiamo inteso avviare con il progetto "Con l'azzardo non si gioca", nel Liceo Scientifico statale "Carlo Cafiero" di Barletta, dei momenti di sensibilizzazione per rilanciare una corretta idea di gioco, elemento essenziale nella esistenza di ogni uomo, che apre alla relazione, al riposo intelligente della mente e del cuore, al benessere emotivo di chi sa vivere nella quotidianità vittorie e sconfitte. Abbiamo scelto di partire da una Scuola superiore, per formare delle personalità solide e attente all'uso corretto del denaro, ad una maggiore autonomia critica, alla rinuncia e a quelle scelte di sobrietà che possono permettere a ciascuno di superare gli inevitabili ostacoli della vita». Queste le parole del Presidente diocesano Antonio Citro, promotore del progetto insieme al Dirigente Scolastico, prof. Luciano Gigante, il dottore in psicologia Mauro Dell'Olio coordinatore del progetto, il prof. Domenico Rizzi, e i giovani di AC della parrocchia S. Paolo di Barletta, studenti del medesimo Liceo e tutto il coordinamento del Laboratorio diocesano della formazione dell'AC.
I destinatari di questa cooperazione sono i giovani, affinché riflettano sulla questione, ne conoscano gli aspetti psicologici, sociologici e legali, sappiano distinguere il gioco sociale da quello patologico e aderiscano alla campagna nazionale "Mettiamoci in gioco". Si realizzeranno anche a livello locale iniziative a sostegno della campagna e saranno promossi su tutto il territorio diocesano progetti per un gioco sano e formativo. Scuole, parrocchie e famiglie saranno coinvolte per tessere insieme un "patto di alleanza" tra tutte le figure che si vogliono impegnare per la qualità della vita e il benessere comune.
Ma non si tratta solo di una cooperazione scuola-chiesa, bensì di una collaborazione che ha come base fondante e istituzionale l'amministrazione comunale; ed è a questa che il Dott. Citro chiede particolare considerazione: «Rivolgiamo un appello agli amministratori pubblici perché applichino la recente Legge regionale sul "Gioco d'azzardo patologico", del 20.12.2013, che tra l'altro impone alle sale da gioco una distanza di sicurezza di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali, luoghi di culto e centri di aggregazione giovanili. Nel contempo diamo la nostra disponibilità per collaborare a campagne di informazione e di sensibilizzazione sui danni derivanti dalla dipendenza da gioco, auspicando monitoraggi nelle scuole e attività di supporto psicologico, di mediazione familiare, di consulenza legale anche per contrastare il rischio di usura».