Biblioteca “S.Loffredo”: con la cultura non si mangia, ci si disseta
Carmine Doronzo ed Emanuele Romallo tra attenzione politica e offerta sociale
lunedì 16 marzo 2015
10.22
Agorà della conoscenza barlettana, tesoro di carta, crocevia di idee, epicentro di nuove proposte, punto di riferimento per giovani studenti e non, spazio in cui antico e moderno si incontrano e luogo che dimostra quanto la cultura sia materia comunitaria e non fumo astratto. La Biblioteca comunale "S.Loffredo" di Barletta è tutto questo e molto di più. In seguito all'approvazione della nuova Carta dei Servizi (risultato di un accordo tra amministrazione e utenti, mediato dalla Commissione Cultura), ci è sembrato utile e necessario approfondire i privilegi di questo servizio pubblico, che mira alla tutela dei diritti degli utenti e al rispetto della fruizione gratuita della cultura. Ed è all'interno di questa pietra miliare che incontriamo il Presidente della Commissione Cultura Carmine Doronzo e il responsabile della Biblioteca comunale Emanuele Romallo.
Sig. Romallo, qual è lo stato attuale della Biblioteca, a livello di utenza e fruibilità?
«Grazie alla determinazione della Commissione e alla Cooperativa Lilith 2000 che ha messo a disposizione un'ulteriore unità, abbiamo potuto aprire la biblioteca tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì (h16.15-19), accogliendo così l'esigenza prioritaria degli studenti. Questo si è riverberato sull'utenza che è aumentata: da 39413 presenze del 2013 a 46000 presenze nel dicembre 2014. Anche la media giornaliera dei prestiti è aumentata, passando da 150 nel 2013 a 186 a fine 2014 tra la sezione ragazzi e quella adulti; in un anno siamo passati da 10100 prestiti librari a 11400. Questi incrementi sono dovuti anche alla catalogazione in rete (2500 i volumi catalogati, partendo dalle pubblicazioni del 2007), che ha generato più richieste e più prestiti interbibliotecari. Di questi, infatti, riscontriamo una trentina di volumi in più sia in uscita sia in entrata. Solo negli acquisti, c'è stata una regressione (da 1060 a 900) dovuta chiaramente alla scarsità di risorse (14000 euro all'anno): meno soldi ci sono, meno libri posso acquistare e la qualità dell'offerta si riduce».
A che punto siamo con la Biblioteca dei Ragazzi in Via dei Pini?
«La sede decentrata della Biblioteca dei Ragazzi sarà riaperta il prima possibile-risponde Carmine Doronzo. Teniamo conto che quella è una zona ad altissima densità popolare e in continua crescita, quindi l'esigenza di un presidio culturale lì è notevole. Oltretutto, il sistema integrato permetterebbe al genitore del bambino di usufruire degli stessi servizi centrali (iscrizione-consultazione-prestito), senza recarsi in centro. Tuttavia, c'è da risolvere il problema della sicurezza, perché manca un custode che apra e chiuda il cancello, ma-interviene Romallo-facendo i calcoli abbiamo visto che si pagherebbe più di vigilanza, che di servizio. Tuttavia, la Dirigente ci suggerire di attingere dalle unità LSU (lavori socialmente utili), che per legge sono a disposizione della pubblica utilità. Abbiamo inviato la pratica all'Ufficio del Lavoro di Bari, proprio per cogliere questa possibilità e impiegare una persona che sia di guardiania».
Qual è il ruolo della politica in uno spazio cittadino così condiviso?
