Basile (M5s) sferra l'asso: «Test antidroga per tutti i candidati di Barletta»
L'invito è stato formulato in un video diffuso sui social
venerdì 3 giugno 2022
Gli ultimi giorni di campagna elettorale a Barletta potrebbero regalare sorprese. «Propongo a tutti i candidati al Consiglio comunale di effettuare un test antidroga». L'invito arriva da Giuseppe Basile, candidato consigliere per il Movimento 5 stelle.
«La droga è il principale motore che finanzia la criminalità della città e noi dobbiamo contrastarla in ogni modo, anche con l'esempio», ha detto Basile in un video diffuso sulla pagina Facebook della sezione locale del partito.
In tutti questi casi, le motivazioni della proposta erano politiche. L'iniziativa della ministra Dadone, infatti, derivava dalle polemiche che avevano accompagnato l'assegnazione delle deleghe alle politiche antidroga proprio all'esponente pentastellata. L'invito della consigliera milanese, invece, era stato formulato durate una seduta del Consiglio cittadino dopo la deposizione di un ordine del giorno sulla legalizzazione della cannabis. Mentre in Umbria, l'idea di De Luca è arrivata durante una discussione per la modifica di una legge regionale per l'istituzione della giornata regionale per la lotta alla droga.
Prima di loro, anche giornali e tv avevano lanciato provocazioni simili in Parlamento. Nel 2006 il programma tv Le Iene era riuscito a fare il test antidroga a 50 parlamentari, rivelando (senza fare nomi) che uno su tre era positivo. L'esperimento sarebbe stato replicato nel 2019 con un test salivare. Nel 2017 anche un'inchiesta di Milllenium (Il Fatto Quotidiano) aveva fatto delle analisi nei bagni di Montecitorio. Si riscontrò la presenza di tracce di cocaina, seppure fosse complicato attribuirle direttamente ai parlamentari perché i servizi igienici sono aperti a chiunque transiti per i corridoi di Montecitorio.
«La droga è il principale motore che finanzia la criminalità della città e noi dobbiamo contrastarla in ogni modo, anche con l'esempio», ha detto Basile in un video diffuso sulla pagina Facebook della sezione locale del partito.
Non è la prima volta che viene proposto il test antidroga ai politici
Non è la prima volta che una proposta simile viene rivolta alla classe politica oppure, come in questo caso, che diventi una provocazione in piena campagna elettorale. Ad aprile Fabiana Dadone, ministra per le politiche giovanili del Movimento 5 stelle, ha invitato tutti i parlamentari a sottoporsi al test. L'invito non ha raccolto molti consensi, visto che l'unico partito ad averlo accolto sarebbe poi stato Fratelli d'Italia. Un mese prima, a marzo, un'analoga proposta era stata lanciata a Milano dalla consigliera comunale Debora Giovanati (Lega). A febbraio, invece, a proporre il test è stato il consigliere regionale umbro Thomas De Luca (M5s).In tutti questi casi, le motivazioni della proposta erano politiche. L'iniziativa della ministra Dadone, infatti, derivava dalle polemiche che avevano accompagnato l'assegnazione delle deleghe alle politiche antidroga proprio all'esponente pentastellata. L'invito della consigliera milanese, invece, era stato formulato durate una seduta del Consiglio cittadino dopo la deposizione di un ordine del giorno sulla legalizzazione della cannabis. Mentre in Umbria, l'idea di De Luca è arrivata durante una discussione per la modifica di una legge regionale per l'istituzione della giornata regionale per la lotta alla droga.
Prima di loro, anche giornali e tv avevano lanciato provocazioni simili in Parlamento. Nel 2006 il programma tv Le Iene era riuscito a fare il test antidroga a 50 parlamentari, rivelando (senza fare nomi) che uno su tre era positivo. L'esperimento sarebbe stato replicato nel 2019 con un test salivare. Nel 2017 anche un'inchiesta di Milllenium (Il Fatto Quotidiano) aveva fatto delle analisi nei bagni di Montecitorio. Si riscontrò la presenza di tracce di cocaina, seppure fosse complicato attribuirle direttamente ai parlamentari perché i servizi igienici sono aperti a chiunque transiti per i corridoi di Montecitorio.