Centrali a biomasse? Una nuova Eldorado
Chiarezza sull'argomento, risorsa o moda?
lunedì 8 marzo 2010
10.00
È da diverso tempo che ormai la cittadinanza barlettana si sta interessando sempre più alla questione sulle centrali a biomasse, che dovrebbe essere impiantata in via Foggia. Numerosi sono gli incontri che si stanno effettuando nella città per sensibilizzare i barlettani al tema. Nell'obiettivo di far chiarezza, abbiamo incontrato l'avvocato Gennaro Rociola, ex Assessore all'ambiente e al piano urbanistico, per fargli qualche domanda in merito.
Cosa ne pensa delle centrali a biomasse?
«Penso che sia diventata una nuova moda pensare a queste centrali, una nuova Eldorado, nelle mani dell'amministrazione che si trova sotto le lusinghe dei privati. C'è una nuova corsa a presentare le domande per l'autorizzazione per la costruzione di queste centrali, alla Regione. Autorizzazioni che la Regione sta dando.»
Possono rappresentare realmente una risorsa per il Paese?
«Non penso che possa essere una reale risorsa, se non viene razionalizzata come scelta. L'insediamento a macchia d'olio di diverse centrali, previste a Barletta, Andria … rappresenterebbero una vera e propria "bomba", bisognerebbe scegliere un'unica città comune per creare, al massimo, un'unica centrale.»
Da quanto tempo si parla di queste centrali all'interno dell'amministrazione comunale?
«Quando ero Assessore si iniziavano a sentire i primi accenni della questione, ma era un tema ancora nella mente dei privati.»
L'attivazione di questa centrale può essere una fonte di disturbo per la salute dei cittadini?
«Personalmente credo di sì, anche se non sono accertati gli effetti. È un po' come il problema dell'elettrosmog. Più volte ci si chiede come mai l'Amministrazione, che dovrebbe rappresentare lo specchio della città, non riesce a sentire l'eco negativo che i cittadini stanno lanciando sulla decisione della centrale. Evidentemente o sono convinti di far del bene o sono affetti da uno "strabismo-conveniente". Con la delibera del 22 dicembre 2009, in realtà, mezza decisione è stata già presa per la costruzione della centrale, essendo stato presentato, in quella delibera due atti: il PIP (Piano Insediamento Produttivo), in cui viene individuata l'aria di territorio per l'insediamento produttivo di materiali che sono nocivi per la cittadinanza, piazzando queste imprese al di fuori della rete urbanistica, e il PUG (Piano Urbanistico Generale) , che rappresenta una radiografia del territorio proiettandola verso il futuro. Il problema è dunque serio. L'amministrazione, per quanto cerchi di trovare soluzioni alle problematiche della città, è sorda alla volontà dei cittadini che sono l'anima della città».
L'avvocato conclude affermando: «Le centrali potrebbero essere una risorsa, ma non se la scelta non viene ragionata, studiata e meditata da esperti per salvaguardare la salute dei cittadini e della città stessa».
Cosa ne pensa delle centrali a biomasse?
«Penso che sia diventata una nuova moda pensare a queste centrali, una nuova Eldorado, nelle mani dell'amministrazione che si trova sotto le lusinghe dei privati. C'è una nuova corsa a presentare le domande per l'autorizzazione per la costruzione di queste centrali, alla Regione. Autorizzazioni che la Regione sta dando.»
Possono rappresentare realmente una risorsa per il Paese?
«Non penso che possa essere una reale risorsa, se non viene razionalizzata come scelta. L'insediamento a macchia d'olio di diverse centrali, previste a Barletta, Andria … rappresenterebbero una vera e propria "bomba", bisognerebbe scegliere un'unica città comune per creare, al massimo, un'unica centrale.»
Da quanto tempo si parla di queste centrali all'interno dell'amministrazione comunale?
«Quando ero Assessore si iniziavano a sentire i primi accenni della questione, ma era un tema ancora nella mente dei privati.»
L'attivazione di questa centrale può essere una fonte di disturbo per la salute dei cittadini?
«Personalmente credo di sì, anche se non sono accertati gli effetti. È un po' come il problema dell'elettrosmog. Più volte ci si chiede come mai l'Amministrazione, che dovrebbe rappresentare lo specchio della città, non riesce a sentire l'eco negativo che i cittadini stanno lanciando sulla decisione della centrale. Evidentemente o sono convinti di far del bene o sono affetti da uno "strabismo-conveniente". Con la delibera del 22 dicembre 2009, in realtà, mezza decisione è stata già presa per la costruzione della centrale, essendo stato presentato, in quella delibera due atti: il PIP (Piano Insediamento Produttivo), in cui viene individuata l'aria di territorio per l'insediamento produttivo di materiali che sono nocivi per la cittadinanza, piazzando queste imprese al di fuori della rete urbanistica, e il PUG (Piano Urbanistico Generale) , che rappresenta una radiografia del territorio proiettandola verso il futuro. Il problema è dunque serio. L'amministrazione, per quanto cerchi di trovare soluzioni alle problematiche della città, è sorda alla volontà dei cittadini che sono l'anima della città».
L'avvocato conclude affermando: «Le centrali potrebbero essere una risorsa, ma non se la scelta non viene ragionata, studiata e meditata da esperti per salvaguardare la salute dei cittadini e della città stessa».