Cascella chiede a Villani di ritirare le dimissioni
Damiani: «Uno specchietto per le allodole per attrarre consensi in campagna elettorale?»
lunedì 4 novembre 2013
11.12
Il sindaco Pasquale Cascella ha chiesto al professor Ugo Villani di ritirare le dimissioni da assessore alle Politiche dei Diritti e dei Doveri. Villani aveva motivato la sua scelta con "l'intensificarsi degli impegni universitari e scientifici" che "non mi consente più - ha scritto - di svolgere, con la necessaria continuità, i delicati compiti connessi al mio assessorato, compiti che, per quanto poco appariscenti all'esterno, richiedono una estrema, continua attenzione ai diversi profili della vita amministrativa".
Nell'esprimere al professor Villani la personale solidarietà per "le difficoltà a cui ha dovuto far fronte con il sovraccarico dell'incarico" di Giunta, "costato non solo fatica ma anche incomprensioni e amarezze", il sindaco di Barletta nella sua lettera di risposta ha rilevato che il ruolo dell'assessore "è stato essenziale per dare credibilità e fiducia alla comune azione". Per questo, nel momento in cui l'Amministrazione si accinge a fare avanzare le linee programmatiche, a cui lo stesso assessore Villani ha dato un essenziale contributo di elaborazione, il sindaco gli ha rappresentato "la sentita aspettativa dell'intera Giunta" di continuare a "condividere l'impegnativo cammino" verso "un cambiamento profondo per lo sviluppo economico e sociale e il progresso civile della città".
«Le dimissioni del professor Ugo Villani dall'incarico di assessore alle Politiche dei Diritti e dei Doveri del Comune di Barletta non rappresentano certo un fulmine a ciel sereno - è invece la lettura che dà il capogruppo consiliare del PdL, Dario Damiani - da tempo, nonostante la brevità dell'esperienza amministrativa, il fuoco dell'insoddisfazione covava sotto la cenere ed erano ben noti gli attriti del docente universitario all'interno della Giunta e nei rapporti con il sindaco. L'amministrazione guidata da Pasquale Cascella, a pochissimi mesi dal suo insediamento, perde dunque l'esponente di punta, il nome eccellente annunciato nel vivo della campagna elettorale a garanzia di rinnovamento rispetto alle pessime pratiche amministrative del precedente governo di centrosinistra. Gravemente sintomatico del clima politico che si respira all'interno della coalizione è il fatto che a sbattere la porta per primo sia stato proprio il professor Ugo Villani, figura dall'indiscutibile prestigio e autorevolezza, che evidentemente non ha trovato corrispondenza di intenti all'interno della compagine amministrativa, al punto da determinarsi a rassegnare le dimissioni nel volgere di una manciata di mesi».
«Uno specchietto per le allodole, dunque - continua Damiani - manovrato ad arte in campagna elettorale per attrarre consensi? Il dubbio è lecito, considerando che la tanto decantata "Trasparenza" per questa maggioranza sembra essere una bandiera solo formale ma priva di sostanza: il sindaco Cascella, che nel suo recente passato professionale annovera esperienze di comunicazione ai massimi vertici istituzionali, si è ben guardato dal diffondere una notizia di grande interesse pubblico come l'avvenuta presentazione delle dimissioni del professor Villani; neanche una nota stampa di poche righe, sebbene al sindaco non manchino certo i collaboratori in grado di assisterlo nell'estensione dei testi, dall'Ufficio stampa alla portavoce new entry. La recente classifica del Ministero della Pubblica Amministrazione in fondo c'aveva visto chiaro: Barletta? Voto zero in trasparenza amministrativa».
Nell'esprimere al professor Villani la personale solidarietà per "le difficoltà a cui ha dovuto far fronte con il sovraccarico dell'incarico" di Giunta, "costato non solo fatica ma anche incomprensioni e amarezze", il sindaco di Barletta nella sua lettera di risposta ha rilevato che il ruolo dell'assessore "è stato essenziale per dare credibilità e fiducia alla comune azione". Per questo, nel momento in cui l'Amministrazione si accinge a fare avanzare le linee programmatiche, a cui lo stesso assessore Villani ha dato un essenziale contributo di elaborazione, il sindaco gli ha rappresentato "la sentita aspettativa dell'intera Giunta" di continuare a "condividere l'impegnativo cammino" verso "un cambiamento profondo per lo sviluppo economico e sociale e il progresso civile della città".