«Noi della Commissione Cultura, sin dall'insediamento di questa amministrazione, abbiamo cercato di rimettere al centro la funzione sociale della Biblioteca. Emanuele, che è la memoria storica di questo posto, può confermare che precedentemente, quando c'era da tagliare nei bilanci, la prima a soffrire era proprio la biblioteca. La consapevolezza ci ha portato da subito a svolgere le Commissioni all'interno dell'emeroteca, con l'obiettivo di ascoltare le persone-giovani studenti in primis-che frequentano questo luogo e ne conoscono pregi e criticità. I risultati ci sono stati: abbiamo ampliato gli orari di apertura, abbiamo sostituito quelle lampade obsolete e pericolose con delle nuove e abbiamo redatto un nuovo regolamento (con delibera del Consiglio Comunale) e una nuova Carta dei Servizi (con delibera di Giunta), accogliendo le lamentele degli utenti e osservando le loro consuetudini. Inoltre, abbiamo esteso il prestito (prima riservato solo ai barlettani) a ogni essere umano, senza limiti geografici, di residenza o di nazionalità e abbiamo concesso il prestito di massimo tre volumi, non più due. Certo, i risultati non sono mai totalmente soddisfacenti: l'optimum sarebbe aprire anche il sabato e nei giorni festivi, come le biblioteche delle grandi città, ma si devono incrociare queste esigenze con la disponibilità del personale e le risorse economiche».
A quali novità avete pensato per migliorare spazi e tempi della biblioteca?
«Gli spazi sono ancora ridotti. Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici la disponibilità di aprire il pomeriggio, proprio per delocalizzare l'utenza, ma è un dialogo che si è arrestato , perché ci siamo resi conto che anche lì ci vogliono soldi con cui sostenere i costi dell'apertura pomeridiana. Il Comune è proprietario di alcuni immobili in disuso: a mio parere, il Palazzo San Domenico può e deve essere un Hub culturale multifunzionale e polivalente e, in questo senso, questa struttura potrebbe essere adibita a biblioteca pomeridiana. In assenza di elementi favorevoli però, dobbiamo cercare di razionalizzare. Stiamo pensando a una migliore distribuzione degli orari, perché magari quella mezz'ora poco frequentata, potrebbe essere tagliata e ricucita in una fascia più piena e ambita dai ragazzi. Confrontandoci con gli utenti, abbiamo pensato all'aggiornamento in tempo reale della disponibilità dei posti, per evitare a chi abita lontano dal castello di venire fin qui per poi trovare tutto occupato. Sono ancora ipotesi, ma il fatto che ci sia un'idea rende la riflessione più moderata e l'implementazione più fattibile».
Quali sono le iniziative storiche e quelle pensate per il futuro?
«In un periodo in cui molte biblioteche chiudono per problemi interni e fallimenti delle cooperative che le gestiscono, la nostra biblioteca ha un prestigio riconosciuto su tutto il territorio pugliese e nazionale. A parte la struttura storica che la ospita, ha una funzione dinamica nelle iniziative che coinvolgono grandi e piccoli. Con "Una notte in biblioteca", facciamo visitare la biblioteca ai bambini, raccontiamo loro le storie, li facciamo dormire nei sacchi a pelo (regolarmente disposti nella sala lettura) e all'indomani offriamo loro la colazione. E' un'esperienza formativa unica per l'evoluzione cognitiva e relazionale dell'infante, perché non solo entra a contatto con la cultura, ma anche con i luoghi e i coetanei della sua città. Pensa all'atmosfera magica creata dalla lettura notturna nella sala di un castello medievale! In questo modo, avviciniamo molti genitori, che non conoscevano neanche l'esistenza di tutti questi servizi e occasioni d'incontro. Con questo tipo di iniziative entriamo nelle famiglie: in due anni abbiamo raggiunto 2100 bambini iscritti. Si tratta di un evento atteso per tutto l'anno e, solitamente, lo facciamo con l'avvicinarsi della stagione calda. Ma anche l'interlocuzione con la scuola è fondamentale: per esempio, gli incontri di BiblioPride sono preceduti dalla distribuzione nelle classi dei libri che saranno presentati, in modo che lo studente venga già preparato e sia spettatore attivo. Per i bambini delle elementari, a ogni festività (Carnevale, Natale) organizziamo qualcosa a tema e questo alle scuole piace molto. Infatti, stiamo avendo una crescita sempre maggiore di richieste di visite guidate da parte delle scuole elementari e medie e i piccoli che visitano oggi, saranno gli studenti-utenti del domani. Per il futuro abbiamo pensato alla sfera sociale: è già attiva "Libro parlato", che permette ai non vedenti, agli ipovedenti e ai dislessici di entrare nella storia con la lettura eterodiretta. Abbiamo pensato di predisporre un pulmino che porti i libri ai bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell'Ospedale, così da far passare il loro tempo intelligentemente. Vorremmo interfacciarci con la casa di riposo, in modo da avvicinare la sensibilità dell'anziano all'esperienza letteraria. Da regolamento, abbiamo previsto che ci siano delle postazioni per disabili e il fatto di avere questo in regolamento, rende l'applicazione immediatamente esecutiva; in effetti ci stiamo lavorando».
