Breve storia di un declino politico
L'indignazione è il problema, non la soluzione. Quando in Italia la politica è solo una farsa
domenica 29 gennaio 2012
10.56
I grandi eventi si presentano la prima volta come tragedia e la seconda come farsa, quest'ultima inscenata da una figura politica, che, distraendo l'opinione pubblica con le sue performance piuttosto goliardiche, avrebbe potuto, addirittura, cambiare la Costituzione, consentendo alle classi borghesi di riappropriarsi di quel potere che la Costituzione repubblicana aveva loro, in parte, sottratto. Ora tutti si indignano, però l'indignazione generalizzata è parte del problema e non la soluzione, tanto è vero che l'indignazione degli avversari è l'altra faccia del rifiuto di assumersi la responsabilità di ciò che è accaduto, a cui, invece, hanno attivamente partecipato, non soltanto attraverso atti mancati, com'è stato per la legge sul conflitto di interessi oppure per le assenze in aula al momento del voto su provvedimenti, in apparenza, esecrati, uno fra tanti: lo scudo fiscale. Il tentativo di mutare la Costituzione ha avuto inizio dagli anni '90 in poi, ed è stato ben interpretato da una figura politica che, con la sua stessa esistenza corporea, ha tentato di dimostrare la concreta possibilità di un successo, mitigando così l'insicurezza e l'angoscia delle masse, caratteristica sociale di ogni cambiamento epocale. La figura politica ha finito per essere oggetto d'amore e di credibilità allorquando ha perorato l'ordine del mercato come il migliore dei mondi possibili, perché non lo ha mai associato alla mistica dei sacrifici bensì a quella del puro e solo godimento. Accade che quasi tutta la classe dirigente ha interesse ad alimentare l'aumento di certe libertà, in modo particolare, care a una consistente fetta del popolo italiano: l'evadere le tasse, il lavorare e il far lavorare in nero, il costruire in spregio alle norme edilizie e il gestire in modo, molto particolare, il pubblico potere. E' qui che la politica farsesca, prodotta dal liberalismo mostra il suo vero volto nelle code chilometriche di ragazzi e ragazze, partecipanti ai casting televisivi, che raccontano di un'alternativa fatta di precarietà, di disoccupazione e di una libertà che non è affatto liberazione. Non è un caso che l'Italia odierna, costruita a immagine e somiglianza della figura politica, gli si sta ritorcendo contro a motivo del carattere prevalentemente simbolico rappresentato dalla sua parabola.