Con il prof. Sergio Tanzarella e la "Democrazia delle Parole" si parla di Costituzione
Parlare al presente (e al passato) per pensare al futuro. I ragazzi chiedono: 'Aiutateci a svegliarci!"
domenica 16 ottobre 2011
11.25
Si definiscono incantate dalle parole del prof. Sergio Tanzarella, secondo ospite della stagione 2011 della Democrazia delle Parole, le persone che venerdì 14, nella Sala Rossa del Castello, hanno presenziato all'incontro "Parole di carta? Dalla Costituzione negata alla Costituzione cancellata, 64 anni di attese tradite e di nuove speranze".
Sergio Tanzarella è professore ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e Direttore dell'Istituto di Storia del Cristianesimo. Ha parlato, insieme al Giudice del Tribunale di Trani, Francesco Messina e a un componente dell'Associazione, delle attese e disattese della carta costituzionale. Ne ha discusso in qualità di docente affermando: "La Costituzione appartiene a ciascuno di noi e tutti possiamo e dobbiamo parlarne. Oggi più che mai!". Come ricordato dal professore, viviamo in un'epoca di cecità collettiva simile a quella descritta nel romanzo di Josè Saramago, caratterizzata da gente e cittadini ciechi che, pur vedendo, non "vedono". Un paradosso. Basti pensare alla recentissima tragedia che ha colpito la città di Barletta. In seguito a questo avvenimento si è parlato molto, talvolta in modo strumentalizzato, dello sfruttamento del lavoro. In Italia il tasso di disoccupazione è alto e, di conseguenza, si sta diffondendo ovunque questo fenomeno che stride fortemente con i valori della nostra Costituzione e rende i cittadini sempre più vulnerabili e meno consapevoli dei propri diritti e dei principi costituzionali. Precari, studenti, disoccupati, indignati che questo sabato hanno coraggiosamente manifestato a Roma con un corteo pacifico, nonostante il pericolo di incidenti e gli scontri violenti dei black bloc. Hanno rischiato in prima persona per manifestare il malcontento generale, conseguenza di una situazione economica, politica e sociale che non sembra più rispondere agli interessi della collettività.
Le cause di questo fenomeno non sono però, per gran parte dei cittadini, facilmente individuabili anche e soprattutto per la perdita della memoria storica. "La nostra Costituzione - ha proseguito il prof. Tanzarella - ha un vizio d'origine: è stata scritta in una Nazione che non fa i conti con il suo passato". Basti pensare all'amnistia generale grazie alla quale parlamentari, docenti, magistrati ecc. che hanno sostenuto il fascismo in diversi modi, hanno successivamente mantenuto impuniti il proprio posto di lavoro facendo addirittura carriera. Al contrario molti di coloro che furono licenziati a causa dell'applicazione delle leggi razziali non sono stati poi reintegrati nel posto di lavoro che avevano perso. Il professore ha ricordato anche successivi episodi che hanno violato i principi della nostra Costituzione, tra cui le vicende della scuola Diaz di Genova, la loggia P2 e, con grande rispetto, ha citato Tina Anselmi, Presidente della Commissione d'inchiesta sulla P2.
Nomi ed episodi importanti, che hanno segnato la nostra Nazione e che spesso non sono conosciuti dai più giovani. Sarebbe errato parlare di disinteresse da parte dei ragazzi in quanto l'attenzione di questi ultimi, nella Sala Rossa del Castello, è stata molto alta. Nel successivo dibattito è poi emersa la richiesta di aiuto da parte dei ragazzi che vorrebbero essere incoraggiati in questo processo informativo. Viviamo in una politica d'informazione che somiglia sempre più ad una fabbrica del falso e della menzogna, una fase di transizione che rischia di sfociare in uno sprofondamento sociale dove la forza delle cose potrebbe sostituirsi a quella della volontà. Bisogna incontrarsi, riunirsi, parlarne, informarsi e ...svegliarsi! Le piccole associazioni e gli incontri, come quelli proposti dalla Democrazia delle Parole, ha concluso il professore, potrebbero avere un ruolo importante in questo "risveglio collettivo".
