Bar.S.A.: dieci anni di costi e precarietà
Dimenticate e indifese le risorse umani aziendali. Mai più riserva di caccia, di clientele e favoritismi
lunedì 20 febbraio 2012
0.31
Accanto a tante polemiche, personalismi e delibere da sottogoverno, finalmente un accenno di dibattito politico. L'argomento offerto alla discussione politica dalla Federazione della Sinistra - Sinistra per Barletta riguarda la Multiservizi Bar.S.A., con valutazioni a dir poco allarmanti. Questo è ciò che traspare da una nota diffusa qualche giorno fa dai Consiglieri Comunali Mimmo Caporusso e Carmine Doronzo, i quali pongono all'attenzione del Sindaco l'importante problema di 9 dipendenti attualmente in cassa integrazione a causa del venir meno di alcuni servizi precedentemente affidati a Barsa da parte del Comune.
Nella premessa del documento viene evidenziato come a fronte di certe aspettative per cui "…oltre dieci anni fa il Comune di Barletta dava vita alla Bar.S.A. spa, un progetto ambizioso che si poneva l'obiettivo di garantire contemporaneamente stabilità lavorativa ai dipendenti e servizi alla città", oggi si prende atto, quantomeno sul versante del lavoro, che per incapacità da parte della Barsa di valorizzare le proprie risorse "…i lavoratori vengano usati e gettati". Una posizione rispettabile che non tocca altri aspetti forse ancora più importanti; in sostanza un approccio che sembra quasi di carattere "sindacale-rivendicativo" anche perché rivolto direttamente al Sindaco (quasi fosse un "Amministratore Delegato") e non ai Partiti della coalizione.
I temi rilevanti posti all'attenzione, nel giudizio della Federazione della Sinistra, sono: da un lato i mancati affidamenti da parte del Comune di Barletta e dall'altro le inadeguate politiche per il personale da parte di Bar.S.A. Argomenti certamente importanti che tuttavia non esauriscono le grandi questioni legate alle dinamiche industriali della Bar.S.A., in relazione ad altri obiettivi strategici che ne determinarono la nascita.
Da questo punto di vista sarebbe opportuno che entrino nella discussione politica almeno altri 3 argomenti:
- L'allargamento del bacino di utenza dei servizi verso altri Comuni, la cosiddetta "sovracomunalità" necessaria per creare economie di scala, e quindi una maggiore efficienza ed economicità di gestione col vantaggio di minori costi per i cittadini;
- La valorizzazione del ciclo dei rifiuti come risorsa, come opportunità economica, e non come "oggetti maleodoranti o ingombranti" da gettare in qualche discarica;
- Lo sviluppo di specifiche competenze e professionalità quale strategia necessaria per estendere la gamma delle attività/servizi da gestire all'interno della Barsa, evitando affidamenti in appalto ad altre imprese, spesso amiche se non parenti di "qualcuno".
Obiettivi strategici, di fatto non realizzati, che avrebbero potuto imprimere una svolta decisiva per lo sviluppo della Società. Rispetto a tali criticità non sarebbe tuttavia onesto addossare responsabilità "esclusive" all'attuale Dirigenza né tantomeno ai loro predecessori. Figure spesso costrette a muoversi tra irrisolte rigidità gestionali e sindacali, accentuate dagli insanabili "mal vezzi" e condizionamenti della Politica. Abbiamo visto avvicendarsi nel tempo anche grandi Manager e valenti Professori Universitari spesso "costretti al ritiro" ai quali, occorre riconoscerlo, non è mai stata assegnata una missione chiara, le necessarie risorse e sopratutto un'adeguata dose di autonomia.
La Politica deve sì occuparsi delle "emergenze", come nel caso dei 9 lavoratori cassintegrati, ma ha innanzi tutto il dovere di fare scelte strategiche di medio e lungo termine; per intenderci l'esatto contrario di ciò che si fa in funzione del "consenso". Cosa oggettivamente difficile e faticosa vista la diffusa tendenza a mescolare "indirizzo e gestione", mix indispensabile per controllare da vicino l'andazzo della "bottega".
Il documento politico della Federazione della Sinistra, per molti versi lodevole, traccia una linea che è tutta nell'ottica del: tutto pubblico, tutto e sempre. Nello specifico il Comune che "deve" servizi alla Barsa per assicurarne l'esistenza. Sarebbe interessante invece socializzare un bilancio di questi 10 anni attraverso il quale valutare "costi e benefici" di tutto ciò che ha comportato l'esperienza Bar.S.A. per le finanze del Comune, a partire dai costi strutturali (canoni di locazione, CdA, Revisori, ecc.) fino ad arrivare al danno economico, per il Comune, conseguente alla perdita del vantaggio economico dei ribassi di gara per i numerosi appalti affidati in questi anni direttamente a Barsa rinunciando alle procedure di evidenza pubblica. Un'autentica ed inutile regalia in favore di Barsa.
Un bilancio economico, ma soprattutto politico, per cercare di ragionare credibilmente del futuro della Barsa, senza pregiudizi ideologici e possibilmente con un approccio oggettivo. Forse si scoprirebbe che certi "obiettivi sociali", come la qualità dei servizi o i benefici occupazionali possono essere conseguiti, se non migliorati, con minori oneri per la collettività. A molti potrà non piacere, ma il tema delle liberalizzazioni, oggi di grande attualità, riguarda anche le Società controllate dai Comuni, spesso causa di dissesti finanziari (vedi Amica Foggia) o luoghi di clientele e familismi, riserve di caccia per la Politica. E' prossima la scadenza degli organismi dirigenti della Barsa (CdA e Collegio dei Revisori), la Politica colga l'occasione per offrire esempi credibili di cambiamento, ragionando in termini di semplificazione e di trasparenza con un ottica che guardi ad un futuro diverso. La Politica forse potrà fare meglio la sua parte liberandosi da certi pesi e rinunciando a funzioni di "gestione" che non le competono. Si apra un dibattito serio, coinvolgente e partecipato che metta al centro della discussione l'interesse generale della Città e dei lavoratori della Bar.S.A., non i soliti piccoli "interessi di bottega".
