Chi salverà l’En.A.I.P.?

«Dovremmo cercare una collaborazione con le ACLI». Circa 300 dipendenti a rischio

domenica 4 settembre 2011 20.04
Tra il 22 ed il 29 luglio scorso, in una fitta serie di incontri, alcuni tenutisi in Regione tra le Organizzazioni Sindacali, gli Assessori delle sei Province Pugliesi e gli Assessori Regionali alla Formazione Professionale Alba Sasso ed al Welfare Elena Gentile, unitamente alla Task Force per l'Occupazione ed altro tenutosi invece presso l'UPI (Unione Province Italiane) e presieduto da Francesco Schittulli, è stato affrontato il problema della crisi EnAIP.

L'Ente in questione ha da salvare 288 dipendenti, di cui 163 sono oggi dislocati presso i Centri per l'Impiego gestiti dalle Provincie, mentre 125 permangono presso l'Ente medesimo.

All'indomani della disamina già la stampa riportava "300 preavvisi di licenziamento sono stati consegnati. Adesso ci sono 90 giorni per rivedere la situazione e per far sì che questa emergenza rientri"; ed ancora "la crisi dell'Enaip non è più affatto sostenibile" anche alla luce di quell'emendamento pluripartisan bocciato dal governo regionale (e che avrebbe previsto un finanziamento da un milione di euro per avviare un incentivo al prepensionamento). L'Enaip ha un buco da 11 milioni di euro!".

In vero si sapeva anche che, senza un adeguato governo della crisi che favorisse intanto lo sblocco di crediti vantati dall'EnAIP verso Regione e Province, l'Ente andava inesorabilmente, già in agosto 2011, verso una deadline, costretto com'era dalla necessità di far fronte agli obblighi di pagamento di contribuzioni ed imposte arretrate oltre interessi legali: una vera e propria situazione di insolvenza.

Da più parti si è invocata l'assunzione di responsabilità collettive, ma come può la Regione Puglia soccorrere sino in fondo l'Ente storico, chiusa com'è nella morsa del rispetto del Patto di stabilità interno, quest'ultimo agganciato per giunta all'annualità 2005, nella quale si è evidenziato il più basso tetto di spesa gestionale storicizzato degli ultimi anni?

Il Presidente delle Acli pugliesi Gianluca Budano, da responsabile nel Mezzogiorno della stessa associazione e del Forum Regionale del Terzo Settore Pugliese, a questo punto, tiri fuori il meglio del sistema aclista meridionale per risolvere la crisi della formazione professionale in Puglia, che vede proprio nell'Enaip, l'ente principale del panorama dell'offerta formativa, in grave crisi per lo stratificarsi di responsabilità almeno trentennali del sistema politico e del privato sociale pugliese.

Ho letto con piacere ma anche con stupore su "Il Sole 24 ore Sud", che le ACLI hanno un soggetto con 30 armi di esperienza alle spalle, rilanciato dallo stesso Budano, che ne ha fatto tra l'altro un contenitore innovativo nella base sociale, ma anche nella missìon dell'impresa sociale, che si occupa da tempo di salvaguardia e valorizzazione dei beni artistici e culturali come nel caso del centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Barletta, uno dei più importanti del mezzogiorno, da anni ospitato nell'ex Convento San Domenico e, di recente coinvolto in progettazione integrata per il mezzogiorno anche in materia di formazione professionale.

Mi domando: "Perché mai le ACLI non rilevano pezzi del sistema Enaip Puglia, in modo sostenerlo indirettamente, di guisa da salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti impegnati nei Centri Territoriali per l'Impiego, oggi a rischio a causa del franare del sistema di formazione professionale pugliese, che non ha completato la sua transizione da organismo parapubblico a struttura privata? Perché non mettere in campo questo "gioiello di famiglia" aclista?
La BAT, attraverso l'Assessorato da me rappresentato, si dichiara sin d'ora disponibile a dialogare su ipotesi di questo tipo, cercando e studiando percorsi di collaborazione che possano anche portare a valorizzare l'esperienza di Con.Sud., a servizio del miglioramento delle politiche della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro della nostra Provincia.

Ci pensino le ACLI così come i miei colleghi assessori provinciali di Bari - Mary Rina, di Brindisi - Enzo Ecclesie, di Foggia - Leonardo Lallo, di Lecce - Ernesto Toma e di Taranto - Luciano De Gregorio, nonché la stessa Regione Puglia, almeno per gli incentivi che può mettere in campo in questa direzione, oltreché meditando la costituzione di un'Agenzia regionale che magari accolli a se l'intero sistema, sganciando gli operatori dagli Enti di Formazione storici.