“Cafierolife”: l’intervista come spunto critico
Cinque domande al rappresentante d’istituto del Liceo Scientifico
venerdì 7 febbraio 2014
23.04
Il giornalismo è un mestiere che riserva tante grandi soddisfazioni direttamente proporzionali al numero di critiche alle quali, nel corso di tutta una carriera, nessun giornalista potrà mai immunizzarsi. Ecco perché diventa doppiamente emblematico che il primo lavoro delle giovani studentesse del progetto #cafierolife parte da una critica rivolta alle loro attività. Senza demoralizzarsi, si sono cimentate in uno dei compiti più difficili di un giornalista: imbastire un contraddittorio.
«Siamo veramente in una scuola democratica in cui i progetti sono aperti a tutti?». Partendo da questo assunto è stata sollevata una polemica nei confronti del progetto #cafierolife da parte di uno dei rappresentanti d'istituto del nostro liceo, Domenico Cassano. Abbiamo chiesto la sua disponibilità per un'intervista nella quale ci ha chiarito i motivi delle sue perplessità riguardo il programma (sul quale potete saperne di più leggendo l'articolo di presentazione su Barlettalife).
Domenico: «Quando ho saputo dell'avvio di questo progetto ho ripensato al giornalino "Caffè del Cafiero" che rendeva pubbliche le informazioni riguardante la scuola a tutta la comunità studentesca. Per vari problemi è andato scemando. Nel momento in cui sono partite le attività di questa sorta di testata giornalistica, ho pensato: perché non creare una testata giornalistica che desse più importanza alla scuola e che fosse indipendente da chiunque è in un secondo momento chiamare esperti esterni se ce ne fosse stato il bisogno? Alla fine io penso che come progetto sia molto interessante perché è la prima volta che si attua in questo liceo. Forse ciò che ha infastidito è che le altre terze non ne fossero a conoscenza sicuramente per mancata comunicazione. Ritengo invece che la scuola debba essere un luogo che concede opportunità per tutti. Il progetto t'inserisce nell'ambito lavorativo e perciò credo che sarebbe stato più utile per ragazzi di quinto. É questo il motivo della mia presa di posizione».
Angela: «Nonostante gli esami, voi avreste potuto partecipare?"
Domenico: «Personalmente sì, se fosse stata una cosa aperta a tutti ci sarebbe stato un gran numero di partecipanti»
Angela: «E' stato un progetto che ci è stato proposto dai nostri docenti e noi ce l'abbiamo messa tutta per fare in modo che fossimo noi la classe coinvolta»
Domenico: «L'istituto ha i fondi necessari non solo per soliti progetti come corsi di inglese ed ECDL, ma anche per altri progetti di formazione perché la scuola serve anche a questo. Vorrei sollecitare il preside nel creare progetti che vadano oltre la semplice lezione e che diano stimoli»
Claudia: «Pensi che questo progetto possa strumentalizzare noi ragazzi e la scuola?»
Domenico: «Ho sempre pensato che creare un progetto che si ricolleghi a testate giornalistiche già esistenti possa influenzare la sfumatura del progetto stesso. Sarebbe stato diverso creare qualcos'altro che probabilmente sarebbe stato migliore. Bisognerebbe creare un'identità autonoma che raccolga le idee della comunità studentesca e che non si basi su una cosa già esistente o che ha già una sua posizione riguardo le tematiche che vengono sviluppate».
Angela: «Non pensi che questo possa essere uno stimolo o magari un aiuto?»
Domenico: «Sicuramente sì, si potrebbe iniziare avendo un aiuto».
Così si congeda Domenico Cassano, che ci lascia comunque liete di aver raccolto una voce critica ma ben declinata e meritevole di attenzione.
Hanno collaborato all'articolo:
Angela Rizzi
Claudia Lomuscio
Stefania Ricatti
Viviana Cafagna
Carmela Caporusso
Antonella Tatò
Arcangela Todisco
Simona Antonucci
Angela Rizzi
Claudia Lomuscio
Stefania Ricatti
Viviana Cafagna
Carmela Caporusso
Antonella Tatò
Arcangela Todisco
Simona Antonucci