Caritas e Comune di Barletta solidali con le nuove povertà

Firmato stamane il terzo protocollo d’intesa per incrementare i servizi sociali

mercoledì 22 ottobre 2014 13.56
A cura di Floriana Doronzo
Non c'è povertà se non c'è difetto, ma non sempre i proverbi ci azzeccano e i colpi della sorte possono essere inflitti all'improvviso, senza che nulla (al contrario di quello che sosteneva Machiavelli) dipenda dall'uomo. Uomini lasciati soli, superstiti di famiglie disgregate e vittime di forbici ragionieristiche poco clementi. Coscienti dello sviluppo di nuove povertà, l'assessore e la dirigente ai servizi sociali di Barletta Anna Rizzi Francabandiera e Santa Scommegna hanno firmato, con il neo responsabile della Caritas Lorenzo Chieppa e il parroco della Chiesa San Giovanni Apostolo Don Rino, un protocollo d'intesa che porta novità rispetto al precedente.

Dall'incontro, tenutosi nella sede della mensa sociale in Via Barberini, è emersa la consapevolezza di rafforzare l'erogazione di servizi sociali, smascherando-come afferma l'assessore Rizzi Francabandiera-i falsi poveri: «Abbiamo considerato una mappatura delle nuove povertà, che non riguardano più gli extra-comunitari, ma intere famiglie barlettane, che stanno sul lastrico e non riescono ad alzarsi. Nostro dovere è tutelare i bambini e per loro abbiamo pensato al pranzo da asporto, proprio per evitare che vivano a stretto contatto con il disagio. E poi c'è il fenomeno dei finti poveri, quelli che pensano che l'arroganza faccia loro guadagnare il diritto alla mensa sociale; la situazione è molto delicata e i controlli devono essere serrati».

Soddisfatto per la collaborazione, ma determinato a chiedere maggiore attenzione istituzionale è l'ex assessore al bilancio Lorenzo Chieppa: «L'intesa è ben salda con la Parrocchia San Giovanni apostolo-luogo simbolo di aggregazione comunitaria nel quartiere-e l'Amministrazione deve favorire l'implementazione degli spazi parrocchiali (chiese come SS. Crocificco e San Paolo) a veri e propri centri d'accoglienza in cui uomini e donne possano pernottare. Perché il problema, molto ignorato, è che a Barletta ci sono 40-50 cittadini che dormono nei giardini del Castello o nello scalo merci della stazione ferroviaria e questo non possiamo certo ignorarlo. Dobbiamo fare qualcosa per queste persone e garantire tre pasti al giorno evidentemente non è sufficiente. C'è bisogno di strutture fisse per gli indigenti, dobbiamo educarli all'igiene, al rispetto delle regole di convivenza sociale e civile, alla giusta gestione del denaro affinché la povertà sia affrontata con dignità». Su questa scia, la dirigente Santa Scommegna rassicura: «Stiamo cercando di creare uno sportello per le dipendenze, perché laddove c'è un disagio economico-familiare, si sviluppano tossicodipendenze, alcolismo, ludopatie ed è in particolare su queste ultime che stiamo cercando di intervenire, perché sono le maggiori responsabili di rottura familiare. Per fare questo, ci stiamo avvalendo della cooperazione dell'Asl, in modo da avere un supporto tecnico ed efficace».

Un ringraziamento ai volontari arriva dal sindaco di Barletta Pasquale Cascella: «Nella nostra città ci sono realtà magnifiche, come l'Unitalsi, la casa-famiglia, la Caritas e la casa dell'accoglienza di Via Manfredi, che svolgono un lavoro eccellente grazie ai volontari. Più sono i volontari, più la qualità dei servizi sociali cresce e può coprire ogni disagio che quotidianamente si affaccia a queste porte. E' importante che un punto di riferimento così saldo si trovi in questo quartiere, da molti considerato negletto e abbandonato alla speculazione e all'incuria. Vi garantisco che la 167 rappresenta per molti amministratori di questa città l'assillo più angosciante e io mi auguro che non ci siano più contenziosi e opposizioni quando andremo ad approvare il prossimo piano di urbanizzazione. I provvedimenti vanno presi con decisione e in tempi brevi».