Barletta, tentata truffa per gli assegni familiari. Fermati in tempo
Concluse le indagini della Guardia di Finanza, 193 denunciati. «Ci vuole più senso di responsabilità»
martedì 18 maggio 2010
16.16
In seguito a laboriose indagini in materia di aiuti e sussidi pubblici, i militari della Guardia di Finanza hanno accertato richieste indebite per una somma complessiva di 220.000 euro circa. Sono stati denunciati 47 soggetti per la richiesta di assegno di maternità e 145 soggetti per nucleo familiare con almeno tre figli minori.
A presentare alla stampa l'operazioni dei finanzieri è stato il capitano Giuseppe Giulio Leo della compagnia di Barletta, un'operazione partita per completa iniziativa del nucleo barlettano, che hanno agito in stretta collaborazione con il Comune di Barletta e con l'Assessorato Politiche della Coesione Sociale. Su sollecitazione della stessa Guardia di Finanza, le istituzioni pubbliche hanno segnalato alle forze dell'ordine le "liste dei richiedenti". Tutti i potenziali beneficiari avevano infatti rilasciato autocertificazioni ISEE mendaci, dichiarando reddito familiare e condizioni patrimoniali pari a zero o differenti alla realtà. «Già nel 2009 – spiega il capitano Leo – su casi su cui si espresso il Comune, si è conclusa la prima tranche di indagini sull'assegno di maternità. Successivamente si è svolta l'operazione in merito all'assegno per nucleo familiare, conclusa nel dicembre 2009, con la denuncia di 25 soggetti richiedenti, possibili beneficiari che non hanno fatto in tempo a riscuotere il contributo». Si è chiesto al Comune di attendere prima di erogare il contributo. «Meglio prevenire il problema piuttosto che curarlo».
Denunciati in tutto 121 soggetti tra richiedenti e capifamiglia che hanno sottoscritto le autocertificazioni, spesso non coincidenti col soggetto richiedente. «Questa differenza assume importanza a livello penale, soprattutto in merito all'autocertificazione mendace e per tentata truffa allo Stato».
Per quanto riguarda la ISEE, che prevede la certificazione di beni mobili e immobili, «a volte si ometteva il reddito percepito, in altri casi si dichiaravano cifre differenti». Agendo di propria iniziativa, i finanzieri hanno ricostruito le incoerenze tramite disponibilità bancarie, utilizzo di carte di credito ed enti che effettuano riscossioni e pagamenti per conto terzi. «Ci vuole più senso di responsabilità da parte di tutti gli operatori coinvolti», questo l'appello del capitano.
Fra i casi più significativi, venivano omessi nelle dichiarazioni:
● un reddito di 40.000 euro di un imprenditore;
● immobili di categoria "lusso" di 5 vani + box auto;
● una pensione di 12.000 euro;
● terreni agricoli in coltivazione;
● una villa al mare.
Le condizioni per partecipare al bando di concorso erano:
● cittadinanza italiana;
● residenza a Barletta;
● un ISEE inferiore ai 22.000 euro per cinque componenti.
Tra i "truffatori" denunciati, vi sono principalmente intestatari di ditte individuali, pensionati e agricoltori.
Emblematica è la situazione che riguarda i CAF (Centri di Assistenza Fiscale): per ottenere qualsiasi agevolazione fiscale economica e sociale, il contribuente può rivolgersi a dette istituzioni qualora non preferisca affidare incarico ad un professionista. A differenza delle dichiarazioni dei redditi, per quanto riguarda gli ISEE, i CAF non sono tenuti ad apporre il visto di legittimità. Proprio per questo motivo si verifica un alto numero di irregolarità: su tutti i 16 CAF barlettani, vi è una percentuale di irregolarità che va dal 23 al 92%. Così i finanzieri hanno stilato una black list che comprende tutti i centri di assistenza fiscale di Barletta.
Falso e tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e del Comune (articolo 483 e articoli 56 e 640bis) i reati contestati nelle indagini della Guardia di Finanza.
A presentare alla stampa l'operazioni dei finanzieri è stato il capitano Giuseppe Giulio Leo della compagnia di Barletta, un'operazione partita per completa iniziativa del nucleo barlettano, che hanno agito in stretta collaborazione con il Comune di Barletta e con l'Assessorato Politiche della Coesione Sociale. Su sollecitazione della stessa Guardia di Finanza, le istituzioni pubbliche hanno segnalato alle forze dell'ordine le "liste dei richiedenti". Tutti i potenziali beneficiari avevano infatti rilasciato autocertificazioni ISEE mendaci, dichiarando reddito familiare e condizioni patrimoniali pari a zero o differenti alla realtà. «Già nel 2009 – spiega il capitano Leo – su casi su cui si espresso il Comune, si è conclusa la prima tranche di indagini sull'assegno di maternità. Successivamente si è svolta l'operazione in merito all'assegno per nucleo familiare, conclusa nel dicembre 2009, con la denuncia di 25 soggetti richiedenti, possibili beneficiari che non hanno fatto in tempo a riscuotere il contributo». Si è chiesto al Comune di attendere prima di erogare il contributo. «Meglio prevenire il problema piuttosto che curarlo».
Denunciati in tutto 121 soggetti tra richiedenti e capifamiglia che hanno sottoscritto le autocertificazioni, spesso non coincidenti col soggetto richiedente. «Questa differenza assume importanza a livello penale, soprattutto in merito all'autocertificazione mendace e per tentata truffa allo Stato».
Per quanto riguarda la ISEE, che prevede la certificazione di beni mobili e immobili, «a volte si ometteva il reddito percepito, in altri casi si dichiaravano cifre differenti». Agendo di propria iniziativa, i finanzieri hanno ricostruito le incoerenze tramite disponibilità bancarie, utilizzo di carte di credito ed enti che effettuano riscossioni e pagamenti per conto terzi. «Ci vuole più senso di responsabilità da parte di tutti gli operatori coinvolti», questo l'appello del capitano.
Fra i casi più significativi, venivano omessi nelle dichiarazioni:
● un reddito di 40.000 euro di un imprenditore;
● immobili di categoria "lusso" di 5 vani + box auto;
● una pensione di 12.000 euro;
● terreni agricoli in coltivazione;
● una villa al mare.
Le condizioni per partecipare al bando di concorso erano:
● cittadinanza italiana;
● residenza a Barletta;
● un ISEE inferiore ai 22.000 euro per cinque componenti.
Tra i "truffatori" denunciati, vi sono principalmente intestatari di ditte individuali, pensionati e agricoltori.
Emblematica è la situazione che riguarda i CAF (Centri di Assistenza Fiscale): per ottenere qualsiasi agevolazione fiscale economica e sociale, il contribuente può rivolgersi a dette istituzioni qualora non preferisca affidare incarico ad un professionista. A differenza delle dichiarazioni dei redditi, per quanto riguarda gli ISEE, i CAF non sono tenuti ad apporre il visto di legittimità. Proprio per questo motivo si verifica un alto numero di irregolarità: su tutti i 16 CAF barlettani, vi è una percentuale di irregolarità che va dal 23 al 92%. Così i finanzieri hanno stilato una black list che comprende tutti i centri di assistenza fiscale di Barletta.
Falso e tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e del Comune (articolo 483 e articoli 56 e 640bis) i reati contestati nelle indagini della Guardia di Finanza.