Collettivo Exit: «Licenziamo gli amministratori Bar.S.A.»

La nota di Angelo Dileo. «Si scarica la responsabilità sulla pelle dei lavoratori»

venerdì 14 dicembre 2012 0.06
«Lo abbiamo scritto a chiare lettere sullo striscione esposto in città, se proprio la Bar.s.a.(Barletta servizi ambientali) deve licenziare qualcuno, beh questi dovrebbero essere i membri del Consiglio di amministrazione dell'azienda». Polemicamente interviene Angelo Dileo del Collettivo Exit, sollevando una voce a sostegno dei lavoratori e accompagnando uno striscione apparso oggi in città recante lo stesso duro messaggio. «Un Consiglio nominato non certo in base a criteri di competenza e di progettualità, ma attraverso un accordo stipulato dalle forze politiche che sostenevano il Sindaco Maffei, garantendo al Partito Democratico,ai Socialisti e alla Federazione della Sinistra-Sinistra per Barletta di piazzare propri uomini di fiducia. Oggi invece cerca di scaricare la propria incapacità sulla pelle dei lavoratori, annunciando la messa in mobilità e quindi il licenziamento di 15 unità».

«Il vero volto che ci viene mostrato in quest'ulteriore attacco al diritto al lavoro,che è un diritto inalienabile, è quello di una classe dirigente che in questi ultimi anni non ha saputo affrontare il problema di una azienda come la Barsa,che rappresenta una delle realtà produttive più importanti del nostro territorio e che dovrebbe diventare una risorsa per la collettività,perno centrale di una riconversione del tessuto sociale ed economico,immaginando e attivando nuovi meccanismi gestionali. Altrimenti i problemi che ciclicamente investono l'azienda saranno affrontati in futuro tagliando i costi del lavoro e quindi proponendo nuovi esuberi».

«Come realtà sociali ci siamo battuti affinché l'amministrazione di Barletta e quindi la Bar.s.a., di cui il Comune è socio di maggioranza,ponesse le basi per l' uscita da un modello di sviluppo vecchio ed obsoleto che ha lasciato al nostro territorio aziende ad alto impatto ambientale,per cercare di costruire dinamiche economiche sostenibili capaci di creare occupazione. Per questo un settore determinante nell'economia gestionale della Bar.s.a. come quello dei rifiuti,deve essere sottratto alla logica del mercato e del profitto a tutti i costi,imponendo al nostro territorio progetti di nuove discariche(vedi Ekobat a Trani) o inceneritori, per diventare una risorsa per la collettività. In questa direzione va il progetto, da noi presentato, della Strategia Rifiuti Zero,che non significa come fa qualche politico o qualche associazione ambientalista, invocare il semplice porta a porta,ma significa differenziare,riciclare,praticare politiche rivolte verso il riuso dei beni e verso la riduzione della produzione dei rifiuti».

«Questo tipo di politica ci è imposta non solo da una crisi economica devastante che determina una scarsità di materie prime e quindi la necessità di eliminare l'uso indiscriminato delle nostre risorse,ma anche dall'Unione Europea che dal 2020 tenderà ad abbandonare qualsiasi ipotesi di smaltire i rifiuti in discariche o bruciarli in cementifici e inceneritori. Tutto ciò lo si può fare coinvolgendo i lavoratori della Bar.s.a.,facendoli sentire protagonisti di un progetto innovativo che coniughi la questione ambientale con la difesa dell'occupazione. Quindi crediamo che prima di tutto farebbe bene il Commissario Prefettizio ad intervenire nella vicenda intimando ai vertici dell'azienda di ritirare il provvedimento dei licenziamenti alla stessa velocità con cui è stato partorito, lasciando inalterato il numero dei lavoratori che oggi sono in servizio, ma che,se proprio è necessario abbattere i costi del lavoro,questo può essere fatto nominando un amministratore unico per l'azienda,così da eliminare un Consiglio di Amministrazione frutto di spartizioni politiche e meccanismi clientelari».