Come si ottempera alle mancate consegne dei volumi? Ci sono state grosse perdite?
«No, non abbiamo avuto molte perdite nel patrimonio librario moderno; solo una decina, dovuta a qualche disavventura dell'utente, ma tutto si ripara con l'acquisto dei volumi scomparsi. E' chiaro che quelli antichi non vengono prestiti. Poi con un semplice sms riusciamo ad avvisare in tempo della scadenza del prestito e c'è da dire che la collaborazione e la civiltà degli utenti è massima. Tuttavia, il nuovo regolamento prevede alcune restrizioni al prestito: i volumi non possono essere ceduti a terzi e la Biblioteca non autorizza persone diverse dal titolare a usare la tessera per effettuare il prestito. Solo con una delega scritta e la presentazione di un documento, il prestito può essere concesso a una persona diversa dal richiedente. Tutto questo per tutelare il patrimonio bibliotecario e le responsabilità dell'utente».
Come sta procedendo con la catalogazione informatizzata?
«L'aiuto dato dai tirocinanti, dai ragazzi del servizio civile e dalle associazioni per l'imputazione digitale di alcuni volumi (verranno ultimati a breve) e di tutti gli utenti registrati nel database è stato enorme. Questa immissione incrociata permette, non solo di risparmiare carta, ma anche di facilitare e personalizzare il prestito direttamente da casa. Ogni utente, tramite l'autoregistrazione sul sito "Opac-Terre di Bari", è in possesso di un nome utente e di una password. Effettuando il log in, può avviare la ricerca, anche filtrata, del libro d'interesse, può vedere in tempo reale se è fuori o no e può prenotarlo. Il libro segnalato viene conservato dal personale entro tre giorni, in attesa dell'utente; se non viene ritirato, la prenotazione decade. In tal modo, noi giornalmente abbiamo contezza dei prestiti effettuati e delle mancate consegne. Barletta è l'unica biblioteca pugliese ad aver attivato questo utilissimo servizio, funzionale per noi e per l'utenza; è una svolta epocale. Oltretutto, siamo rientrati anche in un progetto di digitalizzazione con fondi Fesr e abbiamo inserito nel sito dell'ICU (Istituto catalogo unico) le scannerizzazioni di particolari pubblicazioni antiche (compresi i periodici), che divengono così consultabili e non esposte a rischio deterioramento. A tal proposito-aggiunge Doronzo-stiamo cercando di avere l'autonomia della gestione del sito della Biblioteca (ora affidata a un centro unico), il cui versioning è stato affidato a un Web master, proprio per renderlo più intuitivo, adatto a ogni tipo di utenza e modificabile in tempo reale per comunicare l'offerta di servizi estemporanei».
Qual è la differenza tra capitalismo cognitivo e società della conoscenza? Si chiede infine Doronzo: «Che se il primo offre un sapere aziendalizzato e illusoriamente libero, la seconda si costruisce sulla base della condivisione, dell'aggregazione e della liberazione dei saperi. Sarebbe bellissimo avere intorno alla biblioteca i punti di riferimento giovanili, come Informagiovani, proprio per creare un dinamismo pratico, in cui ognuno possa riconoscersi. La cultura non è fumo, ma ha un suo luogo fisico in cui prende vita e mette in relazione menti pensanti, con la sola moneta dello scambio, tant'è che i prezzi d'acquisto dei volumi bibliotecari, decisi tanti anni fa, sono rimasti identici. A dispetto degli assertori del "Dobbiamo pensare a riempire la pancia", questo-per me- è quanto di più concreto una buona politica possa fare, perché sfido ad avere un servizio comunale con questi numeri, queste utenze e con una qualità così alta. Il dialogo con gli utenti non si spegne mai-aggiunge Romallo- ascoltiamo ogni loro esigenza, li orientiamo nella scelta con "Scelti per voi", siamo vicino ai tesisti e agli studiosi con il prestito interbibliotecario, per il quale versano una somma di 5€ ed evitano di spostarsi da città a città per la consultazione di un volume». Insomma, con la cultura non si mangia, ci si disseta.
