Come conciliare libertà delle donne e obiezione di coscienza?

Incontro sul tema, organizzato dal comitato “Se non ora quando” di Barletta. Dalla Legge 194 sull’aborto, alla legge 40 sulla procreazione assistita

venerdì 8 giugno 2012 10.54
A cura di Edoardo Centonze
Sono passati ormai 34 anni dall'approvazione della Legge 22 maggio 1978, n. 194 recante "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza", più nota all'opinione pubblica come la 194. Per analizzare e discutere della situazione attuale, in Italia e in Puglia, concernente l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), si è tenuto, presso il Punto Einaudi, un'incontro, organizzato dal comitato "Se non ora quando", rappresentato nell'occasione da Annabella Corsini e Giuliana Damato, moderato da Francesca Langiano, studentessa di Filosofia alla "Sapienza" di Roma, il 6 giugno è partita, nel quale sono intervenuti il ginecologo dott. Lazzaro Lattanzio, dell'ospedale "Dimiccoli" di Barletta, e il ginecologo dott. Mimmo Baldini, responsabile di un centro di procreazione medicalmente assistita. L'evento si è svolto in occasione dell'inizio della campagna nazionale della Consulta di Bioetica Onlus intitolata "Il buon medico non obietta. Rispetta la scelta delle donne di interrompere la gravidanza".

Langiano ha introdotto la serata, fornendo alcuni dati significativi del Ministero della Salute: in Italia il 70% dei ginecologi sono obiettori di coscienza, percentuale che al Sud si spinge oltre l'80%. In Puglia, in particolare, i dati percentuali degli obiettori di coscienza sono:
• 79,4% dei ginecologi (su 428 ginecologi, 340 sono obiettori, 88 sono non obiettori);
• 63% degli anestesisti;
• 73,5% del personale non medico.

L'intervento del dott. Lattanzio si è incentrato sulla legge 194, l'aborto, e l'obiezione di coscienza: «Si pensava che la 194 avrebbe fatto aumentare il numero degli aborti. Invece, esaminando i dati del Ministero della Salute, si evince che, dal 1978 a oggi, il ricorso all'IVG è diminuito del 50%, percentuale di diminuzione che in Puglia è anche superiore. Quella legge è stata però minata con l'introduzione dell'obiezione di coscienza». Lattanzio ha ricordato che a Barletta da cinque anni, per l'aborto, non si pratica il raschiamento, ma l'isterosuzione e l'interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, con somministrazione della RU486 e di prostaglandina, che permette l'interruzione entro la settima settimana di gravidanza. A Barletta, nel 2011 ci sono state 74 IVG con metodo farmacologico, e nel 2012 (dal 1 Gennaio al 4 Giugno) ce ne sono state 54. Lattanzio, ricordando che andrà in pensione a Natale prossimo, ha concluso, sottolineando che all'ospedale "Dimiccoli" di Barletta, su 11 ginecologi, solo 3 sono non obiettori, e hanno almeno 60 anni.

Il dott. Baldini si è invece soffermato sulla Legge 40 del 2004, riguardante la procreazione medicalmente assistita, che nel 2005 è stata sottoposta a referendum abrogativo, senza però raggiungere il quorum: «Nessuno mette in dubbio che l'embrione è un progetto di vita, ma la Legge 40 è stato un disastro costituzionale. Costringe a trasferire gli embrioni che sono stati fecondati e annulla quello che ha voluto la 194. Solo l'Italia ha una legislazione così restrittiva per la fecondazione in vitro - ha detto Baldini – La Legge 40 prevede un esame dell'embrione che è solo osservazionale, per cui se l'embrione non è buono, deve essere comunque trasferito, creando un paradosso, nel momento in cui poi una persona potrà ricorrere in seguito alla 194».

Corsini e Damato, a conclusione dell'incontro, hanno ricordato a tutti il prossimo appuntamento organizzato dal comitato "Se non ora quando", che si terrà il 30 Giugno, presso la piazzetta Pescheria, nel quale si parlerà di violenza sulle donne, con un focus sull'attività dell'Osservatorio "Giulia e Rossella", il centro antiviolenza che opera a Barletta, nella forma esclusiva di volontariato, come sottolineato dalle esponenti del comitato.