Chiusura tribunale Barletta: tra favorevoli e contrari
Matteucci: «Con la centralizzazione, si migliora l'attività giudiziaria». I gestori di bar e tabaccherie contro la soppressione delle sedi
mercoledì 4 settembre 2013
16.16
La chiusura delle sedi distaccate del Tribunale di Trani continua ad animare il dibattito pubblico. C'è da riportare anche una voce favorevole agli accorpamenti delle sedi giudiziarie: è quella della Mobilitazione Generale degli Avvocati, rappresentata dal presidente nazionale, Cosimo Matteucci, già candidato PD al consiglio comunale, nelle ultime elezioni amministrative. «M.G.A. è da sempre favorevole alla soppressione delle sezioni distaccate dei Tribunali - scrive Matteucci - perché vediamo nella centralizzazione delle strutture e delle funzioni, nonché nella riduzione delle distanze geografiche tra controllori e controllati (per quanto riguarda i dipendenti pubblici), uno strumento utile proprio ai fini del miglioramento delle attività giudiziarie, con benefici diffusi sia per i cittadini che per gli avvocati, oltre al fatto, di primo rilievo, che non poche sezioni d'Italia sono ormai da tempo ridotte a delle consorterie locali».
«Infatti, per i cittadini, come ad es. i barlettani, il pregiudizio conseguente alla soppressione della sezione distaccata è tanto irrisorio da essere praticamente irrilevante, considerando che di certo non la frequentano con l'assiduità dei propri avvocati. Questi ultimi, per contro, riceveranno dei significativi vantaggi dall'accorpamento, tra cui quello di poter trattare presso il Tribunale accorpante (Trani), tutti gli affari giudiziari per i quali prima avrebbe dovuto spostarsi nelle varie sezioni distaccate, con non pochi disagi, soprattutto in caso di concomitanza di udienze. Tutto sarà, esattamente come già è per le cause in materia di diritto del lavoro, fallimentare, di separazione e divorzio, niente di più».
«E' infondato anche un altro argomento molto utilizzato dai sostenitori della protesta, che è quello dell'eradicamento del "presidio di legalità" conseguente alla soppressione delle sezioni distaccate, come quella di Barletta. Infatti v'è da considerare che la costituzione delle direzioni antimafia con competenza distrettuale, "ha ormai da lungo tempo fatto venire meno la necessità di un capillare presidio territoriale", così come confermato dall'Associazione Nazionale Magistrati, proprio nel documento con cui la stessa esprimeva parere favorevole alla riforma, nei termini di cui al documento medesimo ed al quale integralmente si rinvia, essendo reperibile in internet».
«Ad ogni modo, come in altri tempi si direbbe: "Roma locuta, causa finita est", "Roma ha parlato, e la questione è chiusa", senza però che questo impedisca di evidenziare che ogni azione di contrasto politico, avrebbe dovuto essere proposta per tempo. Infatti il riordino della geografia giudiziaria, è un disegno antico che sta concludendo oggi il suo iter legislativo, e c'è stato tutto il tempo per poter intervenire con emendamenti mirati e magari con un serio progetto di riforma alternativo, scevro da campanilismi ed anacronismi, e rafforzato dal giusto ed indispensabile sostegno politico da parte dei rappresentanti eletti dal popolo. Questo non è accaduto, sia per la mancanza del progetto, sia per la mancanza, in Parlamento e nei territori, di rappresentanti politici adeguati, liberi, credibili e competenti».
«E' per tutto questo che oggi, anche prescindendo dal merito, è comunque fuori luogo chiedere o addirittura pretendere un risultato diverso dall'attuale, perchè questo risultato consegue giustamente alla nostra incapacità organizzativa e/o all'inadeguatezza, all'inefficacia o all'inefficienza della rappresentanza politica. Questa è la democrazia, rimane solo una lezione da imparare per il futuro, che è la stessa che agli avvocati è stata severamente impartita dal Legislatore, con la riforma dell'ordinamento professionale attuata con la Legge 247/12. Ogni gruppo sociale ha diritto e facoltà di organizzarsi politicamente per le tutela degli interessi di cui è portatore: la capacità di incidere sui processi di produzione legislativa dipende solo ed esclusivamente da questo. Orbene, considerando che questa capacità non l'abbiamo mai avuta, la lezione finale è che dobbiamo imparare ad aggregarci e ad organizzarci, e soprattutto dobbiamo imparare a votare, sia come cittadini, che come avvocati».
