Cannito: «Caracciolo pensa di poter decidere del destino dei barlettani»
In una nota il primo cittadino si dice preoccupato per la città e fa nomi e cognomi
giovedì 29 luglio 2021
19.19
«Immaginavo, anzi auspicavo, un chiarimento politico ed amministrativo all'interno della maggioranza dopo che alcuni Consiglieri comunali hanno costituito un nuovo gruppo consiliare, dichiarando, contestualmente, di voler sostenere l'Amministrazione con "l'appoggio esterno"». Interviene così il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito sull'attuale situazione politica cittadina.
«Purtroppo - prosegue - ho potuto e dovuto soltanto assistere a penosi richiami a vincoli di lealtà tra gruppi - che forse poco hanno in comune con la politica -, a non meglio precisate contestazioni di miei sgarbi istituzionali nei confronti del Consigliere regionale Filippo Caracciolo ed a "questuanti" che in questi giorni girovagavano per la città contattando Consiglieri comunali che, fortunatamente, bene hanno a mente il peso della loro responsabilità istituzionale e sociale nei confronti dei barlettani.
Per questo non posso negare di essere preoccupato. Lo sono, non certamente per me, ma per la città. Sono, infatti, fermamente convinto che, solo attraverso il confronto, anche aspro, si possano immaginare e realizzare azioni in grado di migliorare la condizione della nostra Barletta. Purtroppo, devo dirlo, non ho registrato questa volontà da parte dei Consiglieri comunali Adelaide Spinazzola, Massimo Spinazzola, Enzo Laforgia, Luigi Dimonte, Ruggiero Dicorato, Pino Rizzi, poiché non hanno manifestato la voglia di valutare le proprie responsabilità rispetto alla gestione della città, visto che l'hanno amministrata per oltre due anni attraverso i propri Assessori Ruggiero Passero, Graziana Carbone ed Anna Maria Salvemini, né tantomeno di discutere di quelle altrui.
Il loro silenzio e la loro acriticità sembrano rispondere piuttosto ad una strategia scritta da qualcun altro che, come da vulgata comune, è identificabile nel Consigliere regionale Filippo Caracciolo, il quale evidentemente ritiene di poter decidere dei destini dei barlettani in maniera "patronale". Ebbene, a queste logiche io non ci sono stato e non ci sto! Per questo chiedo a tutte le forze politiche, i movimenti civici ed i singoli Consiglieri comunali di coadiuvare, seppur nel rispetto reciproco dei ruoli da ciascuno ricoperti, ogni tentativo di rilancio dell'Amministrazione comunale, soprattutto in questo momento cruciale per lo sviluppo della città, che sarà possibile realizzare attraverso l'impiego di diversi milioni di euro, grazie ai quali recupereremo e ridisegneremo la fisionomia di interi quartieri di Barletta.
Invito pubblicamente quelli che ordiscono nella penombra, evidentemente incapaci di dar seguito ad un confronto politico schietto ed alla luce del sole, ad immaginare il danno che cagionerebbero alla città intera se il Consiglio comunale dovesse essere sciolto il giorno 30 luglio. In tal caso, Barletta non avrebbe rappresentanti nel presente e nel prossimo Consiglio provinciale, dunque non avrà un ruolo determinante nella gestione delle risorse economiche che verranno attribuite al nostro territorio provinciale grazie al Contratto Istituzionale di Sviluppo per la BAT e né potrà esercitare il ruolo da protagonista nell'intercettare e destinare i prossimi fondi destinati al Patto territoriale Nord Barese Ofantino. Lasciare una Città senza amministratori, in previsione di una quarta ondata pandemica prevista nei prossimi mesi, evidenzia una totale carenza di senso di responsabilità e di cultura delle istituzioni. Le ambizioni personali, ancora una volta, prendono il posto dell'interesse supremo della Città.
Ecco perché esorto, ancora una volta, costoro a dare pubblicamente conto dei propri comportamenti e delle costanti pressioni a cui hanno sottoposto e continuano a sottoporre l'azione amministrativa. Si assumano, quindi, le proprie responsabilità innanzi alla città e votino il Rendiconto di gestione (direi più espressamente quello della loro gestione) nel prossimo Consiglio comunale. In caso contrario, sarà chiaro che loro, o chi per loro, stanno puntando allo sfascio e, in questo caso, è doveroso che i cittadini conoscano i loro nomi e cognomi, anche perché possano liberamente valutare il loro operato durante le prossime elezioni. Chi mi conosce sa che io non diserterò la discussione, anche se dura e serrata, poiché sono convinto che servirà a chiarire - una volta e per tutte – di chi sono le responsabilità di una crisi mai giustificata nei contenuti.
Se dovrò pagare il prezzo di non essere più alla guida della città che amo, solo per aver compiuto la scelta di ascoltare la voce dell'intero Consiglio comunale, che mi ha esortato a confermare l'Amministratore Unico della BAR.S.A., lo farò! Avrei potuto scegliere diversamente se solo non si fosse ricorso ai riti della peggiore politica, ma purtroppo dico a chi solo dopo questa scelta mi contesta, non ho avuto il piacere di ascoltare la voce, fosse anche di uno solo di loro, ai microfoni dell'aula consiliare.
Mi dispiace per costoro, ma io sono fatto così. Ragiono sempre e solo ponendo al centro della discussione politica gli interessi della città, non certo quelli individuali o di una parte politica.
Non ho la presunzione di aver in tasca la ragione, ma dico a quei Consiglieri comunali di maggioranza (?) che non vogliono votare il Rendiconto di gestione (ripeto della loro gestione) che la sede in cui smentire il mio argomentare non manca e che questo luogo è il Consiglio comunale.
