Barletta nel medioevo, una città diversa
Presentato il libro “Barletta Civitas Regia – Privilegio di Re Tancredi”
mercoledì 21 dicembre 2011
11.41
«Ripensare a Barletta nel medioevo è importante». Con queste parole il dott. Nicola Palmitessa ci invita a riscoprire Barletta nel medioevo, tramite la sua nuova opera dal titolo "Barletta Civitas Regia – Privilegio di Re Tancredi". Il libro, presentato nella ex chiesa di S.Antonio, ci catapulta nel periodo in cui la città era un importante centro culturale e commerciale, di cui il documento "Privilegio di Re Manfredi" ne è testimonianza viva e diretta, grazie alla acuta traduzione dal latino della dott.ssa Carla Colucci. Durante la serata, il dott.Victor Rivera Magos ha aperto una finestra temporale sul periodo normanno della città di Barletta, governata da Tancredi d'Altavilla, Re di Sicilia. Ad introdurre e moderare la serata il dott. Riccardo Losappio e il dott. Biagio Cavaliere, che hanno espresso apprezzamento per l' originale iniziativa editoriale.
Dott. Nicola Palmitessa, cos'è il "Privilegio di Re Tancredi"?
«E' un atto del sovrano che nel 1190, riconosce alla città di Barletta la prerogativa di "civitas" del regio demanio del regno delle due Sicilie. Inoltre è il primo atto che Re Tancredi emana in cui viene incoronato re di Sicilii. Il "Privilegio" rappresenta la legittimità di Barletta davanti a tutti i baroni della Puglia centro – settentrionale».
A chi è destinato questo volumetto di agile lettura?
«Il volumetto, denso di informazioni storiche sulla Barletta medioevale, è destinato ad un vasto pubblico: dai professori, agli studiosi, fino agli appassionati della storia di Barletta, che vogliano conoscerne aspetti inediti».
Dott.ssa Carla Colucci, quali aspetti ha riscontrato nella traduzione del "Privilegio di Tancredi"?
«Il documento presenta ricchezza di linguaggio, una robusta conoscenza della lingua latina da parte dei redattori dell'epoca. E' un documento ricco, attento, preciso e coerente con l'uso dei costrutti, gerundivi, participi passati, vi è una attenta coniugazione dei tempi» .
Si può riscontrare una modernità nella lettura del documento?
«Si. Durante lo studio del documento, ho avuto la percezione che re Tancredi avesse avuto intuizioni strategicamente innovative e moderne, come ad esempio i privilegi che favorissero l'accoglienza dei pellegrini ( ospes ), nonché gli scambi commerciali».
Dott. Victor Rivera, a suo parere, dalla lettura del "Privilegio", si può evincere una cultura dell'accoglienza nella Barletta medioevale?
«Parlare di cultura dell'accoglienza è un po' forzoso. Sicuramente in quell'epoca Barletta stava divenendo una "città contenitore": pellegrini, commercianti. Un fenomeno corrispondente ai movimenti di persone tipico del medioevo italiano, da cui il Meridione non ne fu escluso».
Azzardando, si potrebbe paragonare il "Privilegio di Tancredi" ad un moderno accordo di diritto internazionale?
«No, perché il "Privilegio" fu un atto concesso unicamente dal sovrano, forse ci fu un processo di contrattazione con la comunità cittadina, ma nella parte finale di questa contrattazione non c'è traccia. Nel Meridione, durante il medioevo , era il sovrano che esercitava il potere, in una monarchia».
Dott. Riccardo Losappio, dalla lettura del "Privilegio", si può affermare che Barletta fosse nel medioevo un centro multi- culturale?
«Si, dagli studi del dott. Nicola Palmitessa emerge come nel medioevo Barletta sia stata una città di grande accoglienza e importanza».
Secondo lei, perché il periodo medioevale a Barletta è stato un po' dimenticato?