«Le dimissioni del professor Ugo Villani dall'incarico di assessore alle Politiche dei Diritti e dei Doveri del Comune di Barletta non rappresentano certo un fulmine a ciel sereno - è invece la lettura che dà il capogruppo consiliare del PdL, Dario Damiani - da tempo, nonostante la brevità dell'esperienza amministrativa, il fuoco dell'insoddisfazione covava sotto la cenere ed erano ben noti gli attriti del docente universitario all'interno della Giunta e nei rapporti con il sindaco. L'amministrazione guidata da Pasquale Cascella, a pochissimi mesi dal suo insediamento, perde dunque l'esponente di punta, il nome eccellente annunciato nel vivo della campagna elettorale a garanzia di rinnovamento rispetto alle pessime pratiche amministrative del precedente governo di centrosinistra. Gravemente sintomatico del clima politico che si respira all'interno della coalizione è il fatto che a sbattere la porta per primo sia stato proprio il professor Ugo Villani, figura dall'indiscutibile prestigio e autorevolezza, che evidentemente non ha trovato corrispondenza di intenti all'interno della compagine amministrativa, al punto da determinarsi a rassegnare le dimissioni nel volgere di una manciata di mesi».
«Uno specchietto per le allodole, dunque - continua Damiani - manovrato ad arte in campagna elettorale per attrarre consensi? Il dubbio è lecito, considerando che la tanto decantata "Trasparenza" per questa maggioranza sembra essere una bandiera solo formale ma priva di sostanza: il sindaco Cascella, che nel suo recente passato professionale annovera esperienze di comunicazione ai massimi vertici istituzionali, si è ben guardato dal diffondere una notizia di grande interesse pubblico come l'avvenuta presentazione delle dimissioni del professor Villani; neanche una nota stampa di poche righe, sebbene al sindaco non manchino certo i collaboratori in grado di assisterlo nell'estensione dei testi, dall'Ufficio stampa alla portavoce new entry. La recente classifica del Ministero della Pubblica Amministrazione in fondo c'aveva visto chiaro: Barletta? Voto zero in trasparenza amministrativa».
Esiste un termine specifico per la decorrenza delle dimissioni di un assessore e la conseguente possibilità di accoglimento della richiesta di revocarle?
Occorre sottolineare, in prima battuta, che il Tuel nulla dispone al riguardo. Si ritiene, tuttavia, consolidato nell'ordinamento il principio dell'immediata operatività e irretrattabilità delle dimissioni degli amministratori degli Enti locali, a far tempo dall'abrogazione dell'istituto della presa d'atto, operata dalla legge di riforma delle autonomie locali 142/1990.
Tale principio espressamente sancito nell'articolo 36, comma 8, del Tuel 267/2000 per le dimissioni dei Consiglieri, assume carattere generale e non viene messo in discussione dalla speciale disciplina prevista per quelle del sindaco, la cui revocabilità è giustificata dal rilievo della gravità delle conseguenze connesse alla loro presentazione.
Pertanto, le dimissioni dell'assessore, nel caso di specie, sono da considerarsi irrevocabili sin dalla data della loro presentazione. Quanto alla possibilità di essere nuovamente investito della carica, in assenza di un espresso divieto in tal senso da parte del legislatore statale, si ritiene ammissibile tale evenienza, fermo restando che il relativo provvedimento ha efficacia ex nunc.
[Risposta del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell'Interno, tratta da "Guida agli Enti Locali" (n.42 del 23/10/2010) de "Il Sole 24 Ore"]
Occorre sottolineare, in prima battuta, che il Tuel nulla dispone al riguardo. Si ritiene, tuttavia, consolidato nell'ordinamento il principio dell'immediata operatività e irretrattabilità delle dimissioni degli amministratori degli Enti locali, a far tempo dall'abrogazione dell'istituto della presa d'atto, operata dalla legge di riforma delle autonomie locali 142/1990.
Tale principio espressamente sancito nell'articolo 36, comma 8, del Tuel 267/2000 per le dimissioni dei Consiglieri, assume carattere generale e non viene messo in discussione dalla speciale disciplina prevista per quelle del sindaco, la cui revocabilità è giustificata dal rilievo della gravità delle conseguenze connesse alla loro presentazione.
Pertanto, le dimissioni dell'assessore, nel caso di specie, sono da considerarsi irrevocabili sin dalla data della loro presentazione. Quanto alla possibilità di essere nuovamente investito della carica, in assenza di un espresso divieto in tal senso da parte del legislatore statale, si ritiene ammissibile tale evenienza, fermo restando che il relativo provvedimento ha efficacia ex nunc.
[Risposta del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell'Interno, tratta da "Guida agli Enti Locali" (n.42 del 23/10/2010) de "Il Sole 24 Ore"]