Caracciolo (Pd) sulla sospensione: «Era già tutto scritto, neanche la correttezza di comunicarlo»
Il consigliere regionale commenta il provvedimento della commissione di garanzia del partito democratico. «Voglio ancora avere fiducia»
lunedì 10 dicembre 2012
«Apprendo con sconcerto, a mezzo stampa, del provvedimento preso dalla commissione provinciale di garanzia del Partito Democratico. E' evidente, a questo punto, che era già tutto scritto. E non hanno avuto neanche la correttezza di comunicarlo prima agli interessati». Il consigliere regionale Filippo Caracciolo commenta così la notizia relativa alla sospensione decisa dall'organo provinciale di garanzia del Pd a carico suo e degli altri sette consiglieri comunale che, dimettendosi, hanno determinato lo scioglimento anticipato del consiglio comunale di Barletta. «E' chiaro a chiunque che la loro sia stata una decisione preventiva. Erano prevenuti e questo lo sospettavamo sin dall'inizio di questa vicenda, ma nonostante tutto ci siamo presentanti dinanzi a loro, nel pieno rispetto di quanto previsto dallo Statuto, per chiarire la nostra posizione. A questo punto, però, soprattutto dopo la diffusione del provvedimento a mezzo stampa, prim'ancora della notifica al sottoscritto e agli altri consiglieri, non posso che chiedere pubblicamente le immediate dimissioni della commissione. Non possono più essere considerati dei garanti».
«La verità è che con questo provvedimento vogliono sovvertire il risultato dell'ultimo congresso, che ha assegnato a noi la guida del Pd», prosegue Caracciolo. «Il Partito Democratico, a Barletta, siamo noi e questo deve essere chiaro a tutti. Il risultato delle primarie lo dimostra. Hanno provato a mettere in discussione la nostra leadership, quella dell'area Bersani, facendo votare prima Vendola e poi Renzi, ma non ci sono riusciti. Ed ecco che, puntualmente, arriva il provvedimento di sospensione. Uno sporco meccanismo per farci fuori. Noi però questo non lo accettiamo e siamo pronti a percorrere tutte le strade per vedere riconosciuta la correttezza delle nostre azioni. Contesteremo la decisione della commissione di garanzia, così come previsto dallo Statuto, ma siamo pronti a portare la questione anche in altre sedi se sarà necessario. Anche se credo che non ce ne sarà bisogno, perché gli organi regionale conoscono perfettamente la genesi delle nostre dimissioni». «A Barletta», continua il consigliere regionale, «c'è chi, pur rappresentando il Pd, ha contestato pesantemente e pubblicamente per anni l'azione del sindaco Maffei. Noi non l'abbiamo mai fatto, abbiamo tentato in ogni modo di salvare l'amministrazione comunale. Volevamo che fosse rispettato il programma elettorale, volevamo essere fedeli al patto con gli elettori. E' Maffei che ha tradito, non noi. Il Partito Democratico dovrebbe essere fiero di quegli otto consiglieri che hanno dimostrato di non essere attaccati alla poltrona e di saper mettere in discussione l'operato dell'amministrazione che per anni hanno fedelmente sostenuto».
«Voglio ancora aver fiducia nel Pd - conclude Caracciolo - e per questo continuerò la mia battaglia all'interno del partito».
«La verità è che con questo provvedimento vogliono sovvertire il risultato dell'ultimo congresso, che ha assegnato a noi la guida del Pd», prosegue Caracciolo. «Il Partito Democratico, a Barletta, siamo noi e questo deve essere chiaro a tutti. Il risultato delle primarie lo dimostra. Hanno provato a mettere in discussione la nostra leadership, quella dell'area Bersani, facendo votare prima Vendola e poi Renzi, ma non ci sono riusciti. Ed ecco che, puntualmente, arriva il provvedimento di sospensione. Uno sporco meccanismo per farci fuori. Noi però questo non lo accettiamo e siamo pronti a percorrere tutte le strade per vedere riconosciuta la correttezza delle nostre azioni. Contesteremo la decisione della commissione di garanzia, così come previsto dallo Statuto, ma siamo pronti a portare la questione anche in altre sedi se sarà necessario. Anche se credo che non ce ne sarà bisogno, perché gli organi regionale conoscono perfettamente la genesi delle nostre dimissioni». «A Barletta», continua il consigliere regionale, «c'è chi, pur rappresentando il Pd, ha contestato pesantemente e pubblicamente per anni l'azione del sindaco Maffei. Noi non l'abbiamo mai fatto, abbiamo tentato in ogni modo di salvare l'amministrazione comunale. Volevamo che fosse rispettato il programma elettorale, volevamo essere fedeli al patto con gli elettori. E' Maffei che ha tradito, non noi. Il Partito Democratico dovrebbe essere fiero di quegli otto consiglieri che hanno dimostrato di non essere attaccati alla poltrona e di saper mettere in discussione l'operato dell'amministrazione che per anni hanno fedelmente sostenuto».
«Voglio ancora aver fiducia nel Pd - conclude Caracciolo - e per questo continuerò la mia battaglia all'interno del partito».