«Barlettano al cento per cento», lacrime e raccoglimento per Claudio Lasala
Il fratello: «Alla nostra famiglia è stato strappato via il cuore con ferocia e assurdità»
domenica 7 novembre 2021
9.53
Tante lacrime, una nuvola di palloncini bianchi e un lungo, scrosciante applauso hanno accompagnato l'ultimo saluto a Claudio Lasala. Ieri per Barletta è stato il giorno del cordoglio e del raccoglimento: c'era aria di grande commozione e comunità intorno alla Cattedrale, lì dove proprio a pochi metri si è consumata l'insensata uccisione del giovane barlettano.
Nonostante la pioggia sono stati tanti i cittadini che hanno partecipato al rito seguendolo dallo schermo all'esterno della basilica.
[YOUTUBE]
Il ricordo tracciato nell'omelia dall'arcivescovo D'Ascenzo ha commemorato un ragazzo bravo e soprattutto fiero di essere barlettano. «Claudio portava scritto su una maglietta che spesso indossava: barlettano al cento per cento. Attento agli altri, generoso, si stava preparando per dare il suo contributo personale a questa nostra società nella Guardia di Finanza, non ha accettato di piegarsi davanti alla prepotenza di chi non comprende bellezza, bontà, rispetto, dignità, giustizia, fratellanza. Barlettano al cento per cento».
Tanto il dolore emerso dalle parole pronunciate dal fratello di Claudio: «Alla nostra famiglia è stato strappato via il cuore con ferocia e assurdità. È assurdo che nelle strade dell'Italia intera accadano episodi del genere così frequentemente. Mi chiedo: come possiamo restare in silenzio e subire tutto questo male?».
E ha infine concluso: «Spero che il sacrificio di mio fratello porti a qualcosa di buono e di concreto per la sua e la nostra città».
Continuano a giungere tanti pensieri e lunghe riflessioni dopo quanto accaduto. «Con grande commozione ho assistito tramite BarlettaViva all'ultimo saluto a Claudio - sono le parole dell'avv. Michele Cianci - La grande partecipazione, sia personalmente sia attraverso i social, dei barlettani, ha evidenziato che la parte sana della nostra Città è ben più grande di quella malata. Ciò significa che possiamo e dobbiamo farcela. Occorre più coesione da parte nostra occorre più dialogo con i nostri figli da parte nostra, da parte delle scuole e anche delle istituzioni e della politica che deve essere da esempio per tutti. Basta con gli inutili litigi e con inutili battaglie se non sono finalizzate al bene comune, è il bene comune che deve prevalere sull'egoismo di quei pochi che macchiano la nostra città e la nostra esistenza. Rimbocchiamoci le maniche e cambiamo percorso. Denunciamo qualsiasi cosa che non corrisponda alla legalità e al bene comune. Claudio è il figlio che ognuno dì noi desidera, era geniale (suo fratello ed i suoi amici lo hanno definito tale) per un progetto che aveva in un cassetto e che spero venga fuori; era un atleta, voleva essere un servitore dello Stato, era ostinato nel raggiungere i traguardi positivi che si poneva, complimenti alla Sua Famiglia per averlo educato così! Chi non desidera Claudio come figlio? Tutti noi lo vogliamo ed allora in onore alla Sua memoria proseguiamo il Suo cammino trasmettendo i Suoi Valori ai nostri figli, perché solo se ci saranno più Claudio avremo un mondo migliore e il suo sacrificio non sarà inutile ma avrà un senso!».
Nonostante la pioggia sono stati tanti i cittadini che hanno partecipato al rito seguendolo dallo schermo all'esterno della basilica.
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Il ricordo tracciato nell'omelia dall'arcivescovo D'Ascenzo ha commemorato un ragazzo bravo e soprattutto fiero di essere barlettano. «Claudio portava scritto su una maglietta che spesso indossava: barlettano al cento per cento. Attento agli altri, generoso, si stava preparando per dare il suo contributo personale a questa nostra società nella Guardia di Finanza, non ha accettato di piegarsi davanti alla prepotenza di chi non comprende bellezza, bontà, rispetto, dignità, giustizia, fratellanza. Barlettano al cento per cento».
Tanto il dolore emerso dalle parole pronunciate dal fratello di Claudio: «Alla nostra famiglia è stato strappato via il cuore con ferocia e assurdità. È assurdo che nelle strade dell'Italia intera accadano episodi del genere così frequentemente. Mi chiedo: come possiamo restare in silenzio e subire tutto questo male?».
E ha infine concluso: «Spero che il sacrificio di mio fratello porti a qualcosa di buono e di concreto per la sua e la nostra città».
Continuano a giungere tanti pensieri e lunghe riflessioni dopo quanto accaduto. «Con grande commozione ho assistito tramite BarlettaViva all'ultimo saluto a Claudio - sono le parole dell'avv. Michele Cianci - La grande partecipazione, sia personalmente sia attraverso i social, dei barlettani, ha evidenziato che la parte sana della nostra Città è ben più grande di quella malata. Ciò significa che possiamo e dobbiamo farcela. Occorre più coesione da parte nostra occorre più dialogo con i nostri figli da parte nostra, da parte delle scuole e anche delle istituzioni e della politica che deve essere da esempio per tutti. Basta con gli inutili litigi e con inutili battaglie se non sono finalizzate al bene comune, è il bene comune che deve prevalere sull'egoismo di quei pochi che macchiano la nostra città e la nostra esistenza. Rimbocchiamoci le maniche e cambiamo percorso. Denunciamo qualsiasi cosa che non corrisponda alla legalità e al bene comune. Claudio è il figlio che ognuno dì noi desidera, era geniale (suo fratello ed i suoi amici lo hanno definito tale) per un progetto che aveva in un cassetto e che spero venga fuori; era un atleta, voleva essere un servitore dello Stato, era ostinato nel raggiungere i traguardi positivi che si poneva, complimenti alla Sua Famiglia per averlo educato così! Chi non desidera Claudio come figlio? Tutti noi lo vogliamo ed allora in onore alla Sua memoria proseguiamo il Suo cammino trasmettendo i Suoi Valori ai nostri figli, perché solo se ci saranno più Claudio avremo un mondo migliore e il suo sacrificio non sarà inutile ma avrà un senso!».