Chiusura sezione di Barletta del Tribunale, sostegno dell'on. Gero Grassi
Il deputato del PD contro il destino segnato della sede di via Zanardelli. «Disatteso il criterio del contenimento della spesa»
lunedì 2 settembre 2013
«Accolgo con profondo rammarico le notizie riguardanti il destino riservato alla sezione distaccata di Barletta del Tribunale di Trani - riferisce il deputato pugliese del PD, on. Gero Grassi - oggetto dei tagli previsti dalla riforma giudiziaria (decreto legislativo 155 del 07.09.2012), che saranno operativi a partire dal prossimo 13 settembre. Mentre le vicine città di Andria, Molfetta e Bitonto sono riuscite ad ottenere una proroga che permettesse alle loro sedi giudiziarie di sopravvivere, una città importante come Barletta, tanto più capoluogo di Provincia, dovrà subire la perdita ingiustificata del proprio Tribunale.
Se il criterio che ha regolato l'intera riforma è stato improntato al raggiungimento di una maggiore efficienza e funzionalità del sistema giustizia realizzando al contempo un contenimento della spesa pubblica, il caso del Tribunale di Barletta merita certamente un'analisi più approfondita poiché, con il trasferimento delle sue funzioni a quello di Trani, tale criterio rimarrebbe completamente disatteso. Le spese che si andranno a sostenere per adattare o ristrutturare ex novo edifici dislocati nella cittadina tranese al fine di adibirli a nuove sedi giudiziarie, risulteranno certamente meno onerose delle spese di gestione e manutenzione dell'attuale sede distaccata del Tribunale di Barletta, i cui immobili sono di proprietà comunale. Ma il danno maggiore si configurerà nei ritardi che si andranno ad accumulare nello spostamento dei processi con relativi fascicoli da una sede all'altra del Tribunale di Trani, con grave rallentamento di una macchina giudiziaria già macchinosa e complessa. Eppure l'efficienza e la funzionalità della sede giudiziaria di Barletta, grazie all'impressionante mole di lavoro che riesce a smaltire, vengono riconosciute in maniera oggettiva ed unanime dagli addetti ai lavori come dai semplici cittadini.
Mi unisco - conclude il parlamentare - alle richieste portate avanti dal sindaco Pasquale Cascella e dall'Associazione degli Avvocati affinché la città di Barletta possa continuare ad avere il proprio presidio di giustizia e legalità. Garantirò il massimo impegno nelle sedi istituzionali di mia competenza per non deludere le aspettative dell'intera cittadinanza barlettana».
Se il criterio che ha regolato l'intera riforma è stato improntato al raggiungimento di una maggiore efficienza e funzionalità del sistema giustizia realizzando al contempo un contenimento della spesa pubblica, il caso del Tribunale di Barletta merita certamente un'analisi più approfondita poiché, con il trasferimento delle sue funzioni a quello di Trani, tale criterio rimarrebbe completamente disatteso. Le spese che si andranno a sostenere per adattare o ristrutturare ex novo edifici dislocati nella cittadina tranese al fine di adibirli a nuove sedi giudiziarie, risulteranno certamente meno onerose delle spese di gestione e manutenzione dell'attuale sede distaccata del Tribunale di Barletta, i cui immobili sono di proprietà comunale. Ma il danno maggiore si configurerà nei ritardi che si andranno ad accumulare nello spostamento dei processi con relativi fascicoli da una sede all'altra del Tribunale di Trani, con grave rallentamento di una macchina giudiziaria già macchinosa e complessa. Eppure l'efficienza e la funzionalità della sede giudiziaria di Barletta, grazie all'impressionante mole di lavoro che riesce a smaltire, vengono riconosciute in maniera oggettiva ed unanime dagli addetti ai lavori come dai semplici cittadini.
Mi unisco - conclude il parlamentare - alle richieste portate avanti dal sindaco Pasquale Cascella e dall'Associazione degli Avvocati affinché la città di Barletta possa continuare ad avere il proprio presidio di giustizia e legalità. Garantirò il massimo impegno nelle sedi istituzionali di mia competenza per non deludere le aspettative dell'intera cittadinanza barlettana».