Barletta, «Se parli per te saranno guai»
Arrestato un ventiduenne. Lei voleva lasciarlo per ritornare al suo paese
venerdì 14 maggio 2010
12.19
L'aveva conosciuto in chat circa due mesi fa, ma nulla le faceva pensare che di lì a qualche tempo quel ragazzo, dai modi gentili e cortesi, si sarebbe trasformato nel suo aguzzino, pronto a picchiarla per ogni minimo pretesto. Lei, 21enne originaria di Manfredonia, lui 22enne di Barletta, avevano iniziato a convivere nella città della Disfida subito dopo essersi conosciuti su un noto social network.
Già dai primi giorni, la ragazza aveva percepito degli strani comportamenti da parte del compagno, che si adirava anche per futili motivi, come per esempio il fatto di non avergli rivolto il saluto appena sveglio, reagendo sempre più spesso con toni minacciosi. Dopo poco, però, erano iniziate anche delle vere e proprie violenze fisiche: calci e pugni erano all'ordine del giorno e le minacce di morte che lui le rivolgeva, costringevano la vittima a vivere in uno stato di inquietudine quotidiano, impedendo alla stessa di denunciare l'accaduto ai parenti e alle Forze dell'Ordine per la paura di ritorsioni. Dopo l'ennesima lite terminata, come sempre, con minacce di morte, lei aveva manifestato l'intenzione di lasciarlo per fare ritorno al suo paese di origine. Per tutta risposta, lui le aveva addirittura sottratto il denaro dalla borsetta per impedirle di lasciare la città.
Per nulla persa d'animo, sebbene esasperata dalle violenze subite, ha trovato il coraggio e, con un pretesto, è uscita di casa per raggiungere la Stazione dei Carabinieri della città per chiedere aiuto. Lì, tra le lacrime, ha mostrato i lividi delle percosse subite e raccontato tutto ai militari, già preparati ad affrontare e gestire situazioni del genere ed orientati circa i traumi psichici subiti dalle vittime di tali episodi. Accompagnata presso il locale ospedale, i sanitari le hanno riscontrato lesioni guaribili in venti giorni.
Nel frattempo, i militari dell'Arma si sono messi alla ricerca dell'aguzzino, rintracciandolo e traendolo in arresto immediatamente. Accusato di violenza privata, maltrattamenti, minacce e lesioni, il giovane è stato rinchiuso nel carcere di Trani, a disposizione dell'autorità giudiziaria
Già dai primi giorni, la ragazza aveva percepito degli strani comportamenti da parte del compagno, che si adirava anche per futili motivi, come per esempio il fatto di non avergli rivolto il saluto appena sveglio, reagendo sempre più spesso con toni minacciosi. Dopo poco, però, erano iniziate anche delle vere e proprie violenze fisiche: calci e pugni erano all'ordine del giorno e le minacce di morte che lui le rivolgeva, costringevano la vittima a vivere in uno stato di inquietudine quotidiano, impedendo alla stessa di denunciare l'accaduto ai parenti e alle Forze dell'Ordine per la paura di ritorsioni. Dopo l'ennesima lite terminata, come sempre, con minacce di morte, lei aveva manifestato l'intenzione di lasciarlo per fare ritorno al suo paese di origine. Per tutta risposta, lui le aveva addirittura sottratto il denaro dalla borsetta per impedirle di lasciare la città.
Per nulla persa d'animo, sebbene esasperata dalle violenze subite, ha trovato il coraggio e, con un pretesto, è uscita di casa per raggiungere la Stazione dei Carabinieri della città per chiedere aiuto. Lì, tra le lacrime, ha mostrato i lividi delle percosse subite e raccontato tutto ai militari, già preparati ad affrontare e gestire situazioni del genere ed orientati circa i traumi psichici subiti dalle vittime di tali episodi. Accompagnata presso il locale ospedale, i sanitari le hanno riscontrato lesioni guaribili in venti giorni.
Nel frattempo, i militari dell'Arma si sono messi alla ricerca dell'aguzzino, rintracciandolo e traendolo in arresto immediatamente. Accusato di violenza privata, maltrattamenti, minacce e lesioni, il giovane è stato rinchiuso nel carcere di Trani, a disposizione dell'autorità giudiziaria