«Basta guerre tra poveri», parlano gli abitanti della distilleria
«Chiediamo solo di avere più rispetto per tutti noi». Lucia e la sua famiglia chiedono un tetto dignitoso
giovedì 23 dicembre 2010
«Da mesi viviamo in queste abitazioni, e da mesi ci sentiamo dire che siamo solo un gruppo di violenti ed arroganti che hanno usato la violenza per sottrarre queste abitazioni a chi ne ha diritto. Siamo persone semplici che vogliono solo lavorare ed avere un'abitazione dignitosa». Così come lo era Lucia. Aveva poco meno di 40 anni e tre figli la più piccola di soli 10 anni. Suo marito viveva come molti di lavori saltuari. Da un po' di tempo lavora come porta pizze ed addetto alle pulizie. Spesso tutto lavoro non in regola. Pochi centinaia di euro al mese. Impossibili per pagare un canone di locazione. Per questo eravamo stati sfrattati. La disoccupazione e le condizioni di salute non bastavano per Lucia e la sua famiglia ad avere un "tetto dignitoso".
«Poi abbiamo trovato questa soluzione. Sapevamo che non si tratta di quella definitiva. Ma chiediamo di trovare una soluzione per tutte quelle famiglie che sono in difficoltà. E sappiamo che sono centinaia. Anche se occorre ricordare che solo noi a lamentare e protestare questa situazione».
In questi mesi Lucia e la sua famiglia si è divisa tra l'ospedale e questa casa. «Dove viviamo siamo senza acqua , servizi igienici, elettricità e riscaldamento. Sopperendo con i generatori o altri sistemi. Non era facile per una persona allo stadio terminale di una grave malattia oncologica vivere in queste condizioni. Tutto questo non ha mai smosso la coscienza dei politici che governano questa città. Ci è sempre stato detto che altri hanno diritto a queste case. Anziani soprattutto». Ma ci chiediamo anziani, ammalati come Lucia, famiglie con persone disabili, disoccupati non siamo tutti uguali? Quando Lucia e la sua famiglia si rivolgevano ai servizi sociali, nessuno ha valutato la possibilità di una soluzione abitativa d'emergenza?
Perché per queste case non sono stati fatti come in altri comuni, un bando per l'assegnazione? Forse Lucia ed altri che sono qui vedrebbero riconosciuto il loro diritto.
«Ora chiediamo una sola cosa. Di avere più rispetto di tutti noi. Chiamateci pure violenti ed arroganti. Forse lo siamo , ma non meno di altri. Ma certamente non siamo insensibili alle difficoltà umane e sociali che vivono in tanti in questa città. E non vogliamo alimentare una guerra tra poveri».
«Poi abbiamo trovato questa soluzione. Sapevamo che non si tratta di quella definitiva. Ma chiediamo di trovare una soluzione per tutte quelle famiglie che sono in difficoltà. E sappiamo che sono centinaia. Anche se occorre ricordare che solo noi a lamentare e protestare questa situazione».
In questi mesi Lucia e la sua famiglia si è divisa tra l'ospedale e questa casa. «Dove viviamo siamo senza acqua , servizi igienici, elettricità e riscaldamento. Sopperendo con i generatori o altri sistemi. Non era facile per una persona allo stadio terminale di una grave malattia oncologica vivere in queste condizioni. Tutto questo non ha mai smosso la coscienza dei politici che governano questa città. Ci è sempre stato detto che altri hanno diritto a queste case. Anziani soprattutto». Ma ci chiediamo anziani, ammalati come Lucia, famiglie con persone disabili, disoccupati non siamo tutti uguali? Quando Lucia e la sua famiglia si rivolgevano ai servizi sociali, nessuno ha valutato la possibilità di una soluzione abitativa d'emergenza?
Perché per queste case non sono stati fatti come in altri comuni, un bando per l'assegnazione? Forse Lucia ed altri che sono qui vedrebbero riconosciuto il loro diritto.
«Ora chiediamo una sola cosa. Di avere più rispetto di tutti noi. Chiamateci pure violenti ed arroganti. Forse lo siamo , ma non meno di altri. Ma certamente non siamo insensibili alle difficoltà umane e sociali che vivono in tanti in questa città. E non vogliamo alimentare una guerra tra poveri».