«Casapound vuole portarci indietro con le lancette della storia»

Angelo Dileo del Collettivo Exit interviene contro il gruppo di estrema destra. «Anche la nostra città sembra avvolta da una coltre di totale amnesia»

giovedì 26 gennaio 2012
«Non ci interessa aprire una polemica con realtà come La Destra o i giovani Socialisti che in queste ultime settimane stanno difendendo a spada tratta i loro amici neofascisti di Casapound; non rispondiamo a chi non rappresenta assolutamente nulla sul nostro territorio e di cui la gente non conosce nemmeno l'esistenza». Durissimo e passionale Angelo Dileo per il Collettivo Exit, attento a quanto successo attorno alla questione Casapound, questione attinente alla organizzata raccolta firme contro il governo Monti, a Barletta. «A noi interessa rimarcare con forza che non è possibile tollerare che nelle nostre città ci siano realtà che si rifanno al fascismo e che possano tranquillamente esprimere posizioni xenofobe e reazionarie senza che nessuno faccia assolutamente nulla. Per questo come Collettivo EXIT lo scorso 18 dicembre insieme ad altre realtà antifasciste abbiamo indetto una contro-manifestazione nei confronti di Casapound nella nostra città. Lo abbiamo fatto a pochi giorni dalla strage razzista di Firenze dove un militante di questa organizzazione ha ucciso 2 senegalesi e ferito altri tre».

«Questo purtroppo è soltanto uno degli ultimi episodi di cui sono stati protagonisti esponenti di Casapound in giro per l'Italia, dove sono ormai all'ordine del giorno aggressioni nei confronti di chi ai loro occhi risulta "diverso" ,o per il colore della pelle, o per l' orientamento sessuale, oppure per le proprie idee politiche. Queste vili aggressioni avvengono perché in molte città questa organizzazione gode di protezioni ed appoggi da parte di autorevoli esponenti del PDL (esemplare il caso di Roma con Alemanno), che gli garantiscono una totale impunità. Questo dimostra la continuità che c'è stata fra questa organizzazione e il governo Berlusconi, responsabile della crisi economica e sociale che oggi il nostro Paese sta vivendo. Di tutto questo l'opinione pubblica sembra non accorgersi, come non si accorge che questa realtà neofascista vuole portarci indietro con le lancette della storia, farci ripiombare in un regime di terrore e razzismo».

«Anche la nostra città sembra avvolta da una coltre di totale amnesia, dove si cerca di far passare questi loschi figuri come delle vittime di fenomeni di intolleranza politica. Noi ribadiamo che i valori dell'antifascismo sono valori non negoziabili se si vuole costruire una società basata sulla giustizia sociale e che non possono essere manifestati solo in occasioni di commemorazioni istituzionali o peggio ancora essere l'alibi su cui costruirsi una visibilità politica come hanno fatto in questi anni alcuni esponenti dell'ANPI (Associazione nazionale Partigiani),senza peraltro spendere una sola parola al riguardo. Per questo pretendiamo che l'amministrazione Maffei prenda dei provvedimenti immediati nei confronti di queste organizzazioni,togliendoli qualsiasi agibilità politica come stanno facendo i Sindaci di molte città,se non vuole che sia responsabilità sua e della sua amministrazione che la nostra città sia attraversata da un clima di tensione».