Sig. Romallo, qual è lo stato attuale della Biblioteca, a livello di utenza e fruibilità?
«Grazie alla determinazione della Commissione e alla Cooperativa Lilith 2000 che ha messo a disposizione un'ulteriore unità, abbiamo potuto aprire la biblioteca tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì (h16.15-19), accogliendo così l'esigenza prioritaria degli studenti. Questo si è riverberato sull'utenza che è aumentata: da 39413 presenze del 2013 a 46000 presenze nel dicembre 2014. Anche la media giornaliera dei prestiti è aumentata, passando da 150 nel 2013 a 186 a fine 2014 tra la sezione ragazzi e quella adulti; in un anno siamo passati da 10100 prestiti librari a 11400. Questi incrementi sono dovuti anche alla catalogazione in rete (2500 i volumi catalogati, partendo dalle pubblicazioni del 2007), che ha generato più richieste e più prestiti interbibliotecari. Di questi, infatti, riscontriamo una trentina di volumi in più sia in uscita sia in entrata. Solo negli acquisti, c'è stata una regressione (da 1060 a 900) dovuta chiaramente alla scarsità di risorse (14000 euro all'anno): meno soldi ci sono, meno libri posso acquistare e la qualità dell'offerta si riduce».
A che punto siamo con la Biblioteca dei Ragazzi in Via dei Pini?
«La sede decentrata della Biblioteca dei Ragazzi sarà riaperta il prima possibile-risponde Carmine Doronzo. Teniamo conto che quella è una zona ad altissima densità popolare e in continua crescita, quindi l'esigenza di un presidio culturale lì è notevole. Oltretutto, il sistema integrato permetterebbe al genitore del bambino di usufruire degli stessi servizi centrali (iscrizione-consultazione-prestito), senza recarsi in centro. Tuttavia, c'è da risolvere il problema della sicurezza, perché manca un custode che apra e chiuda il cancello, ma-interviene Romallo-facendo i calcoli abbiamo visto che si pagherebbe più di vigilanza, che di servizio. Tuttavia, la Dirigente ci suggerire di attingere dalle unità LSU (lavori socialmente utili), che per legge sono a disposizione della pubblica utilità. Abbiamo inviato la pratica all'Ufficio del Lavoro di Bari, proprio per cogliere questa possibilità e impiegare una persona che sia di guardiania».
Qual è il ruolo della politica in uno spazio cittadino così condiviso?
«Noi della Commissione Cultura, sin dall'insediamento di questa amministrazione, abbiamo cercato di rimettere al centro la funzione sociale della Biblioteca. Emanuele, che è la memoria storica di questo posto, può confermare che precedentemente, quando c'era da tagliare nei bilanci, la prima a soffrire era proprio la biblioteca. La consapevolezza ci ha portato da subito a svolgere le Commissioni all'interno dell'emeroteca, con l'obiettivo di ascoltare le persone-giovani studenti in primis-che frequentano questo luogo e ne conoscono pregi e criticità. I risultati ci sono stati: abbiamo ampliato gli orari di apertura, abbiamo sostituito quelle lampade obsolete e pericolose con delle nuove e abbiamo redatto un nuovo regolamento (con delibera del Consiglio Comunale) e una nuova Carta dei Servizi (con delibera di Giunta), accogliendo le lamentele degli utenti e osservando le loro consuetudini. Inoltre, abbiamo esteso il prestito (prima riservato solo ai barlettani) a ogni essere umano, senza limiti geografici, di residenza o di nazionalità e abbiamo concesso il prestito di massimo tre volumi, non più due. Certo, i risultati non sono mai totalmente soddisfacenti: l'optimum sarebbe aprire anche il sabato e nei giorni festivi, come le biblioteche delle grandi città, ma si devono incrociare queste esigenze con la disponibilità del personale e le risorse economiche».
