Beni pubblici e privati: censimento per difenderli
Incontro di “Salviamo il paesaggio”, promosso da “Beni Comuni”. Presenti associazioni e comuni cittadini
mercoledì 4 luglio 2012
17.29
Interrogarsi innanzitutto su cosa sono i beni comuni, proprietà di tutti che per definizione dovrebbero essere sottratte alle logiche di mercato; conoscere quali sono le proprietà pubbliche, comunali in questo caso. Questo l'intento della richiesta di censimento dI beni all'Amministrazione comunale di Barletta da parte del costituendo forum, sbarcato nella BAT dietro sollecito dell'associazione Beni Comuni, del Forum Nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori". Tale gruppo nasce in Italia su impulso dell'associazione Slow Food e del Movimento "Stop al Consumo di Territorio", subito arricchitosi della presenza di numerose organizzazioni nazionali (tra cui Legambiente, LIPU, Pro Natura, Eddyburg, Movimento Decrescita Felice, Altreconomia, Associazione Comuni Virtuosi, Rete del Nuovo Municipio, Borghi Autentici d'Italia, Medici per l'Ambiente, Centro Nuovo Modello di Sviluppo), di oltre 350 associazioni e comitati locali e più di 3000 adesioni individuali.
Si vuole dare risposta alla cementificazione selvaggia, che continua a violentare i nostri territori da oltre trent'anni, generando un assurdo fenomeno di abbandono, con relativo degrado, del 'già costruito' e contemporaneo aumento delle nuove costruzioni. Risultato: ingenti danni economici e a volte anche umani per crolli di beni pubblici e privati; speculazione edilizia in grado solo di generare periferie enormi e mostruose; danni paesaggistici per le nostre campagne, sempre più aggredite, e per il suolo, risorsa che può rinnovarsi solo in tempi molto lunghi (secoli!). Da tale analisi, assolutamente appoggiata da esperti italiani e internazionali, si è partiti nell'incontro svoltosi a Barletta nella serata di lunedì, indetta principalmente "Per sollecitare l'Amministrazione ad effettuare un censimento di tutti i beni comunali e privati, in modo che possa essere chiaro a tutti quale valore potenziale detenga il Comune. – interviene Francesco Filannino – Già abbiamo diffuso da oltre un mese una lettera al Sindaco e agli Assessori competenti, ma non abbiamo ricevuto risposta". Presente all'incontro pubblico anche il prof. Ottavio Marzocca, facente parte della Società dei territorialisti, un'organizzazione nazionale che si propone di portare attenzione, soprattutto in campo universitario, ognuno nelle sue specializzazioni, al sapere del territorio e alla sua salvaguardia: "La privatizzazione del suolo diventa la principale causa della degenerazione cui stiamo assistendo, essendo arrivati proprio al limite". Quindi la necessità di porre freno all'occupazione abusiva del suolo, praticando seriamente una riqualificazione dell'esistente, come ha ricordato Sabrina Salerno. Si coglie con favore l'impegno assunto dall'Assessore al patrimonio Sabino Dicataldo, di voler meticolosamente intervenire sulla conoscenza e valorizzazione del patrimonio della città. Ma si vuole evitare che si pratichi una 'svendita' dei beni, solo per tentare di sanare la difficile situazione economica in cui si trovano tutti gli enti pubblici in Italia in questo momento di crisi. Questione che, ahimè, esiste e non bastano semplici slogan o 'NO' a priori per risolverla. Non tutto il patrimonio comunale inutilizzato presenta un pregio intrinseco e un valore potenziale, ma la soluzione a questo non è certo l'abbandono o la presa di tempo licenziando la questione con poche righe sui documenti programmatici o nei vari Piani di riqualificazione. Anche perché ci sono strutture che più il tempo passa e maggiori si fanno i problemi e costi per risanarli. Dunque si tratterebbe di scegliere, magari rivolgendosi a chi ha competenze in tale settore, cosa vendere e con il ricavato pensare alla riqualificazione degli altri beni, altrimenti destinati all'inevitabile decadenza dovuta al tempo e all'incuria. Questa l'idea di alcuni presenti supportata anche dalla rappresentanza presente di Legambiente.