«Adesso infatti, l'obiettivo di una sana, responsabile, e lungimirante attività politica, soprattutto forense, è, non la protesta, ma la pretesa di strutture quanto più possibili idonee a garantire la migliore prosecuzione delle attività del Tribunale, impegnandoci tutti ad una fattiva collaborazione, finalizzata alla migliore e celere risoluzione dei vari problemi funzionali e/o organizzativi. Questo è il momento politico giusto ed opportuno per riprendere, ad esempio, l'anziano progetto della "Cittadella Giudiziaria", accantonando definitivamente tutti quegli arcaici campanilismi, di cui sembra pregna questa protesta».
«L'accorpamento e la centralizzazione delle strutture, delle funzioni e delle attività giudiziarie è certamente un primo passo in quella direzione - conclude Matteucci - dobbiamo saper vedere e cogliere i vantaggi anche in situazioni che sembrano non poterne avere, ed in vantaggi, in queste circostanze, sono visibili solo guardando oltre l'orizzonte del campanilismo e dell'anacronismo. Dobbiamo premere per l'accelerazione del processo telematico, e per l'adozione delle migliori tecnologie informatiche, dobbiamo evolverci, dobbiamo raccogliere le sfide della società globalizzata, individuare i vantaggi e convertire gli svantaggi in crediti politici, esattamente quello che fino ad oggi non siamo mai riusciti a fare».
Contro la soppressione delle sedi distaccate, si pone invece Raffaele Landriscina, della Confesercenti Bat, assieme ai gestori dei pubblici esercizi e delle rivendite di generi di Monopolio, presso i tribunali, in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell'Economia, al Presidente della Corte d'Appello di Bari, ai presidenti dei tribunali di Trani e Foggia, ai sindaci di Barletta, Trinitapoli, Cerignola, Manfredonia, Trani, al Presidente della Regione Puglia, al Presidnete della Bat, ai presidenti degli ordini degli avvocati di Trani e Foggia: «Alcuni gestori dei pubblici esercizi di bar e rivendita valori bollati e tabacchi presenti all'interno delle sezioni distaccate dei Tribunali e degli Uffici dei Giudici di Pace di Barletta, Trinitapoli, Cerignola, Manfredonia, ecc. hanno lamentato, presso i nostri uffici, incertezze sul prosieguo futuro delle proprie attività a seguito della entrata in vigore dei provvedimenti normativi relativi accorpamento degli uffici giudiziari distaccati e degli Uffici dei Giudici di Pace: sembrerebbe che, dal prossimo 12 Settembre 2013, tali soggetti sarebbero costretti a chiudere la propria attività, perdendo la loro unica fonte di reddito, oltre al mancato ritorno degli investimenti effettuati per l'apertura dei suddetti esercizi. In effetti, ufficialmente, nessuna comunicazione formale è pervenuta loro per cui, senza alcuna certezza per il futuro, risulta impossibile organizzare la propria attività imprenditoriale».
«Si ricordi che gli immobili presso cui vengono esercitate suddette attività sono di proprietà dei Comuni e concessi con regolari contratti di locazione commerciale, alcuni dei quali anche rinnovati da poco tempo. Orbene, considerato che i servizi offerti dai precitati esercizi, oltre alla somministrazione di alimenti e bevande, prevedono anche la vendita di valori bollati, contributi unificati, stampa fotocopie, generi di monopolio e tabacchi, servizi vari, ecc, coprendo la domanda dei cittadini utenti, avvocati ed addetti vari degli uffici giudiziari, attualmente distaccati, mal si comprende perché tali attività debbano essere soppresse. Infatti, se gli addetti ed il lavoro svolto presso tali sedi andrà riaccorpato nelle sedi centrali, sarebbe logico, oltrechè giusto, prevedere la loro riallocazione e sistemazione presso le sedi dei tribunali o degli Uffici dei Giudici di Pace ove andranno ridistribuiti gli uffici giudiziari».
