Barletta non dimentica l'amatissimo don Gino Spadaro
17 anni fa saliva al cielo il sacerdote: domani alle 19 una Santa Messa a lui dedicata nella chiesa di Sant'Andrea
giovedì 10 agosto 2023
12.05
"Nella consapevolezza di essere venuto al mondo senza nulla e con la sola promessa della misericordia divina, a quella mi affido, col desiderio di andarmene senza nulla, solo appagato d'aver vissuto, di essere stato cristiano, di aver servito Gesù e la Chiesa nel Sacerdozio Cattolico: tutto è stata bontà di Dio, a Lui canto la mia lode e il mio ringraziamento". Con le sue parole, lasciate nero su bianco nel suo testamento spirituale, ricordiamo don Gino, al secolo Luigi Cosimo Damiano Spadaro, scomparso l'11 agosto 2006. Amatissimo e mai dimenticato, ricorre quest'anno il 17° anniversario della sua nascita al cielo.
Domani sera alle ore 19.00, nella chiesa di Sant'Andrea che fu anche sua parrocchia, verrà celebrata una Santa Messa in sua memoria.
A ricordarlo è don Francesco Fruscio, che oggi ricopre il ruolo di parroco di Sant'Andrea che già fu di don Gino. «La parrocchia di don Gino non era limitata in uno spazio, ma era una parrocchia diffusa. Egli possedeva il carisma di riuscire a conoscere le persone a fondo: ognuno con lui si sentiva accolto come persona, per quello che era. Don Gino era un sacerdote di idee aperte, curioso intellettualmente, dialogante, e la sua era una spiritualità molto concreta. Inoltre, era cercato da molti, e nonostante la sua salute precaria, continuava ad essere sempre sorridente e pieno di entusiasmo».
Fu punto di riferimento per i giovani preti barlettani, dedito a momenti di meditazione profonda pur rimanendo vicino con concretezza alla realtà del quotidiano, con quasi 30 anni di sacerdozio alle spalle.
Infine, il più reale messaggio che potremmo dedicargli nell'anniversario della sua morte, è quanto lui stesso chiese: "Si evitino panegirici che non avrò meritato e che non si portano davanti a Dio, e si rammenti piuttosto a tutti che Cristo è risorto e che chi muore in Lui, con Lui risorge. Cantatemi l'Alleluia più bello, i canti più gioiosi, l'Ave maris stella dei barlettani a Maria. Aspergetemi tutti, voi confratelli: saranno quelle le acque che si rompono per la rinascita. Si eviterà, anche in seguito, ogni tentativo di intitolazioni, commemorazioni o dediche: per questa terra io sono passato, non ho messo casa! Piuttosto, pensate tutti a pregare per me, che è la cosa più seria e più necessaria, la sola che vi farete obbligo di darmi senza misura".
Domani sera alle ore 19.00, nella chiesa di Sant'Andrea che fu anche sua parrocchia, verrà celebrata una Santa Messa in sua memoria.
A ricordarlo è don Francesco Fruscio, che oggi ricopre il ruolo di parroco di Sant'Andrea che già fu di don Gino. «La parrocchia di don Gino non era limitata in uno spazio, ma era una parrocchia diffusa. Egli possedeva il carisma di riuscire a conoscere le persone a fondo: ognuno con lui si sentiva accolto come persona, per quello che era. Don Gino era un sacerdote di idee aperte, curioso intellettualmente, dialogante, e la sua era una spiritualità molto concreta. Inoltre, era cercato da molti, e nonostante la sua salute precaria, continuava ad essere sempre sorridente e pieno di entusiasmo».
Fu punto di riferimento per i giovani preti barlettani, dedito a momenti di meditazione profonda pur rimanendo vicino con concretezza alla realtà del quotidiano, con quasi 30 anni di sacerdozio alle spalle.
Infine, il più reale messaggio che potremmo dedicargli nell'anniversario della sua morte, è quanto lui stesso chiese: "Si evitino panegirici che non avrò meritato e che non si portano davanti a Dio, e si rammenti piuttosto a tutti che Cristo è risorto e che chi muore in Lui, con Lui risorge. Cantatemi l'Alleluia più bello, i canti più gioiosi, l'Ave maris stella dei barlettani a Maria. Aspergetemi tutti, voi confratelli: saranno quelle le acque che si rompono per la rinascita. Si eviterà, anche in seguito, ogni tentativo di intitolazioni, commemorazioni o dediche: per questa terra io sono passato, non ho messo casa! Piuttosto, pensate tutti a pregare per me, che è la cosa più seria e più necessaria, la sola che vi farete obbligo di darmi senza misura".