Come luce che splende nelle tenebre

Il vangelo della domenica con Don Vito Carpentiere

domenica 26 marzo 2017
A cura di Don Vito Carpentiere
Dal vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».

Nel percorso quaresimale di questo anno liturgico è previsto un ulteriore itinerario di tre domeniche che sin dall'antichità accompagnava i passi di coloro che durante la veglia Pasquale avrebbero celebrato i sacramenti della iniziazione cristiana, il battesimo, la cresima, l'eucaristia. Sin dal quarto secolo è attestato che l'incontro di Gesù con la donna samaritana, la guarigione del cieco nato e la risurrezione di Lazzaro accompagnavano i passi degli eletti. Perché? Domenica scorsa è stato proclamato il brano dell'incontro di Gesù con la donna samaritana, dove il Messia mandato da Dio ha promesso a questa donna straniera un'acqua che zampilla per la vita eterna. E' il dono dello Spirito Santo che mediante il battesimo ci rende cercatori di Dio in spirito e verità. Ed inoltre manifesta che Gesù è venuto a presentarci il vero volto di Dio, non colui che ci attende nel tempio, ma colui che ci corre dietro e, stanco del cammino, siede sul pozzo della nostra povera esistenza.

In questa domenica è narrato il segno della guarigione del cieco nato. Il brano si apre con la domanda che i discepoli rivolgono a Gesù: chi ha peccato? Lui o i suoi genitori? La risposta di Gesù è particolarmente significativa: né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché fossero manifeste le opere di Dio. E Gesù compie il prodigio sputando per terra e facendo con la saliva del fango che spalma sugli occhi del non vedente invitandolo ad andarsi a lavare alla piscina di Siloe, che significa Inviato, Mandato. Questi andò e tornò che ci vedeva. Da questo momento inizia per il povero appena guarito un processo vero e proprio, a più riprese. I primi che lo riempiono di domande sono coloro che da sempre lo conoscevano; in quel momento non sono più sicuri di lui. Gesù lo aveva semplicemente guarito nella vista eppure egli è profondamente cambiato perché finalmente libero di potersi muovere. Alla domanda: chi è che ti ha fatto questo? Egli risponde: un uomo di nome Gesù. Viene poi condotto dagli scribi e farisei i quali cominciano a tempestarlo di domande su chi avesse potuto fare una cosa del genere in giorno di sabato. Essi non stanno a guardare il prodigio operato, ovvero il bene procurato a questa persona cieca sin dalla nascita, ma il fatto che chi aveva compiuto questo gesto aveva violato il sabato. Tra le 1521 proibizioni del sabato c'era quella di fare del fango. Alla domanda chi è stato egli risponde: un profeta. Alle loro rimostranze egli continua a rispondere, noncurante di quello che gli sarebbe potuto capitare. Il processo si sposta a due testimoni particolari, i suoi genitori che, temendo di essere espulsi dalla sinagoga, cosa che significava essere esclusi dalla vita sociale e civile, rimbalzano la palla al proprio figlio dicendo che era maggiorenne e avrebbe potuto rispondere per sé. Questi, interrogato nuovamente dai giudei comincia a rispondere ironicamente: volete forse anche voi diventare suoi discepoli? Essi erano discepoli di un grande, Mosé, ma morto. Il cieco guarito stava diventando discepolo di Gesù. Egli infatti lo ha definito "uno venuto da Dio". Una volta espulso dalla sinagoga, il cieco nato non si dispera affatto e incontrando Gesù confessa: credo, Signore! Abbiamo così un crescendo non solo nella rivelazione di Gesù quanto nel suo riconoscimento. Stranamente coloro che per primi avrebbero dovuto riconoscerlo lo rinnegano e lo accusano. L'uomo che non vedeva invece diventa un attento e profondo conoscitore di Dio.

Il battesimo nell'antichità veniva chiamato fotismòs, letteralmente illuminazione, perché dona una luce nuova per guardare se stessi, gli altri, il mondo. Allora questa parola ci interpella, ci chiede se siamo vedenti ma non credenti e ci invita a lasciarci illuminare da colui che come luce è venuto nel mondo per rischiarare le tenebre che ci portiamo dentro.

Buona domenica!