Chiusura corso Vittorio Emanuele, Strade dello shopping: «Per noi è il de profundis, dal sindaco nessuna mediazione»
La nota dell'associazione dei commercianti
lunedì 25 marzo 2024
13.06
«Dopo il provvedimento di chiusura di Corso Vittorio Emanuele nei weekend e giorni festivi, emesso con un'Ordinanza Dirigenziale del Dott. Col. Sabino Filannino su invito-mail dell'Assessora al Traffico Avv. Valentina Scazzeri, il Sindaco Cosimo Cannito ha intonato il "de Profundis" per le attività commerciali che hanno le loro vetrine sul tratto di strada di Corso Vittorio Emanuele compreso tra via Consalvo da Cordova e via Nazareth». Così il presidente dell'associazione Strade dello Shopping, Francesco Piscardi.
«Noi commercianti siamo a favore di un'isola pedonale a condizione che sia ben fatta perché vorremmo poter programmare e pianificare lo sviluppo economico in maniera seria e senza dover subire conseguenze e danni di provvedimenti a singhiozzo. Perciò abbiamo proposto al sindaco e all'intera amministrazione comunale di migliorare la realizzazione dell'isola pedonale con alcuni punti qualificanti perché così è pensata male e realizzata peggio, come dimostra il fatto che per molte delle ore di chiusura pedonale la strada resta desolatamente vuota, le persone disorientate ed il traffico intorno completamente imbottigliato.
Abbiamo proposto di migliorare le condizioni di corso Vittorio Emanuele attraverso interventi di implementazione di arredo urbano. Ci piacerebbe rendere più attrattivo il nostro corso principale con la installazione di panchine, un'area ludica per bambini, delle rastrelliere per biciclette, il montaggio di cestini stradali di rifiuti differenziati (carta, plastica, vetro e secco residuo) e magari con la presenza di aree verdi.
Oltre all'arredo urbano è importante, secondo noi, rafforzare la vocazione commerciale di Corso Vittorio Emanuele magari con la possibilità di concedere autorizzazioni per il montaggio di Dehors, un'area per eventi e manifestazioni. Capitolo viabilità e parcheggi. Troviamo assurdo che sia stata lanciata l'iniziativa senza nessuna preoccupazione dell'impatto sulla viabilità. Ecco le nostre proposte: individuazione di parcheggi nelle zone limitrofe con segnaletica indicativa, rimodulazione della viabilità nelle strade adiacenti l'isola pedonale, individuazione di aree parcheggio presidiate nei varchi di accesso della città e navette che consentano di raggiungere il centro, aumento delle corse del trasporto pubblico locale inclusi i giorni domenicali e festivi. Infine alcuni doverosi accorgimenti: possibilità di carico e scarico per attività commerciali "food", la possibilità di transito per operatori commerciali come fioristi in occasione di eventi religiosi, pass per i residenti e soprattutto una campagna di comunicazione relativa all'insediamento della nuova area pedonale perché sia i barlettani che i residenti dei paesi limitrofi non siano colti di sorpresa dalla misura adottata ma possano essere invogliati a frequentare la nostra città.
Tutto questo lo abbiamo riferito al sindaco in occasione di un incontro tenutosi il 21 marzo a Palazzo di Città. Di tutta risposta abbiamo ricevuto un netto rifiuto. Nessuna volontà di confronto o mediazione. Chiusura totale. È ferma volontà di quest'amministrazione decimare ancora quel che resta del commercio cittadino.
È una priorità per il sindaco Cannito e tutti coloro che lo sostengono. Non ne vedono altre. Che peccato!»
«Noi commercianti siamo a favore di un'isola pedonale a condizione che sia ben fatta perché vorremmo poter programmare e pianificare lo sviluppo economico in maniera seria e senza dover subire conseguenze e danni di provvedimenti a singhiozzo. Perciò abbiamo proposto al sindaco e all'intera amministrazione comunale di migliorare la realizzazione dell'isola pedonale con alcuni punti qualificanti perché così è pensata male e realizzata peggio, come dimostra il fatto che per molte delle ore di chiusura pedonale la strada resta desolatamente vuota, le persone disorientate ed il traffico intorno completamente imbottigliato.
Abbiamo proposto di migliorare le condizioni di corso Vittorio Emanuele attraverso interventi di implementazione di arredo urbano. Ci piacerebbe rendere più attrattivo il nostro corso principale con la installazione di panchine, un'area ludica per bambini, delle rastrelliere per biciclette, il montaggio di cestini stradali di rifiuti differenziati (carta, plastica, vetro e secco residuo) e magari con la presenza di aree verdi.
Oltre all'arredo urbano è importante, secondo noi, rafforzare la vocazione commerciale di Corso Vittorio Emanuele magari con la possibilità di concedere autorizzazioni per il montaggio di Dehors, un'area per eventi e manifestazioni. Capitolo viabilità e parcheggi. Troviamo assurdo che sia stata lanciata l'iniziativa senza nessuna preoccupazione dell'impatto sulla viabilità. Ecco le nostre proposte: individuazione di parcheggi nelle zone limitrofe con segnaletica indicativa, rimodulazione della viabilità nelle strade adiacenti l'isola pedonale, individuazione di aree parcheggio presidiate nei varchi di accesso della città e navette che consentano di raggiungere il centro, aumento delle corse del trasporto pubblico locale inclusi i giorni domenicali e festivi. Infine alcuni doverosi accorgimenti: possibilità di carico e scarico per attività commerciali "food", la possibilità di transito per operatori commerciali come fioristi in occasione di eventi religiosi, pass per i residenti e soprattutto una campagna di comunicazione relativa all'insediamento della nuova area pedonale perché sia i barlettani che i residenti dei paesi limitrofi non siano colti di sorpresa dalla misura adottata ma possano essere invogliati a frequentare la nostra città.
Tutto questo lo abbiamo riferito al sindaco in occasione di un incontro tenutosi il 21 marzo a Palazzo di Città. Di tutta risposta abbiamo ricevuto un netto rifiuto. Nessuna volontà di confronto o mediazione. Chiusura totale. È ferma volontà di quest'amministrazione decimare ancora quel che resta del commercio cittadino.
È una priorità per il sindaco Cannito e tutti coloro che lo sostengono. Non ne vedono altre. Che peccato!»