Barletta sulla “Nave della Legalità” con Irene Cristallo
La studentessa barlettana: «Operiamo nell’ambito della legalità»
lunedì 16 giugno 2014
0.38
Erano davvero numerosi i rappresentanti di Barletta a bordo della Nave della Legalità. In occasione del 22° anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, storici delitti di mafia, il Miur e la Fondazione Falcone hanno organizzato la partenza da Civitavecchia di una nave, a bordo della quale sono partiti, alla volta di Palermo, numerosi studenti provenienti da tutta Italia. Oltre alla scuola media "Manzoni", che ha partecipato all'iniziativa con una sua delegazione, composta dagli studenti Pastore, Bitetto, Pomarico, Fiorentino, F. e M. Dicataldo e dalle prof.sse Pasquale e Filannino, a rappresentare Barletta c'era anche Irene Cristallo, presidente della Consulta studentesca di Barletta-Andria-Trani, recentemente eletta quale moderatrice nazionale delle consulte. La manifestazione, che ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Senato Grasso e dei ministri per l'istruzione e la giustizia, ha portato tanti studenti a riflettere sull'importanza dell'antimafia, anche in virtù della partecipazione al concorso "Legalità e cittadinanza economica. Sconfiggere le mafie attraverso un uso consapevole del denaro", organizzato dalla Fondazione Falcone. Irene Cristallo, studentessa frequentante l'ultimo anno del Liceo Classico "Casardi" di Barletta, ha tenuto un discorso inaugurale prima della partenza dal porto di Civitavecchia, e ha poi assistito alla commemorazione dell'attentato svoltasi nell'aula-bunker, partecipando attivamente al toccante ricordo affidato al giornalista Rai Floris.
Irene, quali sono le emozioni che ha suscitato in te questa partecipazione alla "Nave della Legalità"? Quanto valore ha la partecipazione delle Consulte a questa iniziativa che favorisce la legalità?
«Per noi è molto importante ricordare un personaggio come Falcone. Sin dalla nascita di questa iniziativa, le Consulte partecipano alla Nave della Legalità, per portare la rappresentanza di tutti gli studenti. È un'emozione fortissima, non solo per gli interventi mi hanno chiesto di fare, ma anche per la partecipazione stessa al corteo. Quando si attraversa Palermo, si riesce a sentire l'emozione e la tensione, la gente espone sui balconi le foto di Falcone e Borsellino, stende le lenzuola bianche in segno di protesta contro la mafia. È importantissimo sensibilizzare i giovani verso queste tematiche, perché purtroppo non se ne parla nelle scuole, è scomparsa anche l'educazione civica. Molti giovani, che come me in quegli anni non erano ancora nati, probabilmente non conoscono quegli eventi, e non riescono a cogliere l'importanza di ricordare determinati avvenimenti. Le consulte cercano di operare nell'ambito della legalità, non solo aderendo a questa iniziativa, ma anche con tanti altri progetti che toccano i giovani da vicino».
Tanti anni sono passati da quelle stragi: cosa è cambiato nel 2014? Come si è trasformata la mafia?
«Secondo me la mafia del 2014 è nettamente diversa. Prima la mafia era più esplicita, si concretizzava in attentati plateali che hanno colpito personaggi "scomodi" come Falcone e Borsellino. Prima la mafia era più facilmente riscontrabile, ora è molto più subdola, una mafia che si nasconde bene, che è presente soprattutto a livello economico. Quest'anno, infatti, il tema della Nave della Legalità era "Legalità, cittadinanza economica": si parlava proprio di come la mafia riesce a svincolarsi all'interno dell'economia. Penso soprattutto ai traffici di droga, agli appalti illeciti: è una mafia molto più difficile da riscontrare».
La televisione e il cinema spesso propongono modelli erotizzanti dei criminali. Come possono i giovani crescere nella legalità confrontandosi quotidianamente con questi esempi negativi?
«Il giusto mezzo sta nel punto di vista con cui si guarda la televisione: se i giovani venissero educati all'interno della scuola e all'interno della famiglia ad una mentalità critica, e se fossero informati sulla tematica, guarderebbero la fiction con interesse dal punto di vista storico, senza prenderli come modelli o punti di riferimento. Andrebbe fatta educazione alla base, e questo porterebbe informazione, e non falsi miti. È il concetto espresso anche dalla presidente Rai Tarantola, anche lei presente sulla Nave della Legalità: tutto va visto in ottica informativa. Sta poi all'occhio di chi educa i più giovani capire come indirizzare ed incanalare certe informazioni».
Irene, quali sono le emozioni che ha suscitato in te questa partecipazione alla "Nave della Legalità"? Quanto valore ha la partecipazione delle Consulte a questa iniziativa che favorisce la legalità?
«Per noi è molto importante ricordare un personaggio come Falcone. Sin dalla nascita di questa iniziativa, le Consulte partecipano alla Nave della Legalità, per portare la rappresentanza di tutti gli studenti. È un'emozione fortissima, non solo per gli interventi mi hanno chiesto di fare, ma anche per la partecipazione stessa al corteo. Quando si attraversa Palermo, si riesce a sentire l'emozione e la tensione, la gente espone sui balconi le foto di Falcone e Borsellino, stende le lenzuola bianche in segno di protesta contro la mafia. È importantissimo sensibilizzare i giovani verso queste tematiche, perché purtroppo non se ne parla nelle scuole, è scomparsa anche l'educazione civica. Molti giovani, che come me in quegli anni non erano ancora nati, probabilmente non conoscono quegli eventi, e non riescono a cogliere l'importanza di ricordare determinati avvenimenti. Le consulte cercano di operare nell'ambito della legalità, non solo aderendo a questa iniziativa, ma anche con tanti altri progetti che toccano i giovani da vicino».
Tanti anni sono passati da quelle stragi: cosa è cambiato nel 2014? Come si è trasformata la mafia?
«Secondo me la mafia del 2014 è nettamente diversa. Prima la mafia era più esplicita, si concretizzava in attentati plateali che hanno colpito personaggi "scomodi" come Falcone e Borsellino. Prima la mafia era più facilmente riscontrabile, ora è molto più subdola, una mafia che si nasconde bene, che è presente soprattutto a livello economico. Quest'anno, infatti, il tema della Nave della Legalità era "Legalità, cittadinanza economica": si parlava proprio di come la mafia riesce a svincolarsi all'interno dell'economia. Penso soprattutto ai traffici di droga, agli appalti illeciti: è una mafia molto più difficile da riscontrare».
La televisione e il cinema spesso propongono modelli erotizzanti dei criminali. Come possono i giovani crescere nella legalità confrontandosi quotidianamente con questi esempi negativi?
«Il giusto mezzo sta nel punto di vista con cui si guarda la televisione: se i giovani venissero educati all'interno della scuola e all'interno della famiglia ad una mentalità critica, e se fossero informati sulla tematica, guarderebbero la fiction con interesse dal punto di vista storico, senza prenderli come modelli o punti di riferimento. Andrebbe fatta educazione alla base, e questo porterebbe informazione, e non falsi miti. È il concetto espresso anche dalla presidente Rai Tarantola, anche lei presente sulla Nave della Legalità: tutto va visto in ottica informativa. Sta poi all'occhio di chi educa i più giovani capire come indirizzare ed incanalare certe informazioni».
Si ringrazia Alessandro Biancolillo per la gentile concessione del materiale fotografico