A quali novità avete pensato per migliorare spazi e tempi della biblioteca?
«Gli spazi sono ancora ridotti. Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici la disponibilità di aprire il pomeriggio, proprio per delocalizzare l'utenza, ma è un dialogo che si è arrestato , perché ci siamo resi conto che anche lì ci vogliono soldi con cui sostenere i costi dell'apertura pomeridiana. Il Comune è proprietario di alcuni immobili in disuso: a mio parere, il Palazzo San Domenico può e deve essere un Hub culturale multifunzionale e polivalente e, in questo senso, questa struttura potrebbe essere adibita a biblioteca pomeridiana. In assenza di elementi favorevoli però, dobbiamo cercare di razionalizzare. Stiamo pensando a una migliore distribuzione degli orari, perché magari quella mezz'ora poco frequentata, potrebbe essere tagliata e ricucita in una fascia più piena e ambita dai ragazzi. Confrontandoci con gli utenti, abbiamo pensato all'aggiornamento in tempo reale della disponibilità dei posti, per evitare a chi abita lontano dal castello di venire fin qui per poi trovare tutto occupato. Sono ancora ipotesi, ma il fatto che ci sia un'idea rende la riflessione più moderata e l'implementazione più fattibile».
Quali sono le iniziative storiche e quelle pensate per il futuro?
«In un periodo in cui molte biblioteche chiudono per problemi interni e fallimenti delle cooperative che le gestiscono, la nostra biblioteca ha un prestigio riconosciuto su tutto il territorio pugliese e nazionale. A parte la struttura storica che la ospita, ha una funzione dinamica nelle iniziative che coinvolgono grandi e piccoli. Con "Una notte in biblioteca", facciamo visitare la biblioteca ai bambini, raccontiamo loro le storie, li facciamo dormire nei sacchi a pelo (regolarmente disposti nella sala lettura) e all'indomani offriamo loro la colazione. E' un'esperienza formativa unica per l'evoluzione cognitiva e relazionale dell'infante, perché non solo entra a contatto con la cultura, ma anche con i luoghi e i coetanei della sua città. Pensa all'atmosfera magica creata dalla lettura notturna nella sala di un castello medievale! In questo modo, avviciniamo molti genitori, che non conoscevano neanche l'esistenza di tutti questi servizi e occasioni d'incontro. Con questo tipo di iniziative entriamo nelle famiglie: in due anni abbiamo raggiunto 2100 bambini iscritti. Si tratta di un evento atteso per tutto l'anno e, solitamente, lo facciamo con l'avvicinarsi della stagione calda. Ma anche l'interlocuzione con la scuola è fondamentale: per esempio, gli incontri di BiblioPride sono preceduti dalla distribuzione nelle classi dei libri che saranno presentati, in modo che lo studente venga già preparato e sia spettatore attivo. Per i bambini delle elementari, a ogni festività (Carnevale, Natale) organizziamo qualcosa a tema e questo alle scuole piace molto. Infatti, stiamo avendo una crescita sempre maggiore di richieste di visite guidate da parte delle scuole elementari e medie e i piccoli che visitano oggi, saranno gli studenti-utenti del domani. Per il futuro abbiamo pensato alla sfera sociale: è già attiva "Libro parlato", che permette ai non vedenti, agli ipovedenti e ai dislessici di entrare nella storia con la lettura eterodiretta. Abbiamo pensato di predisporre un pulmino che porti i libri ai bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell'Ospedale, così da far passare il loro tempo intelligentemente. Vorremmo interfacciarci con la casa di riposo, in modo da avvicinare la sensibilità dell'anziano all'esperienza letteraria. Da regolamento, abbiamo previsto che ci siano delle postazioni per disabili e il fatto di avere questo in regolamento, rende l'applicazione immediatamente esecutiva; in effetti ci stiamo lavorando».
