Cattive abitudini italiane, anche a Barletta

La cultura a “amici degli amici” non paga i barlettani. Ci si rivolge sempre ad aziende estranee al territorio

domenica 28 ottobre 2012
A cura di Paolo Doronzo
Questo è un periodo difficile dal punto di vista economico. C'è stato negli ultimi anni uno sbandieramento dei 'valori' d'impresa, dei giovani che devono avere il coraggio di investire, soprattutto nel proprio territorio; belle parole come sviluppo, occupazione e occasioni di lavoro. Slogan. Siamo sempre al palo: disoccupazione disastrosa, imprese che falliscono sia per la crisi ma anche per le difficoltà di accesso al credito, ormai famigerate. Sembra che l'Italia sia destinata a restare attaccata alla promessa del milione di posti di lavoro. Una vana bugia a cui è rimasta appesa una generazione, intanto depauperata in tutto.

La cosa più triste di questi anni è non avere più interlocutori. La politica non è più una cosa seria. Le Istituzioni sbeffeggiano i cittadini, e non li aiutano a tamponare una situazione di estrema necessità. Si badi che questo accade a tutti i livelli. Se esistono anche poche possibilità di portare lavoro e sviluppo nel territorio, perché non sfruttarle?

Anche il Comune di Barletta non offre giusti esempi in tal senso: con deliberazione dirigenziale n. 1485 del 9 ottobre 2012 del Settore Beni e Servizi culturali, è stato assegnato un contributo di circa 20mila euro alla ditta Pagina Soc. Coop. di Bari per la realizzazione grafica e stampa di materiale riguardante la comunicazione della stagione teatrale 2012-2013 del Teatro Curci. Ancora una volta un'azienda non barlettana che beneficia dei soldi del Comune. Come se Barletta sia carente d'imprese del settore grafico. Si legge nella delibera: "ditta di comprovata esperienza", ma non credo unica. Inoltre il documento specifica che il Comune si è rivolto ad essa anche nelle passate stagioni teatrali, e aggiungiamo anche per tutti gli eventi culturali come le mostre made Angiuli a Palazzo della Marra, di cui Barlettalife si è già occupata in una disamina dettagliata delle spese dell'ultima "Odore della luce". Ci si rivolge sempre ad aziende estranee al territorio, non provocando mai i benefici che la cultura e il turismo dovrebbero recare ai barlettani. Lungi dal pensar che esista un giro di amici degli amici, non si comprende il motivo per cui non si lasci fare esperienza, affinché sia "comprovata", alle imprese barlettane di grafica, e non solo.