«Ci risulta che provvedimenti del genere colpiranno una moltitudine di gestori (circa 500 in Italia) ed addetti (ca. n. 2 per ognuno) che, d'un colpo, oltre a perdere la propria fonte di sussistenza, metterebbero in ambasce famiglie intere che già avevano dovuto sopportare enormi sacrifici economici di investimento per le aperture delle attività in questione. Come ben si conosce, inoltre, la situazione del comparto commercio, in generale, dei pubblici esercizi in particolare, è particolarmente critica. Basti pensare che nei primi tre mesi dell' anno si è stimata, in Italia, la chiusura di circa 6.000 imprese di settore. Ciò renderebbe particolarmente difficoltoso ricollocarsi nell'attuale mercato. Conseguentemente - conclude Confesercenti - Vi chiediamo di intervenire per scongiurare le paventate chiusure di detti esercizi e, ove possibile, almeno con i riferimenti istituzionali locali, potervi incontrare nei prossimi giorni al fine di avere un confronto diretto e cercare di trovare soluzioni mirate per evitare l'ennesimo dramma della disoccupazione che si appresta a colpire alcune famiglie del nostro territorio».
«Infatti, per i cittadini, come ad es. i barlettani, il pregiudizio conseguente alla soppressione della sezione distaccata è tanto irrisorio da essere praticamente irrilevante, considerando che di certo non la frequentano con l'assiduità dei propri avvocati. Questi ultimi, per contro, riceveranno dei significativi vantaggi dall'accorpamento, tra cui quello di poter trattare presso il Tribunale accorpante (Trani), tutti gli affari giudiziari per i quali prima avrebbe dovuto spostarsi nelle varie sezioni distaccate, con non pochi disagi, soprattutto in caso di concomitanza di udienze. Tutto sarà, esattamente come già è per le cause in materia di diritto del lavoro, fallimentare, di separazione e divorzio, niente di più».
«E' infondato anche un altro argomento molto utilizzato dai sostenitori della protesta, che è quello dell'eradicamento del "presidio di legalità" conseguente alla soppressione delle sezioni distaccate, come quella di Barletta. Infatti v'è da considerare che la costituzione delle direzioni antimafia con competenza distrettuale, "ha ormai da lungo tempo fatto venire meno la necessità di un capillare presidio territoriale", così come confermato dall'Associazione Nazionale Magistrati, proprio nel documento con cui la stessa esprimeva parere favorevole alla riforma, nei termini di cui al documento medesimo ed al quale integralmente si rinvia, essendo reperibile in internet».
«Ad ogni modo, come in altri tempi si direbbe: "Roma locuta, causa finita est", "Roma ha parlato, e la questione è chiusa", senza però che questo impedisca di evidenziare che ogni azione di contrasto politico, avrebbe dovuto essere proposta per tempo. Infatti il riordino della geografia giudiziaria, è un disegno antico che sta concludendo oggi il suo iter legislativo, e c'è stato tutto il tempo per poter intervenire con emendamenti mirati e magari con un serio progetto di riforma alternativo, scevro da campanilismi ed anacronismi, e rafforzato dal giusto ed indispensabile sostegno politico da parte dei rappresentanti eletti dal popolo. Questo non è accaduto, sia per la mancanza del progetto, sia per la mancanza, in Parlamento e nei territori, di rappresentanti politici adeguati, liberi, credibili e competenti».
«E' per tutto questo che oggi, anche prescindendo dal merito, è comunque fuori luogo chiedere o addirittura pretendere un risultato diverso dall'attuale, perchè questo risultato consegue giustamente alla nostra incapacità organizzativa e/o all'inadeguatezza, all'inefficacia o all'inefficienza della rappresentanza politica. Questa è la democrazia, rimane solo una lezione da imparare per il futuro, che è la stessa che agli avvocati è stata severamente impartita dal Legislatore, con la riforma dell'ordinamento professionale attuata con la Legge 247/12. Ogni gruppo sociale ha diritto e facoltà di organizzarsi politicamente per le tutela degli interessi di cui è portatore: la capacità di incidere sui processi di produzione legislativa dipende solo ed esclusivamente da questo. Orbene, considerando che questa capacità non l'abbiamo mai avuta, la lezione finale è che dobbiamo imparare ad aggregarci e ad organizzarci, e soprattutto dobbiamo imparare a votare, sia come cittadini, che come avvocati».
«Adesso infatti, l'obiettivo di una sana, responsabile, e lungimirante attività politica, soprattutto forense, è, non la protesta, ma la pretesa di strutture quanto più possibili idonee a garantire la migliore prosecuzione delle attività del Tribunale, impegnandoci tutti ad una fattiva collaborazione, finalizzata alla migliore e celere risoluzione dei vari problemi funzionali e/o organizzativi. Questo è il momento politico giusto ed opportuno per riprendere, ad esempio, l'anziano progetto della "Cittadella Giudiziaria", accantonando definitivamente tutti quegli arcaici campanilismi, di cui sembra pregna questa protesta».
