Chiude il bookshop di Canne della Battaglia

Il vincitore Annibale perde al botteghino. Dieci anni indietro come accoglienza turistica

martedì 28 settembre 2010
E' proprio un brutto paradosso storico: l'avviso che ne decreta la chiusura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale esattamente il 2 agosto scorso, nel 2226° anniversario della sua più celebre vittoria, vittoria celebrata in tutto il mondo meno qui, proprio qui a Canne della Battaglia. Ma Annibale, vincitore assoluto allora, è stato invece condannato dai burocrati a perdere al botteghino del bookshop sulle statistiche dei visitatori paganti. E così il Ministero dei Beni culturali, in epoca di tagli alla cultura, ha di fatto declassato il nostro sito archeologico (unico di proprietà statale nella provincia), sulla scorta delle verifiche a fine 2009, nella fascia posta al di sotto dei 200.000 visitatori paganti, e lo ha escluso dalla gara per l'affidamento dei cosiddetti "servizi aggiuntivi" (bookshop, caffetteria, vendita di prodotti editoriali, biglietteria compresa ovviamente). Gara peraltro dove trovano posto altri due beni statali, Castel del Monte ad Andria ed il Castello Svevo di Trani.

Ma non si tratta di un brusco soprassalto da chissà quali sogni felici. Proprio domenica 2 agosto, quando il nostro Comitato celebrava come organizzazione di volontariato coi pochi mezzi economici disponibili ma con forte richiamo popolare (annullo filatelico, mostra d'arte, presentazione di libri, concerto musicale, degustazioni) l'anniversario della Battaglia nell'area della stazioncina con centinaia di persone e tanta animazione, l'Antiquarium esponeva il cartello "chiuso al pubblico" senza tante spiegazioni, nemmeno a chi (come l'assessore provinciale Dario Damiani) le aveva pubblicamente pretese dopo aver ricevuto in diretta le lamentele dei tanti visitatori rimasti a bocca asciutta.

Quando si sapranno i risultati del bando di gara, al più presto immaginiamo, le prospettive sono nerissime. Chiusura del bookshop come struttura di accoglienza e perdita di posti di lavoro, almeno due in pianta stabile ed un turn over di sei unità, tutti giovani esperti nella gestione di servizi collegati alla visitabilità e fruibilità dei beni culturali. Poi, forse anche fra meno di un mese, il vuoto.

Come correre ai ripari deve saperlo il Comune di Barletta ed in prima persona il sindaco Maffei, che si ritrova sul groppone lo scatolone di cemento rappresentato dal secondo plesso proprio dell'Antiquarium, oggi desolatamente vuoto, già costato diverse centinaia di miglia di euro e che è destinato ad assorbire la bella cifra di altri 750.000 euro nel Piano triennale delle opere pubbliche, dove si colloca al primo posto come entità della spesa annessi e connessi.

Torneremo in argomento sulla base di nuovi dati e di nuove notizie. Il nostro Comitato invita alla mobilitazione di tutte le forze culturali, associative, economiche e produttive della città di Barletta e della Provincia per scongiurare tale pericolo: la chiusura dell'Antiquarium prelude ad una stagione infelice per la nostra Cultura, che sicuramente tiene conto di grandi eventi come la prossima mostra dei De Nittis a Parigi ma che deve pubblicamente ragionare delle ricadute immediate proprio sul Territorio della normale gestione e conduzione dei siti dove si misura la cosiddetta economia reale. Anche in vista della prossima rielezione del sindaco e del consiglio comunale nella prossima primavera: uno scivolone su questo terreno è quanto mai possibile, ma sarebbe molto meglio evitarlo. Per il benessere di tutti, nessuno escluso.

Nino Vinella, Presidente