Come si ottempera alle mancate consegne dei volumi? Ci sono state grosse perdite?
«No, non abbiamo avuto molte perdite nel patrimonio librario moderno; solo una decina, dovuta a qualche disavventura dell'utente, ma tutto si ripara con l'acquisto dei volumi scomparsi. E' chiaro che quelli antichi non vengono prestiti. Poi con un semplice sms riusciamo ad avvisare in tempo della scadenza del prestito e c'è da dire che la collaborazione e la civiltà degli utenti è massima. Tuttavia, il nuovo regolamento prevede alcune restrizioni al prestito: i volumi non possono essere ceduti a terzi e la Biblioteca non autorizza persone diverse dal titolare a usare la tessera per effettuare il prestito. Solo con una delega scritta e la presentazione di un documento, il prestito può essere concesso a una persona diversa dal richiedente. Tutto questo per tutelare il patrimonio bibliotecario e le responsabilità dell'utente».
Come sta procedendo con la catalogazione informatizzata?
«L'aiuto dato dai tirocinanti, dai ragazzi del servizio civile e dalle associazioni per l'imputazione digitale di alcuni volumi (verranno ultimati a breve) e di tutti gli utenti registrati nel database è stato enorme. Questa immissione incrociata permette, non solo di risparmiare carta, ma anche di facilitare e personalizzare il prestito direttamente da casa. Ogni utente, tramite l'autoregistrazione sul sito "Opac-Terre di Bari", è in possesso di un nome utente e di una password. Effettuando il log in, può avviare la ricerca, anche filtrata, del libro d'interesse, può vedere in tempo reale se è fuori o no e può prenotarlo. Il libro segnalato viene conservato dal personale entro tre giorni, in attesa dell'utente; se non viene ritirato, la prenotazione decade. In tal modo, noi giornalmente abbiamo contezza dei prestiti effettuati e delle mancate consegne. Barletta è l'unica biblioteca pugliese ad aver attivato questo utilissimo servizio, funzionale per noi e per l'utenza; è una svolta epocale. Oltretutto, siamo rientrati anche in un progetto di digitalizzazione con fondi Fesr e abbiamo inserito nel sito dell'ICU (Istituto catalogo unico) le scannerizzazioni di particolari pubblicazioni antiche (compresi i periodici), che divengono così consultabili e non esposte a rischio deterioramento. A tal proposito-aggiunge Doronzo-stiamo cercando di avere l'autonomia della gestione del sito della Biblioteca (ora affidata a un centro unico), il cui versioning è stato affidato a un Web master, proprio per renderlo più intuitivo, adatto a ogni tipo di utenza e modificabile in tempo reale per comunicare l'offerta di servizi estemporanei».
Qual è la differenza tra capitalismo cognitivo e società della conoscenza? Si chiede infine Doronzo: «Che se il primo offre un sapere aziendalizzato e illusoriamente libero, la seconda si costruisce sulla base della condivisione, dell'aggregazione e della liberazione dei saperi. Sarebbe bellissimo avere intorno alla biblioteca i punti di riferimento giovanili, come Informagiovani, proprio per creare un dinamismo pratico, in cui ognuno possa riconoscersi. La cultura non è fumo, ma ha un suo luogo fisico in cui prende vita e mette in relazione menti pensanti, con la sola moneta dello scambio, tant'è che i prezzi d'acquisto dei volumi bibliotecari, decisi tanti anni fa, sono rimasti identici. A dispetto degli assertori del "Dobbiamo pensare a riempire la pancia", questo-per me- è quanto di più concreto una buona politica possa fare, perché sfido ad avere un servizio comunale con questi numeri, queste utenze e con una qualità così alta. Il dialogo con gli utenti non si spegne mai-aggiunge Romallo- ascoltiamo ogni loro esigenza, li orientiamo nella scelta con "Scelti per voi", siamo vicino ai tesisti e agli studiosi con il prestito interbibliotecario, per il quale versano una somma di 5€ ed evitano di spostarsi da città a città per la consultazione di un volume». Insomma, con la cultura non si mangia, ci si disseta.