Barletta sostenibile o propaganda elettorale?
Questo il dilemma. Bell’iniziativa quella che si è svolta nella Sala Rossa, ma è tutto oro quel che luccica?
venerdì 5 novembre 2010
In un precedente articolo, ho riportato quanto si è svolto durante l'incontro di "Barletta Sostenibile" alla sala Rossa.
Non ho voluto, intenzionalmente riportare i commenti che, silenziosi e incisivi, sono arrivati dal parterre dell'uditorio durante l'evento e per questo ho preferito riportarli in questo ulteriore pezzo, favorendo l'eco dei commenti istintivi che mi sono giunti.
Una studiata e attenta scenografia, quella costruita dagli organizzatori, che non ha distolto la gran parte del pubblico da una banale considerazione: «sembra di assistere ad uno spot elettivo», considerando anche i fievoli e snaturati applausi rivolti ai relatori, comprensibili solo agli addetti ai lavori. Solo una breve, ma rumorosa standing ovation è stata riservata all'intervento del prof. Ottavio Marzocca, tra i fautori del salvataggio dei tentativi di privatizzare l' ex distilleria. E furono tutti governi di centro-sinistra, ha ricordato il docente universitario di filosofia, sin dagli anni 70 a voler perpetrare questo intento, da lui e da un Forum di associazioni, fortunatamente sventato.
Mi domando come sia possibile il proliferare di iniziative così interessanti soltanto in determinati periodi e non durante tutto un percorso amministrativo e mi pongo quest'interrogativo perché vedo un netto aumento di interesse ai problemi cittadini che ci sono a Barletta.
Non si può pensare di avvicinarsi ai problemi della gente solo in periodo elettorale, perché i cittadini se ne accorgono. Non si può introdurre un dibattito su tematiche come quella proposta da "Barletta Sostenibile" per poi vedersi uno spot elettorale all'inizio dell'incontro.
Uno spot che ti fa chiedere, man mano che lo si guarda, «Chi può fare tutto ciò? Chi può salvare Barletta dallo stato di frustrazione e sottovalutazione in cui si trova (sempre a causa della stessa amministrazione che presenta "Barletta Sostenibile")?»
I buoni propositi piacciono a tutti, ma quelli si fanno o a Natale o a inizio amministrazione, a fine è solo propaganda elettorale.
Il problema da affrontare non è solo il P.U.G., di gru ce ne sono in eccesso, ma bisognerebbe anche parlare del Canale Ciappetta - Camaggi dove non si capisce a ponente se è il depuratore di Andria o scarichi abusivi, del finanziamento per la bonifica e per il parco di S. Procopio, degli elettrodotti (che causano ronzio costante, più tecnicamente denominato elettrosmog), del Piano Urbanistico Traffico (che o per assenza o per mal funzionamento causa un traffico simile a quello dell'Urbe pur avendo una popolazione molto più inferiore alla Capitale), del verde completamente assente e di tanto altro.
Se si vuol far propaganda che ben venga, ma che sia fatta alla luce del sole e dichiaratamente perché la "politica attiva" non è nulla di innovativo, c'è chi ha già utilizzato questo strumento a tempo debito.
Non voglio, infine pensare, che il progetto che auspica Barletta sostenibile, sia stato un richiamo alle urne, per questo mi sia consentito sostenere un immaginario: quello di poter scrivere di Barletta già rigenerata ed invidiata, senza più ipotesi. Cambiare Barletta si può.
Non ho voluto, intenzionalmente riportare i commenti che, silenziosi e incisivi, sono arrivati dal parterre dell'uditorio durante l'evento e per questo ho preferito riportarli in questo ulteriore pezzo, favorendo l'eco dei commenti istintivi che mi sono giunti.
Una studiata e attenta scenografia, quella costruita dagli organizzatori, che non ha distolto la gran parte del pubblico da una banale considerazione: «sembra di assistere ad uno spot elettivo», considerando anche i fievoli e snaturati applausi rivolti ai relatori, comprensibili solo agli addetti ai lavori. Solo una breve, ma rumorosa standing ovation è stata riservata all'intervento del prof. Ottavio Marzocca, tra i fautori del salvataggio dei tentativi di privatizzare l' ex distilleria. E furono tutti governi di centro-sinistra, ha ricordato il docente universitario di filosofia, sin dagli anni 70 a voler perpetrare questo intento, da lui e da un Forum di associazioni, fortunatamente sventato.
Mi domando come sia possibile il proliferare di iniziative così interessanti soltanto in determinati periodi e non durante tutto un percorso amministrativo e mi pongo quest'interrogativo perché vedo un netto aumento di interesse ai problemi cittadini che ci sono a Barletta.
Non si può pensare di avvicinarsi ai problemi della gente solo in periodo elettorale, perché i cittadini se ne accorgono. Non si può introdurre un dibattito su tematiche come quella proposta da "Barletta Sostenibile" per poi vedersi uno spot elettorale all'inizio dell'incontro.
Uno spot che ti fa chiedere, man mano che lo si guarda, «Chi può fare tutto ciò? Chi può salvare Barletta dallo stato di frustrazione e sottovalutazione in cui si trova (sempre a causa della stessa amministrazione che presenta "Barletta Sostenibile")?»
I buoni propositi piacciono a tutti, ma quelli si fanno o a Natale o a inizio amministrazione, a fine è solo propaganda elettorale.
Il problema da affrontare non è solo il P.U.G., di gru ce ne sono in eccesso, ma bisognerebbe anche parlare del Canale Ciappetta - Camaggi dove non si capisce a ponente se è il depuratore di Andria o scarichi abusivi, del finanziamento per la bonifica e per il parco di S. Procopio, degli elettrodotti (che causano ronzio costante, più tecnicamente denominato elettrosmog), del Piano Urbanistico Traffico (che o per assenza o per mal funzionamento causa un traffico simile a quello dell'Urbe pur avendo una popolazione molto più inferiore alla Capitale), del verde completamente assente e di tanto altro.
Se si vuol far propaganda che ben venga, ma che sia fatta alla luce del sole e dichiaratamente perché la "politica attiva" non è nulla di innovativo, c'è chi ha già utilizzato questo strumento a tempo debito.
Non voglio, infine pensare, che il progetto che auspica Barletta sostenibile, sia stato un richiamo alle urne, per questo mi sia consentito sostenere un immaginario: quello di poter scrivere di Barletta già rigenerata ed invidiata, senza più ipotesi. Cambiare Barletta si può.