«L'accorpamento e la centralizzazione delle strutture, delle funzioni e delle attività giudiziarie è certamente un primo passo in quella direzione - conclude Matteucci - dobbiamo saper vedere e cogliere i vantaggi anche in situazioni che sembrano non poterne avere, ed in vantaggi, in queste circostanze, sono visibili solo guardando oltre l'orizzonte del campanilismo e dell'anacronismo. Dobbiamo premere per l'accelerazione del processo telematico, e per l'adozione delle migliori tecnologie informatiche, dobbiamo evolverci, dobbiamo raccogliere le sfide della società globalizzata, individuare i vantaggi e convertire gli svantaggi in crediti politici, esattamente quello che fino ad oggi non siamo mai riusciti a fare».
Contro la soppressione delle sedi distaccate, si pone invece Raffaele Landriscina, della Confesercenti Bat, assieme ai gestori dei pubblici esercizi e delle rivendite di generi di Monopolio, presso i tribunali, in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell'Economia, al Presidente della Corte d'Appello di Bari, ai presidenti dei tribunali di Trani e Foggia, ai sindaci di Barletta, Trinitapoli, Cerignola, Manfredonia, Trani, al Presidente della Regione Puglia, al Presidnete della Bat, ai presidenti degli ordini degli avvocati di Trani e Foggia: «Alcuni gestori dei pubblici esercizi di bar e rivendita valori bollati e tabacchi presenti all'interno delle sezioni distaccate dei Tribunali e degli Uffici dei Giudici di Pace di Barletta, Trinitapoli, Cerignola, Manfredonia, ecc. hanno lamentato, presso i nostri uffici, incertezze sul prosieguo futuro delle proprie attività a seguito della entrata in vigore dei provvedimenti normativi relativi accorpamento degli uffici giudiziari distaccati e degli Uffici dei Giudici di Pace: sembrerebbe che, dal prossimo 12 Settembre 2013, tali soggetti sarebbero costretti a chiudere la propria attività, perdendo la loro unica fonte di reddito, oltre al mancato ritorno degli investimenti effettuati per l'apertura dei suddetti esercizi. In effetti, ufficialmente, nessuna comunicazione formale è pervenuta loro per cui, senza alcuna certezza per il futuro, risulta impossibile organizzare la propria attività imprenditoriale».
«Si ricordi che gli immobili presso cui vengono esercitate suddette attività sono di proprietà dei Comuni e concessi con regolari contratti di locazione commerciale, alcuni dei quali anche rinnovati da poco tempo. Orbene, considerato che i servizi offerti dai precitati esercizi, oltre alla somministrazione di alimenti e bevande, prevedono anche la vendita di valori bollati, contributi unificati, stampa fotocopie, generi di monopolio e tabacchi, servizi vari, ecc, coprendo la domanda dei cittadini utenti, avvocati ed addetti vari degli uffici giudiziari, attualmente distaccati, mal si comprende perché tali attività debbano essere soppresse. Infatti, se gli addetti ed il lavoro svolto presso tali sedi andrà riaccorpato nelle sedi centrali, sarebbe logico, oltrechè giusto, prevedere la loro riallocazione e sistemazione presso le sedi dei tribunali o degli Uffici dei Giudici di Pace ove andranno ridistribuiti gli uffici giudiziari».
«Ci risulta che provvedimenti del genere colpiranno una moltitudine di gestori (circa 500 in Italia) ed addetti (ca. n. 2 per ognuno) che, d'un colpo, oltre a perdere la propria fonte di sussistenza, metterebbero in ambasce famiglie intere che già avevano dovuto sopportare enormi sacrifici economici di investimento per le aperture delle attività in questione. Come ben si conosce, inoltre, la situazione del comparto commercio, in generale, dei pubblici esercizi in particolare, è particolarmente critica. Basti pensare che nei primi tre mesi dell' anno si è stimata, in Italia, la chiusura di circa 6.000 imprese di settore. Ciò renderebbe particolarmente difficoltoso ricollocarsi nell'attuale mercato. Conseguentemente - conclude Confesercenti - Vi chiediamo di intervenire per scongiurare le paventate chiusure di detti esercizi e, ove possibile, almeno con i riferimenti istituzionali locali, potervi incontrare nei prossimi giorni al fine di avere un confronto diretto e cercare di trovare soluzioni mirate per evitare l'ennesimo dramma della disoccupazione che si appresta a colpire alcune famiglie del nostro territorio».
