Come la mototerapia può aiutare i ragazzi autistici
Ieri mattina l'evento sulla litoranea di Barletta
lunedì 15 maggio 2023
11.13
"Se la moto fa rumore per una nobile causa, tutti udiranno solo una dolce melodia" è questo il motto di tutto i ciclisti che credono nella mototerapia, e in particolare dell'associazione Mi Vida Moto Crew. Si è tenuto a Barletta, domenica 14 maggio, presso la litoranea di Ponente il moto-incontro per supportare la nascita della "mototerapia in Puglia" a sostegno dei bambini e ragazzi autistici. Una realtà già esistente in Campania che punta ad arrivare in Puglia, Calabria e Sicilia.
Per saperne di più abbiamo intervistato il dr. Luca Nuzzo, terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, e Francesco, papà di un bambino autistico.
Come nasce questa associazione e qual è il suo obiettivo?
"E' un'associazione di ricerca scientifica che esiste dal 2019 con un comitato tecnico scientifico alle spalle formato da me e altri dieci medici, tra professori universitari e specialisti fisiatri e neuropsichiatrici. Nasce dall'unione delle mie due passioni, il lavoro e la moto. Ho un'esperienza di venti anni alle spalle come neuropsicomotricista e utilizzo la moto come "giocattolo gigante" perché questo tipo di terapia lavora attraverso il gioco; quindi, il bambino non deve essere a conoscenza della terapia che sta facendo. Necessita di un personale altamente qualificato, infatti i nostri piloti sono formati sull'autismo, fanno un corso tenuto da un neuropsichiatra e due psicologi."
In cosa consiste la mototerapia, e soprattutto funziona su tutti?
"E' una vera e propria terapia; è composta da tre fasi, la fase sensomotoria, simbolica e del distanziamento. Durante la prima fase si agisce sui movimenti del corpo, e attraverso questi si arriva alle emozioni, che sono il motore di tutto. Il bambino arriva da noi già con una diagnosi. È importante sottolineare che la mototerapia è come tutte le altre terapie, i bambini autistici sono diversi tra loro come tutti noi; quindi, ci sono bambini che ottengono risultati immediati e altri che ci mettono più tempo".
Qual è stato sino ad ora il risultato ottenuto che l'ha entusiasmata?
"Domenica scorsa ci è capitata una cosa straordinaria, un bambino non verbale, che non aveva mai pronunciato una parola dalla nascita, ha detto la sua prima parola sulla moto. L'emozione è stata molto forte per me e per il suo papà, che mi ha raccontato in seguito che il bimbo proprio quel giorno aveva compiuto 9 anni. Si è fatto da solo il suo regalo di compleanno."
Continua dicendo: "Mi sono reso conto che i risultati sono grandiosi. I bambini sono anche molto più affabili verso il rumore, in quanto facciamo una desensibilizzazione partendo da uno scooter elettrico; il bambino non riconosce più quel rumore come un qualcosa di negativo, perché associa l'emozione ad un qualcosa di positivo".
Dove si svolge questa terapia?
"Per adesso siamo in Campania, le prossime regioni sono la Puglia, la Calabria e la Sicilia. La terapia avviene in totale sicurezza perché i bambini sono muniti di casco e giubbotto airbag"
Conclude Francesco, papà di un bambino autistico. "Per noi genitori la possibilità di avere un piccolo aiuto, una speranza in più, è davvero significativo. La mototerapia è un qualcosa che sia aggiunge ad un percorso già esistente. È una possibilità che aiuta noi genitori e questi bambini speciali ad avere in futuro una vita come tutti gli altri. Avere persone che si mettono a disposizione senza nessun interesse è importante."
Per saperne di più abbiamo intervistato il dr. Luca Nuzzo, terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, e Francesco, papà di un bambino autistico.
Come nasce questa associazione e qual è il suo obiettivo?
"E' un'associazione di ricerca scientifica che esiste dal 2019 con un comitato tecnico scientifico alle spalle formato da me e altri dieci medici, tra professori universitari e specialisti fisiatri e neuropsichiatrici. Nasce dall'unione delle mie due passioni, il lavoro e la moto. Ho un'esperienza di venti anni alle spalle come neuropsicomotricista e utilizzo la moto come "giocattolo gigante" perché questo tipo di terapia lavora attraverso il gioco; quindi, il bambino non deve essere a conoscenza della terapia che sta facendo. Necessita di un personale altamente qualificato, infatti i nostri piloti sono formati sull'autismo, fanno un corso tenuto da un neuropsichiatra e due psicologi."
In cosa consiste la mototerapia, e soprattutto funziona su tutti?
"E' una vera e propria terapia; è composta da tre fasi, la fase sensomotoria, simbolica e del distanziamento. Durante la prima fase si agisce sui movimenti del corpo, e attraverso questi si arriva alle emozioni, che sono il motore di tutto. Il bambino arriva da noi già con una diagnosi. È importante sottolineare che la mototerapia è come tutte le altre terapie, i bambini autistici sono diversi tra loro come tutti noi; quindi, ci sono bambini che ottengono risultati immediati e altri che ci mettono più tempo".
Qual è stato sino ad ora il risultato ottenuto che l'ha entusiasmata?
"Domenica scorsa ci è capitata una cosa straordinaria, un bambino non verbale, che non aveva mai pronunciato una parola dalla nascita, ha detto la sua prima parola sulla moto. L'emozione è stata molto forte per me e per il suo papà, che mi ha raccontato in seguito che il bimbo proprio quel giorno aveva compiuto 9 anni. Si è fatto da solo il suo regalo di compleanno."
Continua dicendo: "Mi sono reso conto che i risultati sono grandiosi. I bambini sono anche molto più affabili verso il rumore, in quanto facciamo una desensibilizzazione partendo da uno scooter elettrico; il bambino non riconosce più quel rumore come un qualcosa di negativo, perché associa l'emozione ad un qualcosa di positivo".
Dove si svolge questa terapia?
"Per adesso siamo in Campania, le prossime regioni sono la Puglia, la Calabria e la Sicilia. La terapia avviene in totale sicurezza perché i bambini sono muniti di casco e giubbotto airbag"
Conclude Francesco, papà di un bambino autistico. "Per noi genitori la possibilità di avere un piccolo aiuto, una speranza in più, è davvero significativo. La mototerapia è un qualcosa che sia aggiunge ad un percorso già esistente. È una possibilità che aiuta noi genitori e questi bambini speciali ad avere in futuro una vita come tutti gli altri. Avere persone che si mettono a disposizione senza nessun interesse è importante."