Case in nero, tutti barlettani gli imprenditori coinvolti
Il Procuratore Capristo: «L'invito agli acquirenti è di collaborare con la magistratura»
venerdì 1 agosto 2014
13.58
Sono quattro gli imprenditori finiti nei guai per l'operazione "Found Paradise" della Guardia di Finanza di Barletta con il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani. Continua, infatti, la lotta agli acquisti di abitazioni con soldi non dichiarati, cosiddetti a "nero", che in questa operazione ha portato alla scoperta di redditi sottratti a tassazione per oltre 10 milioni di euro. Tre dei quattro imprenditori tutti di origine barlettana, di cui due uomini D.L. di 37 anni e B.A. di 39 anni ed una donna C.M.V. di 62 anni, sono stati raggiunti dalle ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari mentre per il quarto imprenditore coinvolto, P.L. di 71 anni, vi è stata la richiesta di patteggiamento della pena. Questo quanto comunicato dalle forze dell'ordine durante la conferenza stampa, ma su alcuni mezzi d'informazione sono apparsi i nomi degli imprenditori coinvolti, che sarebbero Maria Virgina Crescente, Luigi Del Vecchio, Angelo Battaglia. Il titolare della quarta impresa coinvolta nell'inchiesta, Pasquale Lanciano, avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
Sono 184 gli appartamenti nuovi ceduti con in media il 40% del prezzo di vendita corrisposto senza lasciar traccia. L'evasione scoperta ammonta a poco meno di 3 milioni di euro tra Ires, Iva ed Irap, soldi che la magistratura tranese ha ordinato di sequestrare preventivamente dalle disponibilità patrimoniali ed economiche sia personali che aziendali dei soggetti coinvolti.
L'indagine, in realtà, prosegue ed è arrivata dopo altre due operazioni già svolte nelle città di Barletta e Trani. In particolare nella precedente inchiesta, svolta sempre nella città della disfida, sono stati tutti condannati in primo grado i 9 imprenditori coinvolti. Le verifiche fiscali e le indagini degli accertamenti penali, sono state svolte per un periodo compreso tra il 2007 ed il 2011 e con l'approfondimento fiscale su diversi acquirenti delle abitazioni. «E' un mal costume diffuso ed in crescita in questi ultimi anni - ha detto durante la conferenza stampa di questa mattina il Procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo - io non posso che invitare tutti gli acquirenti a collaborare con la magistratura e le forze dell'ordine per non incorrere in possibili accuse di favoreggiamento. Gli unici a guadagnarci sono gli imprenditori veri registi di questa evasione». Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Michele Ruggiero, hanno appurato che in diversi casi i mutui richiesti erano della somma complessiva di vendita per poi non corrispondere al prezzo finale formale concordato e scritto negli atti di acquisto. Le indagini proseguono in tutto il territorio del nord barese.
Sono 184 gli appartamenti nuovi ceduti con in media il 40% del prezzo di vendita corrisposto senza lasciar traccia. L'evasione scoperta ammonta a poco meno di 3 milioni di euro tra Ires, Iva ed Irap, soldi che la magistratura tranese ha ordinato di sequestrare preventivamente dalle disponibilità patrimoniali ed economiche sia personali che aziendali dei soggetti coinvolti.
L'indagine, in realtà, prosegue ed è arrivata dopo altre due operazioni già svolte nelle città di Barletta e Trani. In particolare nella precedente inchiesta, svolta sempre nella città della disfida, sono stati tutti condannati in primo grado i 9 imprenditori coinvolti. Le verifiche fiscali e le indagini degli accertamenti penali, sono state svolte per un periodo compreso tra il 2007 ed il 2011 e con l'approfondimento fiscale su diversi acquirenti delle abitazioni. «E' un mal costume diffuso ed in crescita in questi ultimi anni - ha detto durante la conferenza stampa di questa mattina il Procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo - io non posso che invitare tutti gli acquirenti a collaborare con la magistratura e le forze dell'ordine per non incorrere in possibili accuse di favoreggiamento. Gli unici a guadagnarci sono gli imprenditori veri registi di questa evasione». Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Michele Ruggiero, hanno appurato che in diversi casi i mutui richiesti erano della somma complessiva di vendita per poi non corrispondere al prezzo finale formale concordato e scritto negli atti di acquisto. Le indagini proseguono in tutto il territorio del nord barese.
«Il caso a Barletta – ma è una pratica diffusa in tante parti del Paese - è scoppiato nel 2011, e ha avuto anche grande risonanza sui mezzi di informazione nazionali» ha commentato il sindaco Pasquale Cascella. «Non sono nemmeno mancate eclatanti prime sentenze, per cui può anche non suscitare particolare sensazione la notizia dell'arresto, disposto dalla Magistratura, di tre imprenditori edili (un quarto ha invece patteggiato la pena) già destinatari di avvisi di garanzia per una evasione fiscale di circa 10 milioni di euro realizzata, tra il 2007 e il 2010, con corrispettivi in nero nella vendita di unità immobiliari. Ma, fermo restando le garanzie che spettano in ogni procedimento giudiziario, la vicenda deve fare pur riflettere su un fenomeno che si sa essere latente, in qualche modo tollerato perché considerato "conveniente" ai soggetti contraenti, che addirittura favorirebbe l'economia. In realtà colpisce e compromette la concorrenza e le stesse possibilità di riqualificare e rilanciare una attività produttiva – come quella del settore delle costruzioni – essenziale per la vitalità dell'economia cittadina.
Barletta merita di avere una economia pulita, attività produttive sane, rapporti di scambio rispettosi delle regole. Diciamolo chiaro, una volta per tutte: ogni episodio al di fuori della legalità non può che essere considerato offensivo della storia civile della nostra città».
Barletta merita di avere una economia pulita, attività produttive sane, rapporti di scambio rispettosi delle regole. Diciamolo chiaro, una volta per tutte: ogni episodio al di fuori della legalità non può che essere considerato offensivo della storia civile della nostra città».