Caso-Ilva, il dg dell'Arpa Assennato smentisce pressioni del Presidente Vendola

In risposta agli atti giudiziari che hanno portato all'arresto di 7 persone nelle inchieste sull'azienda tarantina. In una conferenza stampa tenuta ieri: "Trovo assurda un'ipotesi di reato"

mercoledì 28 novembre 2012 0.25
A cura di Luca Guerra
Dopo i nuovi arresti e il blocco delle attività annunciato dall'Ilva, la situazione è tesissima, anche in virtù delle presunto coinvolgimento del presidente della regione Puglia Nichi Vendola per pressioni sul direttore generale dell'Agenzia Regionale Per La Protezione Ambientale, Giorgio Assennato, perché ammorbidisse le relazioni sulle emissioni inquinanti dell'azienda tarantina. Una tesi smentita nella giornata di ieri dallo stesso Assennato, che ha negato qualsiasi responsabilità del Governatore pugliese o di uomini del suo staff.

"Chiederò al procuratore Sebastio di inviarmi un avvio di garanzia perché trovo semplicemente assurdo riscontrare un'ipotesi di reato nei documenti che oggi (ieri, ndr) ho visto sui giornali" Così il direttore generale dell'Arpa, durante una conferenza stampa tenutasi ieri mattina su Lungomare Trieste, a Bari, presso la sede dell'ente, ha negato di aver ricevuto pressioni dal Governatore Vendola o da politici tarantini per ammorbire le relazioni. Una chiara risposta a quanto scritto nelle carte dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, sull'ordinanza di arresto a carico dei vertici dell'azienda jonica, sette tra dirigenti Ilva e amministratori pubblici, nella quale è stato anche ordinato il sequestro di sei reparti dello stabilimento. Sul piatto dell'accusa vi erano mail telefonate risalenti al 2010, dell'ex responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva, Giorlamo Archinà, licenziato ad agosto scorso, al presidente della Regione Puglia, dalle quali sarebbe emersa la figura di un Vendola adirato nei confronti di Assennato. "E' incredibile leggere che avrei ammorbidito la mia posizione sull'Ilva- ha rincarato la dose Assennato- per favorire il mio rinnovo di contratto. Vendola non mi ha mai chiesto di essere cauto nei giudizi. Abbiamo soltanto avuto alcune discussioni, peraltro fisiologiche in un rapporto tra un organo tecnico come il nostro e una struttura politica. Il mio unico interesse è proteggere e garantire la terzietà dell'apparato di tecnici messo a disposizione".

Nell'ordinanza di circa 500 pagine del gip Todisco si rivolge un'accusa pesantissima al presidente della Regione Puglia, che non è indagato, chiamando in causa anche funzionari e assessori, come l'ex capo di gabinetto di Vendola, avv.Francesco Manna, e l'assessore e compagno di partito del presidente, Nicola Fratoianni, incaricati di "frantumare" Assennato. Nell'ordinanza, il gip Todisco riporta- tra le altre- una telefonata del 30 giugno 2010 tra Archinà e il segretario provinciale della Cisl di Taranto, Daniela Fumarola, nella quale l'ex funzionario Ilva afferma che "l'avvocato Manna (allora capo di gabinetto del presidente della Regione) e l'assessore Fratoianni erano stati incaricati dal presidente Vendola di frantumare Assennato". "Il complesso delle intercettazioni relative alle pressioni sul professor Assennato – aveva scritto il gip – è da ritenersi, oltre ogni ragionevole dubbio, assolutamente attendibile". Accuse alle quali il presidente Vendola aveva risposto in un'intervista esclusiva rilasciata a Telenorba due giorni fa, asserendo che "Il direttore dell'Arpa Giorgio Assennato può raccontare se ha mai subito o pressioni o tirate d'orecchie da parte mia. Le mie pressioni sono andate sempre nella direzione di essere inflessibili in termini di ambientalizzazione". Ora la palla potrebbe ripassare alla Procura.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fonte foto: ansa.it