Per maggiori info sul programma della Democrazia delle Parole il link: www.lademocraziadelleparole.it
Sergio Tanzarella è professore ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e Direttore dell'Istituto di Storia del Cristianesimo. Ha parlato, insieme al Giudice del Tribunale di Trani, Francesco Messina e a un componente dell'Associazione, delle attese e disattese della carta costituzionale. Ne ha discusso in qualità di docente affermando: "La Costituzione appartiene a ciascuno di noi e tutti possiamo e dobbiamo parlarne. Oggi più che mai!". Come ricordato dal professore, viviamo in un'epoca di cecità collettiva simile a quella descritta nel romanzo di Josè Saramago, caratterizzata da gente e cittadini ciechi che, pur vedendo, non "vedono". Un paradosso. Basti pensare alla recentissima tragedia che ha colpito la città di Barletta. In seguito a questo avvenimento si è parlato molto, talvolta in modo strumentalizzato, dello sfruttamento del lavoro. In Italia il tasso di disoccupazione è alto e, di conseguenza, si sta diffondendo ovunque questo fenomeno che stride fortemente con i valori della nostra Costituzione e rende i cittadini sempre più vulnerabili e meno consapevoli dei propri diritti e dei principi costituzionali. Precari, studenti, disoccupati, indignati che questo sabato hanno coraggiosamente manifestato a Roma con un corteo pacifico, nonostante il pericolo di incidenti e gli scontri violenti dei black bloc. Hanno rischiato in prima persona per manifestare il malcontento generale, conseguenza di una situazione economica, politica e sociale che non sembra più rispondere agli interessi della collettività.
Le cause di questo fenomeno non sono però, per gran parte dei cittadini, facilmente individuabili anche e soprattutto per la perdita della memoria storica. "La nostra Costituzione - ha proseguito il prof. Tanzarella - ha un vizio d'origine: è stata scritta in una Nazione che non fa i conti con il suo passato". Basti pensare all'amnistia generale grazie alla quale parlamentari, docenti, magistrati ecc. che hanno sostenuto il fascismo in diversi modi, hanno successivamente mantenuto impuniti il proprio posto di lavoro facendo addirittura carriera. Al contrario molti di coloro che furono licenziati a causa dell'applicazione delle leggi razziali non sono stati poi reintegrati nel posto di lavoro che avevano perso. Il professore ha ricordato anche successivi episodi che hanno violato i principi della nostra Costituzione, tra cui le vicende della scuola Diaz di Genova, la loggia P2 e, con grande rispetto, ha citato Tina Anselmi, Presidente della Commissione d'inchiesta sulla P2.
Nomi ed episodi importanti, che hanno segnato la nostra Nazione e che spesso non sono conosciuti dai più giovani. Sarebbe errato parlare di disinteresse da parte dei ragazzi in quanto l'attenzione di questi ultimi, nella Sala Rossa del Castello, è stata molto alta. Nel successivo dibattito è poi emersa la richiesta di aiuto da parte dei ragazzi che vorrebbero essere incoraggiati in questo processo informativo. Viviamo in una politica d'informazione che somiglia sempre più ad una fabbrica del falso e della menzogna, una fase di transizione che rischia di sfociare in uno sprofondamento sociale dove la forza delle cose potrebbe sostituirsi a quella della volontà. Bisogna incontrarsi, riunirsi, parlarne, informarsi e ...svegliarsi! Le piccole associazioni e gli incontri, come quelli proposti dalla Democrazia delle Parole, ha concluso il professore, potrebbero avere un ruolo importante in questo "risveglio collettivo".
Per maggiori info sul programma della Democrazia delle Parole il link: www.lademocraziadelleparole.it