Commercialista arrestato: «Non si getti fango sull'intera categoria»
Il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Trani ha chiesto la documentazione per l’avvio della procedura disciplinare
mercoledì 2 febbraio 2022
10.08
"Piena fiducia nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine e avvio delle procedure previste dalla legge per il vaglio del Consiglio di Disciplina sull'operato del collega commercialista coinvolto in questa triste vicenda."
Reagisce così il Consiglio dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, dopo le notizie apparse sui media e la sospensione cautelare dall'esercizio dell'attività professionale disposta dalla Procura di Rimini alla quale sono stati chiesti gli atti per i conseguenti provvedimenti. Sono in tutto 78 le persone (tra imprenditori, prestanome e tre commercialisti) coinvolte nell'inchiesta partita da Rimini ma che ha interessato molte regioni italiane.
Dalle notizie giornalistiche sembra che i reati siano stati commessi nell'ambito della gestione dei bonus edilizi e legati al COVID, che hanno ridato fiato al comparto edilizio in tutta Italia. Forse persino troppo, stando a quanto osservato dal Presidente dell'Odcec di Trani, Antonello Soldani: «Questa inchiesta non ci ha sorpresi nella sostanza – afferma –, non è la prima e non sarà l'ultima su questi benefici, ma solo per le persone coinvolte.
Anzitutto, come Presidente, mi auguro che il collega possa riuscire presto a dimostrare la completa estraneità rispetto alle accuse contestate. Me lo auguro per il suo bene, ma anche per il bene della nostra categoria che merita rispetto e piena dignità per il ruolo sempre più complesso cui siamo chiamati; conosciamo tutti benissimo l'avvicendarsi di norme, circolari, chiarimenti, faq, contro-ordini dell'Agenzia delle Entrate su tantissimi aspetti di questi benefici».
Ma, come si diceva, non è stato un fulmine a ciel sereno: «Non possiamo fare – sottolinea Soldani - come gli struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere il vero problema. Per come sono stati pensati e messi in pratica i sistemi dei bonus edilizi e dei contributi dell'era-covid, per non parlare del redito di cittadinanza, era chiaro fin dal primo momento che avrebbero prestato il fianco a colossali truffe. Cosa che si è puntualmente verificata.
Troppe condizioni discrezionali, troppi anticipi economici prima ancora dell'avvio dei lavori, troppe carte prive di sostanza ed infine troppe cessioni di credito che hanno provocato una smisurata erezione di cantieri, un sensibile incremento dei prezzi delle materie prime non prodotte in Italia, la nascita smisurata di imprese edilizie destrutturate, l'interesse di operatori finanziari che hanno acquistato crediti all'80% del valore nominale.
Per cui era chiaro che inevitabilmente il sistema bonus avrebbe richiamato l'interesse di forze criminali nel tessuto economico del Paese. Un legislatore attento e competente e i dirigenti ministeriali avrebbero potuto pensarci prima formulando meglio leggi e regolamenti. Ora è troppo tardi. E siamo solo all'inizio delle scoperte degli inquirenti».
Questa inchiesta, conclude Soldani, «Non deve penalizzare cittadini e professionisti onesti che svolgono la propria attività con impegno, orgoglio e seguendo tutte le norme di legge e della deontologia professionale. Come Ordine abbiamo il compito di appurare quanto accaduto e fare eventualmente pulizia. Ma se qualcuno ha sbagliato non può certo pagare l'intera categoria che mi onoro di rappresentare».
Reagisce così il Consiglio dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, dopo le notizie apparse sui media e la sospensione cautelare dall'esercizio dell'attività professionale disposta dalla Procura di Rimini alla quale sono stati chiesti gli atti per i conseguenti provvedimenti. Sono in tutto 78 le persone (tra imprenditori, prestanome e tre commercialisti) coinvolte nell'inchiesta partita da Rimini ma che ha interessato molte regioni italiane.
Dalle notizie giornalistiche sembra che i reati siano stati commessi nell'ambito della gestione dei bonus edilizi e legati al COVID, che hanno ridato fiato al comparto edilizio in tutta Italia. Forse persino troppo, stando a quanto osservato dal Presidente dell'Odcec di Trani, Antonello Soldani: «Questa inchiesta non ci ha sorpresi nella sostanza – afferma –, non è la prima e non sarà l'ultima su questi benefici, ma solo per le persone coinvolte.
Anzitutto, come Presidente, mi auguro che il collega possa riuscire presto a dimostrare la completa estraneità rispetto alle accuse contestate. Me lo auguro per il suo bene, ma anche per il bene della nostra categoria che merita rispetto e piena dignità per il ruolo sempre più complesso cui siamo chiamati; conosciamo tutti benissimo l'avvicendarsi di norme, circolari, chiarimenti, faq, contro-ordini dell'Agenzia delle Entrate su tantissimi aspetti di questi benefici».
Ma, come si diceva, non è stato un fulmine a ciel sereno: «Non possiamo fare – sottolinea Soldani - come gli struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere il vero problema. Per come sono stati pensati e messi in pratica i sistemi dei bonus edilizi e dei contributi dell'era-covid, per non parlare del redito di cittadinanza, era chiaro fin dal primo momento che avrebbero prestato il fianco a colossali truffe. Cosa che si è puntualmente verificata.
Troppe condizioni discrezionali, troppi anticipi economici prima ancora dell'avvio dei lavori, troppe carte prive di sostanza ed infine troppe cessioni di credito che hanno provocato una smisurata erezione di cantieri, un sensibile incremento dei prezzi delle materie prime non prodotte in Italia, la nascita smisurata di imprese edilizie destrutturate, l'interesse di operatori finanziari che hanno acquistato crediti all'80% del valore nominale.
Per cui era chiaro che inevitabilmente il sistema bonus avrebbe richiamato l'interesse di forze criminali nel tessuto economico del Paese. Un legislatore attento e competente e i dirigenti ministeriali avrebbero potuto pensarci prima formulando meglio leggi e regolamenti. Ora è troppo tardi. E siamo solo all'inizio delle scoperte degli inquirenti».
Questa inchiesta, conclude Soldani, «Non deve penalizzare cittadini e professionisti onesti che svolgono la propria attività con impegno, orgoglio e seguendo tutte le norme di legge e della deontologia professionale. Come Ordine abbiamo il compito di appurare quanto accaduto e fare eventualmente pulizia. Ma se qualcuno ha sbagliato non può certo pagare l'intera categoria che mi onoro di rappresentare».