Il problema è non perdere, in nome dell'urgenza, dei beni che domani possono avere un grande valore e riuscire ad intervenire in tempo, in nome dei soliti valori di partecipazione e trasparenza, sul Piano Urbanistico Generale, che sarà approvato prossimamente. Presenti singoli cittadini, che hanno avanzato proposte e richieste, confermando che il tema è sentito e merita di essere discusso insieme.
Si vuole dare risposta alla cementificazione selvaggia, che continua a violentare i nostri territori da oltre trent'anni, generando un assurdo fenomeno di abbandono, con relativo degrado, del 'già costruito' e contemporaneo aumento delle nuove costruzioni. Risultato: ingenti danni economici e a volte anche umani per crolli di beni pubblici e privati; speculazione edilizia in grado solo di generare periferie enormi e mostruose; danni paesaggistici per le nostre campagne, sempre più aggredite, e per il suolo, risorsa che può rinnovarsi solo in tempi molto lunghi (secoli!). Da tale analisi, assolutamente appoggiata da esperti italiani e internazionali, si è partiti nell'incontro svoltosi a Barletta nella serata di lunedì, indetta principalmente "Per sollecitare l'Amministrazione ad effettuare un censimento di tutti i beni comunali e privati, in modo che possa essere chiaro a tutti quale valore potenziale detenga il Comune. – interviene Francesco Filannino – Già abbiamo diffuso da oltre un mese una lettera al Sindaco e agli Assessori competenti, ma non abbiamo ricevuto risposta". Presente all'incontro pubblico anche il prof. Ottavio Marzocca, facente parte della Società dei territorialisti, un'organizzazione nazionale che si propone di portare attenzione, soprattutto in campo universitario, ognuno nelle sue specializzazioni, al sapere del territorio e alla sua salvaguardia: "La privatizzazione del suolo diventa la principale causa della degenerazione cui stiamo assistendo, essendo arrivati proprio al limite". Quindi la necessità di porre freno all'occupazione abusiva del suolo, praticando seriamente una riqualificazione dell'esistente, come ha ricordato Sabrina Salerno. Si coglie con favore l'impegno assunto dall'Assessore al patrimonio Sabino Dicataldo, di voler meticolosamente intervenire sulla conoscenza e valorizzazione del patrimonio della città. Ma si vuole evitare che si pratichi una 'svendita' dei beni, solo per tentare di sanare la difficile situazione economica in cui si trovano tutti gli enti pubblici in Italia in questo momento di crisi. Questione che, ahimè, esiste e non bastano semplici slogan o 'NO' a priori per risolverla. Non tutto il patrimonio comunale inutilizzato presenta un pregio intrinseco e un valore potenziale, ma la soluzione a questo non è certo l'abbandono o la presa di tempo licenziando la questione con poche righe sui documenti programmatici o nei vari Piani di riqualificazione. Anche perché ci sono strutture che più il tempo passa e maggiori si fanno i problemi e costi per risanarli. Dunque si tratterebbe di scegliere, magari rivolgendosi a chi ha competenze in tale settore, cosa vendere e con il ricavato pensare alla riqualificazione degli altri beni, altrimenti destinati all'inevitabile decadenza dovuta al tempo e all'incuria. Questa l'idea di alcuni presenti supportata anche dalla rappresentanza presente di Legambiente.
Il problema è non perdere, in nome dell'urgenza, dei beni che domani possono avere un grande valore e riuscire ad intervenire in tempo, in nome dei soliti valori di partecipazione e trasparenza, sul Piano Urbanistico Generale, che sarà approvato prossimamente. Presenti singoli cittadini, che hanno avanzato proposte e richieste, confermando che il tema è sentito e merita di essere discusso insieme.