Barletta, zattera alla deriva
La dura nota del professor Ruggiero Quarto. Crolli e malcostume politico nel testo che ci invia
lunedì 12 dicembre 2011
9.44
«È un brutto momento per Barletta. Crolli, alluvioni, lottizzazioni abusive, governo cittadino temporaneo e azzoppato, lavoro sempre più in crisi, ambiente degradato». E' quanto scrive il professor Ruggiero Quarto, docente di geofisica presso l'Università di Bari. «E dell'ambiente del territorio vorrei parlare, perché ritengo che tutti i problemi cittadini si riversano in esso e da esso si dipartono. È il nodo cruciale della vivibilità urbana e del nostro benessere.
Penso sia utile stigmatizzare la carente vivibilità cittadina, chiara conseguenza di una politica miope, che ci ha cacciato in un tunnel stretto e buio. Mancano progetti ecosostenibili di ampio respiro. È la politica del "ha da passà a nuttata!". E si continua a galleggiare, come una zattera alla deriva. Intanto, i problemi irrompono con drammatica crudezza. La zattera viene sballottata dalle tempeste e manca un timone. Sembra che l'unico obiettivo sia sopravvivere. Insisto su questo problema perché credo che la nostra città possa uscire dal tunnel. L'importante è avere la consapevolezza di essere nel tunnel e di saper guardare la luce, seppur fioca, in fondo. Vorrei proprio che il mio sindaco apra gli occhi per poter scorgere questa luce. Bearsi nella convinzione che tutto vada per il meglio è un impedimento alla risoluzione dei problemi. Né questi possono essere rimandati "sine die", come si sta facendo per la nomina dell'assessore all'Ambiente. È, questo, un fatto di inaudita gravità. È la prova che contano più i deprecabili tatticismi politici che l'ambiente.
Respiriamo un'aria pestilenziale e la puzza rimane un mistero! Si sospettano inquinamenti industriali, ma si è silenti, come Pilato, di fronte alle decisioni provinciali di concedere co-incenerimenti di rifiuti in cementeria. Siamo stretti nella morsa inquinante dell'Ofanto a Ponente, del Ciappetta-Camaggi a Levante e di numerosi canali di scolo a Sud, sul fronte mare cittadino. Il canale Ciappetta-Camaggi tiene sotto scacco l'intero litorale di levante con le sue acque nere come la pece e il suo terribile carico infestante. Chi inquina? Il depuratore di Andria o scarichi abusivi? Odiosi scaricabarile. E il veleno del barile arriva a mare, quando non straripa! E i controlli? Basta il cartello "divieto di balneazione"!
Dal mare alla terra è sempre tunnel! Rifiuti di ogni genere sparsi ovunque, spesso con il contorno del mortale amianto. E la raccolta differenziata? Uno stentato 25%. Mentre la bonifica dell'ex-discarica di S. Procopio e annesso parco verde, pur finanziati, non partono, ci "regalano" un'altra discarica. Se i controlli funzioneranno come per il "canalone", rischiamo un'altra "bomba ecologica". Può sembrare assurdo, ma lì è in corso un'altra inaudita richiesta di discarica da un milione di metri cubi di rifiuti! Anche qui Pilato si laverà le mani? Se si fa un passo avanti per mitigare l'elettrosmog, con la progettata rimozione dei tralicci, peraltro con risorse provenienti da cementificazioni, se ne fanno due indietro con le antenne sulle rotonde. Si costruiscono piste ciclabili e postazioni di bike-sharing, a dir il vero poco efficienti, ma il traffico rimane angosciante e inquinante. Dov'è finito il Piano Urbano Traffico? Era pronto un progetto di parcheggio sul retro stazione FFSS. Avrebbe risolto parte del problema in centro. Ma non è che non è andato in porto perché era a costo zero e senza cemento? Il verde è sempre in atroce sofferenza. Intanto sorgono interi quartieri senza un cespuglio! Da quando non si piantano alberi in città? E il "Waterfront"? Solo degrado, con pazzesche nuove recinzioni! Infine, c'è la "madre di tutte le bombe ecologiche": una città senza un moderno e condiviso Piano Urbanistico.
Vivere tra cemento e auto, tra sporcizia e degrado, tra puzze e polveri, ci opprime e ci fa ammalare! Quale luce in fondo al tunnel? Il risanamento delle fonti che inquinano il mare. La delocalizzazione di Timac e Cementeria, con un grande piano di sviluppo turistico ecosostenibile dell'intero litorale, con un favoloso waterfront. La rinaturalizzazione e fruizione delle aree golenali ofantine e delle zone umide di Ariscianne. L'adozione del progetto "Rifiuti zero", con raccolta differenziata spinta. L'opposizione vigorosa a discariche, inceneritori e biomasse. Un parco verde attrezzato di San Procopio funzionale e collegato alla città con una pista ciclabile. Una grande isola pedonale e un Piano Urbano Traffico a misura di uomo e non di auto. Tanto verde, con almeno un nuovo albero per ogni nato.