Ecco perché, in conclusione, auspico che i loro scranni non restino vuoti e vengano ad illustrare pubblicamente le loro ragioni, se ne hanno, iniziando a dar conto delle responsabilità di chi li ha rappresentati nella Giunta comunale ed assumendosi l'onere e l'onore delle proprie azioni davanti ai barlettani».
«Purtroppo - prosegue - ho potuto e dovuto soltanto assistere a penosi richiami a vincoli di lealtà tra gruppi - che forse poco hanno in comune con la politica -, a non meglio precisate contestazioni di miei sgarbi istituzionali nei confronti del Consigliere regionale Filippo Caracciolo ed a "questuanti" che in questi giorni girovagavano per la città contattando Consiglieri comunali che, fortunatamente, bene hanno a mente il peso della loro responsabilità istituzionale e sociale nei confronti dei barlettani.
Per questo non posso negare di essere preoccupato. Lo sono, non certamente per me, ma per la città. Sono, infatti, fermamente convinto che, solo attraverso il confronto, anche aspro, si possano immaginare e realizzare azioni in grado di migliorare la condizione della nostra Barletta. Purtroppo, devo dirlo, non ho registrato questa volontà da parte dei Consiglieri comunali Adelaide Spinazzola, Massimo Spinazzola, Enzo Laforgia, Luigi Dimonte, Ruggiero Dicorato, Pino Rizzi, poiché non hanno manifestato la voglia di valutare le proprie responsabilità rispetto alla gestione della città, visto che l'hanno amministrata per oltre due anni attraverso i propri Assessori Ruggiero Passero, Graziana Carbone ed Anna Maria Salvemini, né tantomeno di discutere di quelle altrui.
Il loro silenzio e la loro acriticità sembrano rispondere piuttosto ad una strategia scritta da qualcun altro che, come da vulgata comune, è identificabile nel Consigliere regionale Filippo Caracciolo, il quale evidentemente ritiene di poter decidere dei destini dei barlettani in maniera "patronale". Ebbene, a queste logiche io non ci sono stato e non ci sto! Per questo chiedo a tutte le forze politiche, i movimenti civici ed i singoli Consiglieri comunali di coadiuvare, seppur nel rispetto reciproco dei ruoli da ciascuno ricoperti, ogni tentativo di rilancio dell'Amministrazione comunale, soprattutto in questo momento cruciale per lo sviluppo della città, che sarà possibile realizzare attraverso l'impiego di diversi milioni di euro, grazie ai quali recupereremo e ridisegneremo la fisionomia di interi quartieri di Barletta.
Invito pubblicamente quelli che ordiscono nella penombra, evidentemente incapaci di dar seguito ad un confronto politico schietto ed alla luce del sole, ad immaginare il danno che cagionerebbero alla città intera se il Consiglio comunale dovesse essere sciolto il giorno 30 luglio. In tal caso, Barletta non avrebbe rappresentanti nel presente e nel prossimo Consiglio provinciale, dunque non avrà un ruolo determinante nella gestione delle risorse economiche che verranno attribuite al nostro territorio provinciale grazie al Contratto Istituzionale di Sviluppo per la BAT e né potrà esercitare il ruolo da protagonista nell'intercettare e destinare i prossimi fondi destinati al Patto territoriale Nord Barese Ofantino. Lasciare una Città senza amministratori, in previsione di una quarta ondata pandemica prevista nei prossimi mesi, evidenzia una totale carenza di senso di responsabilità e di cultura delle istituzioni. Le ambizioni personali, ancora una volta, prendono il posto dell'interesse supremo della Città.
Ecco perché esorto, ancora una volta, costoro a dare pubblicamente conto dei propri comportamenti e delle costanti pressioni a cui hanno sottoposto e continuano a sottoporre l'azione amministrativa. Si assumano, quindi, le proprie responsabilità innanzi alla città e votino il Rendiconto di gestione (direi più espressamente quello della loro gestione) nel prossimo Consiglio comunale. In caso contrario, sarà chiaro che loro, o chi per loro, stanno puntando allo sfascio e, in questo caso, è doveroso che i cittadini conoscano i loro nomi e cognomi, anche perché possano liberamente valutare il loro operato durante le prossime elezioni. Chi mi conosce sa che io non diserterò la discussione, anche se dura e serrata, poiché sono convinto che servirà a chiarire - una volta e per tutte – di chi sono le responsabilità di una crisi mai giustificata nei contenuti.
Se dovrò pagare il prezzo di non essere più alla guida della città che amo, solo per aver compiuto la scelta di ascoltare la voce dell'intero Consiglio comunale, che mi ha esortato a confermare l'Amministratore Unico della BAR.S.A., lo farò! Avrei potuto scegliere diversamente se solo non si fosse ricorso ai riti della peggiore politica, ma purtroppo dico a chi solo dopo questa scelta mi contesta, non ho avuto il piacere di ascoltare la voce, fosse anche di uno solo di loro, ai microfoni dell'aula consiliare.
Mi dispiace per costoro, ma io sono fatto così. Ragiono sempre e solo ponendo al centro della discussione politica gli interessi della città, non certo quelli individuali o di una parte politica.
Non ho la presunzione di aver in tasca la ragione, ma dico a quei Consiglieri comunali di maggioranza (?) che non vogliono votare il Rendiconto di gestione (ripeto della loro gestione) che la sede in cui smentire il mio argomentare non manca e che questo luogo è il Consiglio comunale.
Ecco perché, in conclusione, auspico che i loro scranni non restino vuoti e vengano ad illustrare pubblicamente le loro ragioni, se ne hanno, iniziando a dar conto delle responsabilità di chi li ha rappresentati nella Giunta comunale ed assumendosi l'onere e l'onore delle proprie azioni davanti ai barlettani».