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I sindaci di 140 comuni italiani contro il gioco d’azzardo. Un appello dal basso per la regolamentazione nazionale
mercoledì 29 maggio 2013
Il gioco d'azzardo è un mero monopolio di Stato, ma le conseguenze deleterie della sua diffusione si fanno sentire in molte famiglie e comunità d'Italia. I sindaci, le rappresentanze istituzionali più vicine ai cittadini, lamentano la fruizione deregolamentata del gioco d'azzardo che crea dipendenza.
Con 100 miliardi di fatturato e il 4% del PIL nazionale, la terza industria italiana ricopre il 12% della spesa delle famiglie italiane, il 15% del mercato europeo e il 4,4% del mercato mondiale. Le sue oggettivazioni sono le 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate, mentre i suoi sostenitori sono i 15 milioni di giocatori abituali (3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici).
Alla nitida luce di questi numeri preoccupanti, i sindaci di molti comuni lombardi e non (Lecco, Cinisello Balsamo, Corsico, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Prevalle, Rezzato, Carpiano e Milano sono solo alcuni nomi) non ci stanno e reagiscono. Chiedono una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell'offerta e il contenimento dell'accesso, con un'adeguata informazione e un'attività di prevenzione e cura; leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d'azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. La loro richiesta concerne anche un potere di ordinanza per definire l'orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili per l'installazione degli strumenti da gioco.
I sindaci firmatari costruiscono reti nei territori con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell'ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto. Costruiscono reti sovraterritoriali con le ASL e con Prefettura, Questura e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d'azzardo e curare i giocatori patologici. Si impegnano per la formazione propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d'azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull'impegno e sui talenti. Si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d'azzardo. Ritengono di poter intervenire su statuti comunali, regolamenti (di Polizia locale, commercio, pubblicità e sale gioco), ordinanze che garantiscano la sicurezza urbana, i controlli della Polizia nei confronti della malavita organizzata e sugli strumenti operativi informatici che fanno da tessuto connettivo al sistema delle scommesse.
Con 100 miliardi di fatturato e il 4% del PIL nazionale, la terza industria italiana ricopre il 12% della spesa delle famiglie italiane, il 15% del mercato europeo e il 4,4% del mercato mondiale. Le sue oggettivazioni sono le 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate, mentre i suoi sostenitori sono i 15 milioni di giocatori abituali (3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici).
Alla nitida luce di questi numeri preoccupanti, i sindaci di molti comuni lombardi e non (Lecco, Cinisello Balsamo, Corsico, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Prevalle, Rezzato, Carpiano e Milano sono solo alcuni nomi) non ci stanno e reagiscono. Chiedono una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell'offerta e il contenimento dell'accesso, con un'adeguata informazione e un'attività di prevenzione e cura; leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d'azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. La loro richiesta concerne anche un potere di ordinanza per definire l'orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili per l'installazione degli strumenti da gioco.
I sindaci firmatari costruiscono reti nei territori con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell'ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto. Costruiscono reti sovraterritoriali con le ASL e con Prefettura, Questura e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d'azzardo e curare i giocatori patologici. Si impegnano per la formazione propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d'azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull'impegno e sui talenti. Si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d'azzardo. Ritengono di poter intervenire su statuti comunali, regolamenti (di Polizia locale, commercio, pubblicità e sale gioco), ordinanze che garantiscano la sicurezza urbana, i controlli della Polizia nei confronti della malavita organizzata e sugli strumenti operativi informatici che fanno da tessuto connettivo al sistema delle scommesse.