Barletta mostra gli acquerelli di de Leo al "De Nittis"
L’anima di una città in primavera
martedì 16 marzo 2010
È presso la saletta della Caffetteria De Nittis, in via Leontine De Nittis2, che si può ammirare la personale del pittore terlizzese Vito de Leo. L'esposizione di acquerelli è visitabile fino al 14 aprile 2010 (è aperta ogni giorno dalle 9 alle 21 di tutti i giorni, escluso la domenica). La personale è stata curata dalla dottoressa Marina Santeramo, nell'ambito della Rassegna di mostre D'Ar-te Contemporanea "Mo-dulazioni" organizzata da CE.S.A.Coo.P. Arte.
La personale presenta nove originali acquerelli su pergamena evocativi e simbolici, acquerelli che si trasformano in una tecnica ideale per l'indagine sugli equilibri instabili dell'uomo, sono istantanee di coscienze violate, di sensualità in bilico, diventano, come la curatrice dice: «riflessione sul tempo che passa e sulla ricerca difficile di senso».
La pittura è quindi una catena invisibile che lega presente e passato, che tende verso il futuro, raccontando sempre storie avvincenti nelle trame della propria tela. Ed è così che mi viene in mente una frase di De chirico quando afferma che: «L'arte deve creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l'arte dal comune e dall'accettato... sopprimere completamente l'uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte …». Perché dipingere non significa solo applicare pigmenti sospesi in un elemento portante, ma significa penetrare nell'anima del quadro.
La personale presenta nove originali acquerelli su pergamena evocativi e simbolici, acquerelli che si trasformano in una tecnica ideale per l'indagine sugli equilibri instabili dell'uomo, sono istantanee di coscienze violate, di sensualità in bilico, diventano, come la curatrice dice: «riflessione sul tempo che passa e sulla ricerca difficile di senso».
La pittura è quindi una catena invisibile che lega presente e passato, che tende verso il futuro, raccontando sempre storie avvincenti nelle trame della propria tela. Ed è così che mi viene in mente una frase di De chirico quando afferma che: «L'arte deve creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l'arte dal comune e dall'accettato... sopprimere completamente l'uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte …». Perché dipingere non significa solo applicare pigmenti sospesi in un elemento portante, ma significa penetrare nell'anima del quadro.