Nella premessa del documento viene evidenziato come a fronte di certe aspettative per cui "…oltre dieci anni fa il Comune di Barletta dava vita alla Bar.S.A. spa, un progetto ambizioso che si poneva l'obiettivo di garantire contemporaneamente stabilità lavorativa ai dipendenti e servizi alla città", oggi si prende atto, quantomeno sul versante del lavoro, che per incapacità da parte della Barsa di valorizzare le proprie risorse "…i lavoratori vengano usati e gettati". Una posizione rispettabile che non tocca altri aspetti forse ancora più importanti; in sostanza un approccio che sembra quasi di carattere "sindacale-rivendicativo" anche perché rivolto direttamente al Sindaco (quasi fosse un "Amministratore Delegato") e non ai Partiti della coalizione.
I temi rilevanti posti all'attenzione, nel giudizio della Federazione della Sinistra, sono: da un lato i mancati affidamenti da parte del Comune di Barletta e dall'altro le inadeguate politiche per il personale da parte di Bar.S.A. Argomenti certamente importanti che tuttavia non esauriscono le grandi questioni legate alle dinamiche industriali della Bar.S.A., in relazione ad altri obiettivi strategici che ne determinarono la nascita.
Da questo punto di vista sarebbe opportuno che entrino nella discussione politica almeno altri 3 argomenti:
- L'allargamento del bacino di utenza dei servizi verso altri Comuni, la cosiddetta "sovracomunalità" necessaria per creare economie di scala, e quindi una maggiore efficienza ed economicità di gestione col vantaggio di minori costi per i cittadini;
- La valorizzazione del ciclo dei rifiuti come risorsa, come opportunità economica, e non come "oggetti maleodoranti o ingombranti" da gettare in qualche discarica;
- Lo sviluppo di specifiche competenze e professionalità quale strategia necessaria per estendere la gamma delle attività/servizi da gestire all'interno della Barsa, evitando affidamenti in appalto ad altre imprese, spesso amiche se non parenti di "qualcuno".
Obiettivi strategici, di fatto non realizzati, che avrebbero potuto imprimere una svolta decisiva per lo sviluppo della Società. Rispetto a tali criticità non sarebbe tuttavia onesto addossare responsabilità "esclusive" all'attuale Dirigenza né tantomeno ai loro predecessori. Figure spesso costrette a muoversi tra irrisolte rigidità gestionali e sindacali, accentuate dagli insanabili "mal vezzi" e condizionamenti della Politica. Abbiamo visto avvicendarsi nel tempo anche grandi Manager e valenti Professori Universitari spesso "costretti al ritiro" ai quali, occorre riconoscerlo, non è mai stata assegnata una missione chiara, le necessarie risorse e sopratutto un'adeguata dose di autonomia.
La Politica deve sì occuparsi delle "emergenze", come nel caso dei 9 lavoratori cassintegrati, ma ha innanzi tutto il dovere di fare scelte strategiche di medio e lungo termine; per intenderci l'esatto contrario di ciò che si fa in funzione del "consenso". Cosa oggettivamente difficile e faticosa vista la diffusa tendenza a mescolare "indirizzo e gestione", mix indispensabile per controllare da vicino l'andazzo della "bottega".
Il documento politico della Federazione della Sinistra, per molti versi lodevole, traccia una linea che è tutta nell'ottica del: tutto pubblico, tutto e sempre. Nello specifico il Comune che "deve" servizi alla Barsa per assicurarne l'esistenza. Sarebbe interessante invece socializzare un bilancio di questi 10 anni attraverso il quale valutare "costi e benefici" di tutto ciò che ha comportato l'esperienza Bar.S.A. per le finanze del Comune, a partire dai costi strutturali (canoni di locazione, CdA, Revisori, ecc.) fino ad arrivare al danno economico, per il Comune, conseguente alla perdita del vantaggio economico dei ribassi di gara per i numerosi appalti affidati in questi anni direttamente a Barsa rinunciando alle procedure di evidenza pubblica. Un'autentica ed inutile regalia in favore di Barsa.
Un bilancio economico, ma soprattutto politico, per cercare di ragionare credibilmente del futuro della Barsa, senza pregiudizi ideologici e possibilmente con un approccio oggettivo. Forse si scoprirebbe che certi "obiettivi sociali", come la qualità dei servizi o i benefici occupazionali possono essere conseguiti, se non migliorati, con minori oneri per la collettività. A molti potrà non piacere, ma il tema delle liberalizzazioni, oggi di grande attualità, riguarda anche le Società controllate dai Comuni, spesso causa di dissesti finanziari (vedi Amica Foggia) o luoghi di clientele e familismi, riserve di caccia per la Politica. E' prossima la scadenza degli organismi dirigenti della Barsa (CdA e Collegio dei Revisori), la Politica colga l'occasione per offrire esempi credibili di cambiamento, ragionando in termini di semplificazione e di trasparenza con un ottica che guardi ad un futuro diverso. La Politica forse potrà fare meglio la sua parte liberandosi da certi pesi e rinunciando a funzioni di "gestione" che non le competono. Si apra un dibattito serio, coinvolgente e partecipato che metta al centro della discussione l'interesse generale della Città e dei lavoratori della Bar.S.A., non i soliti piccoli "interessi di bottega".