Barletta riscopre la chiesa di Sant'Andrea

Tante le visite guidate per "Città Aperte 2010". Un viaggio tra archeologia e memoria storica

lunedì 30 agosto 2010
A cura di Nicola Ricchitelli
Sebbene, a partire dalla sua riapertura dopo i recenti restauri, non siano mancate le occasioni per i cittadini di Barletta di apprezzare e ammirare questo luogo, è stata proprio la chiesa di S.Andrea il sito archeologico che più di tutti è stato preso letteralmente d'assalto da appassionati e curiosi.

Sant'Andrea, anticamente detta Chiesa di San Salvatore, è sicuramente tra le chiese più antiche della nostra città. Una prima chiesa denominata Sant'Andrea sorgeva nei pressi del campo sportivo "L. Simeone", di cui un tempo sorgeva l'antico borgo di San Vitale raso al suolo da Renzo dei Ceri nel 1528. Ai frati minori quindi fu fatto dono dalla famiglia della Marra l'attuale chiesa di S.Andrea nel 1532, di cui tracce e testimonianze sono state rinvenute nei recenti ritrovamenti.

Circa l'origine della chiesa di S.Andrea non è da escludere che questa risalga al lontano 1180 D.C. in quanto alcuni atti citano Gregorius sacerdos "abbas Sancti Salvatoris", mentre Enrico Guglielmo Schultz sulla base dell'analisi del portale fa risalire al XIII secolo l'origine della chiesa, i suoi studi inoltre sono contenuti nel libro "Monumenti dell'arte del Medioevo nell'Italia Meridionale".

Circa l'esistenza di una chiesa sotterranea a quella attuale ci aveva visto giusto un antico studioso: «A me sembra…che la detta chiesa sia surta propriamente sul livello stradale di allora e non cosi in alto come oggi la si vede; altrimenti come spiegare che dalla parte meridionale e ponente essa si trovi in piano, o quasi, con tutte le vie che la circondano? Dove è surta la nuova Barletta, dal castello al Paraticchio, era continuo quel ciglione o ripa al di sopra del lido, e che si vede tuttora da levante verso l'Appula e da ponente verso il macello. Naturalmente la muraglia, che cingeva il paese, doveva seguire quella conformazione di terreno, e forse per scendere al mare dovevano esservi delle scale o delle rampe. Allargatasi dessa, sotto gli Angioini….si dovette modificare o ribassare il piano stradale della piazzetta, incominciando da oltre il palazzo Monelli, via del Duomo, S.Giorgio e di S.Andrea, per dare più facile sbocco al mare.
Cosi i tre violetti sono restati su, come restò su la chiesetta e il convento. Chi ben esamine la mia posizione di tutte le località innanzi nominate troverà giusto e ponderato il mio giudizio».

Tra i sotterranei di S.Andrea sono stati ritrovate tracce di storia che hanno sconvolto la città di Barletta. Le testimonianze di questo periodo drammatico vissuto dalla città sono riportate in una lapide apposta sulle mura dell'antica chiesetta di San Cataldo a testimonianza della prima ondata di morti che travolse la città nel lontano 1498: "A.D. 1498 PESTE IN FESTANTE PIA RES PUB. BAROLITANA INSTAURAVIT".

Ma sono sopratutto gli anni 1656-1657 in cui la peste scrive una delle pagine più drammatiche della nostra città, quando dalla Sardegna passando per Napoli e giungendo quindi fino a Barletta la peste uccise nell'arco di un anno circa 12.000 persone tra uomini, donne e bambini. Dodicimila cadaveri che rimasero ammucchiati nei carnai, dodicimila persone di cui unica testimonianza che lasciarono di sé era contenuta in una lapide fatta affiggere nel 1658 nel portico del monastero che in quel tempo costeggiava la chiesa di S.Andrea (e che in seguito fu adibito a carcere) la cui iscrizione ricorda che lì sotto giacevano molti dei cadaveri di color che perirono nell'anno della peste. Quindi non è da escludere che i bustoni neri di immondizia depositati in una delle stanze venute alla luce contenessero le ossa delle vittime della peste.
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli
Città aperte, ritrovamenti a Sant'Andrea © Nicola Ricchitelli