"Barletta mon amour", Rociola e Damato: «Quali valutazioni per allestire il cartellone?»
Così segretario e consigliere comunale della lista Emiliano sindaco di Puglia
mercoledì 26 giugno 2024
12.52
«La riflessione nasce dal recente articolo a firma della presidente di un'associazione culturale locale, la quale pone l'accento sulla modalità della creazione del cartellone di eventi previsti per quest'Estate barlettana, che tra una canzone e una suonata a pagamento, non ci risparmierà probabilmente qualche nota polemica, peraltro in città si è abituati». Così il segretario cittadino e il consigliere comunale della lista Emiliano Sindaco di Puglia, Gennaro Rociola e Antonello Damato.
«Ad ogni buon conto lascia stupita la circostanza che si legge nell'inciso "Non possiamo più accettare dinamiche accentratrici e non condivise.." che richiama l'assenza di collegialità (associazioni di categoria, imprenditori, organizzatori, artisti, operatori culturali) nelle scelte di programmazione degli eventi e peggio ancora se questo accada – come viene riferito – ignorando il regolamento sull'erogazione dei contributi e la Commissione cultura e con affidamenti diretti. Gli spunti di riflessione che dall'articolo emergono sono tanti e soprattutto si chiede se alla base delle scelte – abbiamo letto non essere condivise – ci sia un'effettiva valutazione e/o taglio "culturale" piuttosto che lasciare al caso applicando il concetto dell'antica Roma - panem et circenses - quanto meno per distogliere l'attenzione dei cittadini dalle problematiche di vivibilità (ambientale e sociale) della città. Anche questa nota resterà inascoltata?»
«Ad ogni buon conto lascia stupita la circostanza che si legge nell'inciso "Non possiamo più accettare dinamiche accentratrici e non condivise.." che richiama l'assenza di collegialità (associazioni di categoria, imprenditori, organizzatori, artisti, operatori culturali) nelle scelte di programmazione degli eventi e peggio ancora se questo accada – come viene riferito – ignorando il regolamento sull'erogazione dei contributi e la Commissione cultura e con affidamenti diretti. Gli spunti di riflessione che dall'articolo emergono sono tanti e soprattutto si chiede se alla base delle scelte – abbiamo letto non essere condivise – ci sia un'effettiva valutazione e/o taglio "culturale" piuttosto che lasciare al caso applicando il concetto dell'antica Roma - panem et circenses - quanto meno per distogliere l'attenzione dei cittadini dalle problematiche di vivibilità (ambientale e sociale) della città. Anche questa nota resterà inascoltata?»