Sono alcune idee per una città bella e vivibile, capaci di innescare uno sviluppo durevole e sostenibile e di creare migliaia di posti di lavoro».
Penso sia utile stigmatizzare la carente vivibilità cittadina, chiara conseguenza di una politica miope, che ci ha cacciato in un tunnel stretto e buio. Mancano progetti ecosostenibili di ampio respiro. È la politica del "ha da passà a nuttata!". E si continua a galleggiare, come una zattera alla deriva. Intanto, i problemi irrompono con drammatica crudezza. La zattera viene sballottata dalle tempeste e manca un timone. Sembra che l'unico obiettivo sia sopravvivere. Insisto su questo problema perché credo che la nostra città possa uscire dal tunnel. L'importante è avere la consapevolezza di essere nel tunnel e di saper guardare la luce, seppur fioca, in fondo. Vorrei proprio che il mio sindaco apra gli occhi per poter scorgere questa luce. Bearsi nella convinzione che tutto vada per il meglio è un impedimento alla risoluzione dei problemi. Né questi possono essere rimandati "sine die", come si sta facendo per la nomina dell'assessore all'Ambiente. È, questo, un fatto di inaudita gravità. È la prova che contano più i deprecabili tatticismi politici che l'ambiente.
Respiriamo un'aria pestilenziale e la puzza rimane un mistero! Si sospettano inquinamenti industriali, ma si è silenti, come Pilato, di fronte alle decisioni provinciali di concedere co-incenerimenti di rifiuti in cementeria. Siamo stretti nella morsa inquinante dell'Ofanto a Ponente, del Ciappetta-Camaggi a Levante e di numerosi canali di scolo a Sud, sul fronte mare cittadino. Il canale Ciappetta-Camaggi tiene sotto scacco l'intero litorale di levante con le sue acque nere come la pece e il suo terribile carico infestante. Chi inquina? Il depuratore di Andria o scarichi abusivi? Odiosi scaricabarile. E il veleno del barile arriva a mare, quando non straripa! E i controlli? Basta il cartello "divieto di balneazione"!
Dal mare alla terra è sempre tunnel! Rifiuti di ogni genere sparsi ovunque, spesso con il contorno del mortale amianto. E la raccolta differenziata? Uno stentato 25%. Mentre la bonifica dell'ex-discarica di S. Procopio e annesso parco verde, pur finanziati, non partono, ci "regalano" un'altra discarica. Se i controlli funzioneranno come per il "canalone", rischiamo un'altra "bomba ecologica". Può sembrare assurdo, ma lì è in corso un'altra inaudita richiesta di discarica da un milione di metri cubi di rifiuti! Anche qui Pilato si laverà le mani? Se si fa un passo avanti per mitigare l'elettrosmog, con la progettata rimozione dei tralicci, peraltro con risorse provenienti da cementificazioni, se ne fanno due indietro con le antenne sulle rotonde. Si costruiscono piste ciclabili e postazioni di bike-sharing, a dir il vero poco efficienti, ma il traffico rimane angosciante e inquinante. Dov'è finito il Piano Urbano Traffico? Era pronto un progetto di parcheggio sul retro stazione FFSS. Avrebbe risolto parte del problema in centro. Ma non è che non è andato in porto perché era a costo zero e senza cemento? Il verde è sempre in atroce sofferenza. Intanto sorgono interi quartieri senza un cespuglio! Da quando non si piantano alberi in città? E il "Waterfront"? Solo degrado, con pazzesche nuove recinzioni! Infine, c'è la "madre di tutte le bombe ecologiche": una città senza un moderno e condiviso Piano Urbanistico.
Vivere tra cemento e auto, tra sporcizia e degrado, tra puzze e polveri, ci opprime e ci fa ammalare! Quale luce in fondo al tunnel? Il risanamento delle fonti che inquinano il mare. La delocalizzazione di Timac e Cementeria, con un grande piano di sviluppo turistico ecosostenibile dell'intero litorale, con un favoloso waterfront. La rinaturalizzazione e fruizione delle aree golenali ofantine e delle zone umide di Ariscianne. L'adozione del progetto "Rifiuti zero", con raccolta differenziata spinta. L'opposizione vigorosa a discariche, inceneritori e biomasse. Un parco verde attrezzato di San Procopio funzionale e collegato alla città con una pista ciclabile. Una grande isola pedonale e un Piano Urbano Traffico a misura di uomo e non di auto. Tanto verde, con almeno un nuovo albero per ogni nato.
Sono alcune idee per una città bella e vivibile, capaci di innescare uno sviluppo durevole e sostenibile e di creare migliaia di posti di lavoro».