"Cittadini in movimento" per Barletta
«Si apra quel dibattito vero che la politica non consente». Voci della società civile barlettana si interrogano su problemi di sempre
giovedì 10 novembre 2011
«Barletta sta attraversando un periodo di profondo disagio. Difficoltà e sofferenze la stanno tramortendo su vari fronti: la crisi del lavoro; il malessere giovanile; gli atavici e i nuovi gravi problemi ambientali che inquinano acqua, suolo e aria; il territorio orfano di un Piano Urbanistico; il traffico urbano ossessivo e insalubre; i beni culturali allo sfascio; la cultura repressa. A fronte di tutto ciò, l'Amministrazione Comunale è inattiva e bloccata e vive all'insegna della provvisorietà con Giunta e Presidenza del Consiglio Comunale a termine». E' l'amara premessa di un nuova realtà associativa denominata "Cittadini in movimento" nella quale rientrano diverse voci della società civile barlettana, che si approcciano criticamente alle problematiche ataviche della nostra città. Sottoscrivono questo documento le seguenti firme, cittadini più o meno noti nel contesto politico barlettano, in rigoroso ordine alfabetico: Alfredo Basile, Savino Cafagna, Franco Caputo, Biagio Cavaliere, Ruggiero Crudele, Luigi Dicorato, Angelo Dimatteo, Domenico Doronzo, Paolo Doronzo, Pietro Doronzo, Raffaele Fiore, Angelo Francavilla, Franco Fucci, Enzo Gargano, Andrea Gissi, Romilda Ortona, Antonio Palmitessa, Donato Pierro, Porreca Raffaella Salerno, Ruggiero Quarto, Anna Maria Rana, Nicola Ventafridda, Giuseppe Vischi, Ignazio Vitrani.
«Il dialogo tra il Sindaco e i cittadini è quasi inesistente o reso difficoltoso da un coordinamento escludente, utilitaristicamente selettivo, ritorsivo e fortemente impopolare. Tutti i Partiti, per fare numero, hanno imbarcato di tutto consentendo una competizione elettorale alterata da alcune riprovevoli condotte. I Partiti di maggioranza, per fare governo, si sono lasciati coinvolgere nel sistema di potere vischioso e nell'opacità dei processi decisionali. Chi decide? Cosa si decide? Come si decide? Dove si decide?
Anche in città, però, come nel Paese più in generale, esiste una maggioranza diversa, espressione responsabile e vitale della cittadinanza. Essa è fatta di pezzi virtuosi dei partiti, lavoratori sotto attacco, sindacati, studenti e professori in lotta contro la riforma Gelmini per la difesa dell'istruzione pubblica e della ricerca, donne nei movimenti e non, intellettuali in difesa della cultura in arretramento, popolo web, movimentismo di tante associazioni, precari senza lavoro e reddito fissi, ceto produttivo virtuoso, cattolicesimo democratico e, in generale, cittadini onesti e volenterosi. Si tratta però di una maggioranza che non incide e non determina cambiamenti ma vince e orienta se unisce obiettivi e battaglie.
Intendiamo farci promotori della necessità del raccordo di tali espressioni della società barlettana consapevoli che, nei momenti di cambiamento, occorrono prime linee. Si apra a tutto campo quel dibattito vero che l'establishment della politica non consente. Non è utopia un fronte compatto di onesti e volenterosi cittadini desiderosi di un cambio di rotta. Di certo non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a tale situazione: attendiamo buone nuove e segnali positivi da singoli e gruppi».
«Il dialogo tra il Sindaco e i cittadini è quasi inesistente o reso difficoltoso da un coordinamento escludente, utilitaristicamente selettivo, ritorsivo e fortemente impopolare. Tutti i Partiti, per fare numero, hanno imbarcato di tutto consentendo una competizione elettorale alterata da alcune riprovevoli condotte. I Partiti di maggioranza, per fare governo, si sono lasciati coinvolgere nel sistema di potere vischioso e nell'opacità dei processi decisionali. Chi decide? Cosa si decide? Come si decide? Dove si decide?
Anche in città, però, come nel Paese più in generale, esiste una maggioranza diversa, espressione responsabile e vitale della cittadinanza. Essa è fatta di pezzi virtuosi dei partiti, lavoratori sotto attacco, sindacati, studenti e professori in lotta contro la riforma Gelmini per la difesa dell'istruzione pubblica e della ricerca, donne nei movimenti e non, intellettuali in difesa della cultura in arretramento, popolo web, movimentismo di tante associazioni, precari senza lavoro e reddito fissi, ceto produttivo virtuoso, cattolicesimo democratico e, in generale, cittadini onesti e volenterosi. Si tratta però di una maggioranza che non incide e non determina cambiamenti ma vince e orienta se unisce obiettivi e battaglie.
Intendiamo farci promotori della necessità del raccordo di tali espressioni della società barlettana consapevoli che, nei momenti di cambiamento, occorrono prime linee. Si apra a tutto campo quel dibattito vero che l'establishment della politica non consente. Non è utopia un fronte compatto di onesti e volenterosi cittadini desiderosi di un cambio di rotta. Di certo non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a tale situazione: attendiamo buone nuove e segnali positivi da singoli e gruppi».