«Le cause potrebbero essere tante, la storia va avanti. C'è stata una storiografia che ha adombrato il medioevo, ritenendolo un periodo oscuro. Oggi il medioevo è stato rivalutato, io stesso trovo conferma di questa verità, grazie al lavoro di Nicola Losappio. Il medioevo fu un periodo molto ricco, culturalmente e spiritualmente».
Dott. Nicola Palmitessa, cos'è il "Privilegio di Re Tancredi"?
«E' un atto del sovrano che nel 1190, riconosce alla città di Barletta la prerogativa di "civitas" del regio demanio del regno delle due Sicilie. Inoltre è il primo atto che Re Tancredi emana in cui viene incoronato re di Sicilii. Il "Privilegio" rappresenta la legittimità di Barletta davanti a tutti i baroni della Puglia centro – settentrionale».
A chi è destinato questo volumetto di agile lettura?
«Il volumetto, denso di informazioni storiche sulla Barletta medioevale, è destinato ad un vasto pubblico: dai professori, agli studiosi, fino agli appassionati della storia di Barletta, che vogliano conoscerne aspetti inediti».
Dott.ssa Carla Colucci, quali aspetti ha riscontrato nella traduzione del "Privilegio di Tancredi"?
«Il documento presenta ricchezza di linguaggio, una robusta conoscenza della lingua latina da parte dei redattori dell'epoca. E' un documento ricco, attento, preciso e coerente con l'uso dei costrutti, gerundivi, participi passati, vi è una attenta coniugazione dei tempi» .
Si può riscontrare una modernità nella lettura del documento?
«Si. Durante lo studio del documento, ho avuto la percezione che re Tancredi avesse avuto intuizioni strategicamente innovative e moderne, come ad esempio i privilegi che favorissero l'accoglienza dei pellegrini ( ospes ), nonché gli scambi commerciali».
Dott. Victor Rivera, a suo parere, dalla lettura del "Privilegio", si può evincere una cultura dell'accoglienza nella Barletta medioevale?
«Parlare di cultura dell'accoglienza è un po' forzoso. Sicuramente in quell'epoca Barletta stava divenendo una "città contenitore": pellegrini, commercianti. Un fenomeno corrispondente ai movimenti di persone tipico del medioevo italiano, da cui il Meridione non ne fu escluso».
Azzardando, si potrebbe paragonare il "Privilegio di Tancredi" ad un moderno accordo di diritto internazionale?
«No, perché il "Privilegio" fu un atto concesso unicamente dal sovrano, forse ci fu un processo di contrattazione con la comunità cittadina, ma nella parte finale di questa contrattazione non c'è traccia. Nel Meridione, durante il medioevo , era il sovrano che esercitava il potere, in una monarchia».
Dott. Riccardo Losappio, dalla lettura del "Privilegio", si può affermare che Barletta fosse nel medioevo un centro multi- culturale?
«Si, dagli studi del dott. Nicola Palmitessa emerge come nel medioevo Barletta sia stata una città di grande accoglienza e importanza».
Secondo lei, perché il periodo medioevale a Barletta è stato un po' dimenticato?
«Le cause potrebbero essere tante, la storia va avanti. C'è stata una storiografia che ha adombrato il medioevo, ritenendolo un periodo oscuro. Oggi il medioevo è stato rivalutato, io stesso trovo conferma di questa verità, grazie al lavoro di Nicola Losappio. Il medioevo fu un periodo molto ricco, culturalmente e spiritualmente».
Tancredi d'Altavilla più propriamente detto Tancredi di Lecce (Lecce, circa 1138 – 20 febbraio 1194), fu Conte di Lecce (1149-1154 e 1169-1194) e poi Re di Sicilia (1189-1194).
Tancredi era figlio naturale di Ruggero III di Puglia (il figlio maggiore di Ruggero II di Sicilia) e di Emma dei conti di Lecce (figlia di Accardo II).
Tancredi era figlio naturale di Ruggero III di Puglia (il figlio maggiore di Ruggero II di Sicilia) e di Emma dei conti di Lecce (figlia di Accardo II).