Pastore: «Consiglio comunale nel tribunale di Barletta»
«Coinvolgere l'assise cittadina e portare alla sua attenzione la questione della soppressione del tribunale di Barletta, al momento, è l'unica via percorribile visto che, per opporsi formalmente alla decisione del ministero, è necessario che il ministero stesso emani una ordinanza, cosa che ancora non è avvenuta - così interviene il consigliere regionale del PSI, Franco Pastore - Ora non è plausibile addentrarsi nel merito della questione e della decisione della soppressione della sede barlettana del Tribunale di Trani. I tempi e l'urgenza, infatti, non lo consentirebbero. Mantenere una impostazione policentrica delle sedi giudiziarie della Bat e avallarla con una deliberazione del Consiglio comunale è importante, ma propongo anche che sia individuato un luogo congruo e idoneo per rafforzare il significato e il peso specifico di tale deliberazione».
«La mia proposta - aggiunge Pastore - è che il consiglio sia celebrato nel Tribunale di Barletta e chiedo, pertanto, al sindaco, di favorire tale possibilità interloquendo con il presidente del Tribunale. Ciò consentirebbe la presenza dell'ordine degli avvocati e delle associazioni. Se ciò non fosse possibile ci sarebbe la scuola media "Ettore Fieramosca", attigua al tribunale, di proprietà comunale, dove si potrebbe pensare di celebrare il consiglio. Gli avvocati sono intenzionali a tenere un sit in di protesta per far sentire la loro volontà e le loro preoccupazioni, che sono quelle di una intera comunità».
Laurora: «Per lo statuto della Bat, Trani è il polo giuridico»
«Al sindaco di Barletta evidentemente sfugge che il Consiglio provinciale nella seduta storica del 21 maggio 2010 approvò lo statuto dell Provincia - così risponde a Cascella, il consigliere provinciale Carlo Laurora - Per volontà condivisa e grazie alla fattiva collaborazione dei tanti consiglieri barlettani in aula, in quella straordinaria circostanza, si sancì che Trani avrebbe mantenuto la prerogativa di polo giuridico, oltre che finanziario, culturale, scientifico e turistico. Questo stucchevole appello alla policentricità su ogni questione mal digerita da questo o quel Comune è un brutto vizio che tutti gli esponenti politici dovebbero togliersi».
«Coinvolgere l'assise cittadina e portare alla sua attenzione la questione della soppressione del tribunale di Barletta, al momento, è l'unica via percorribile visto che, per opporsi formalmente alla decisione del ministero, è necessario che il ministero stesso emani una ordinanza, cosa che ancora non è avvenuta - così interviene il consigliere regionale del PSI, Franco Pastore - Ora non è plausibile addentrarsi nel merito della questione e della decisione della soppressione della sede barlettana del Tribunale di Trani. I tempi e l'urgenza, infatti, non lo consentirebbero. Mantenere una impostazione policentrica delle sedi giudiziarie della Bat e avallarla con una deliberazione del Consiglio comunale è importante, ma propongo anche che sia individuato un luogo congruo e idoneo per rafforzare il significato e il peso specifico di tale deliberazione».
«La mia proposta - aggiunge Pastore - è che il consiglio sia celebrato nel Tribunale di Barletta e chiedo, pertanto, al sindaco, di favorire tale possibilità interloquendo con il presidente del Tribunale. Ciò consentirebbe la presenza dell'ordine degli avvocati e delle associazioni. Se ciò non fosse possibile ci sarebbe la scuola media "Ettore Fieramosca", attigua al tribunale, di proprietà comunale, dove si potrebbe pensare di celebrare il consiglio. Gli avvocati sono intenzionali a tenere un sit in di protesta per far sentire la loro volontà e le loro preoccupazioni, che sono quelle di una intera comunità».
Laurora: «Per lo statuto della Bat, Trani è il polo giuridico»
«Al sindaco di Barletta evidentemente sfugge che il Consiglio provinciale nella seduta storica del 21 maggio 2010 approvò lo statuto dell Provincia - così risponde a Cascella, il consigliere provinciale Carlo Laurora - Per volontà condivisa e grazie alla fattiva collaborazione dei tanti consiglieri barlettani in aula, in quella straordinaria circostanza, si sancì che Trani avrebbe mantenuto la prerogativa di polo giuridico, oltre che finanziario, culturale, scientifico e turistico. Questo stucchevole appello alla policentricità su ogni questione mal digerita da questo o quel Comune è un brutto vizio che tutti gli esponenti politici dovebbero togliersi».