Barletta: l'opposizione che non c'è

Silenzio su via Roma, PIP, Montaltino. «Abbiamo disperatamente bisogno di Uomini nuovi»

giovedì 9 febbraio 2012 18.06
«Caro Direttore, sottopongo alla Tua attenzione alcune considerazioni sull'Urbanistica barlettana: modesti argomenti a fronte di modestissime vicende, moralmente parlando. Per dirla proprio tutta, io non sono stupìto dal comportamento dell ' Amministrazione che, pressata da centinaia di istanze, tra le quali non sempre agevole risulta distinguere il grano dal loglio, sostanzialmente fa il proprio mestiere che significa gestire un centro di potere orientato a dar conto ai partiti che hanno determinato il proprio prevalere. Quello che mi stupisce e mi sconcerta è la (inesistente) Opposizione. Qual'è il limite al potere di una qualsiasi organizzazione , non soltanto politica? Ovviamente l'Organo deputato al suo controllo. E chi, in un contesto politico democratico,se non l'Opposizione espressa dall'Elettorato, ha la facoltà, anzi, l'obbligo di esercitare tale controllo?»

«Bene. Vorrei sapere, e con me - Ti assicuro - moltissimi Altri, quali interpellanze od interrogazioni, in sede di Consiglio Comunale, l'Opposizione abbia presentato sui fatti di via Roma, del PIP, di Montaltino, di Via Andria, etc. ovvero quanti e quali dibattiti finalizzati abbia proposto in sede di rendicontazione civile, cioè aperta alla Cittadinanza. Forse ha promosso dibattiti presso la propria Sede, anche se non mi risulta, ma l'informativa non è un fatto da confabulazione intra moenia! Nè mi risultano accessi mediatici, manifesti, convegni, manifestazioni ad hoc. Manca quindi qualsiasi rispetto e considerazione per il Cittadino : l'Amministrazione sostanzialmente lo ignora facendo gli affari propri, per esser concreti, ma l'Opposizione è maggiormente colpevole in quanto lo inganna con il mancato controllo e la mancata denunzia di episodi eclatanti e che altrove sarebbero ben più severamente considerati: ci sarà pur un motivo per il quale una Città con il cuore politicamente orientato a Destra (vedansi i risultati delle consultazioni nazionali) vota per compagini di Sinistra!»

«Abbiamo disperatamente bisogno di Uomini (e di Donne) nuovi prima che la marea del malaffare istituzionalizzato e di un' opposizione distratta, inesistente o forse addirittura connivente ci sommergano».


Da alcuni, lunghi mesi si staglia su Barletta l'ombra del malaffare e del degrado : mai una notizia positiva e soltanto Dio sa di quanto ne avrebbe bisogno una Collettività stremata da una crisi durissima ed apparentemente senza uscita. Inutile ricordare gli innumerevoli episodi di cosidetta microcriminalità, che micro non è affatto, né dello spaccio di droga ormai considerato "normale", con l'inconsapevole collusione di alcuni scriteriati erroneamente considerati " progressisti ". A queste tare, ormai purtroppo endemiche, si è aggiunta un'ulteriore dannazione che, tanto per non farci mancare nulla,colpisce la Città con preoccupante regolarità : l'urbanistica con annesso carico di malaffare. In pochi mesi abbiamo dovuto prender atto del crollo di via Roma, dello scandalo del PIP, della storiaccia di Montaltino, delle inquietanti vicende di Ponente, per non parlare delle strade – fantasma e dei condomini di quatto piani sorti in campagna e noti a tutti coloro che percorrono la S.S. 170 (Via Andria), escluse naturalmente le "Autorità" che, evidentemente, non frequentano la zona !

Il tutto mentre Barletta viene percorsa da vere e proprie bande che si contendono il potere che ruota attorno al "mattone", unica risorsa appetibile ed aggredibile da parte degli sfaccendati che devono comunque metter assieme uno stipendio e che usano tale comparto per le proprie attività "border line". Curiose appaiono le definizioni autoreferenziali: tali vere e proprie cosche tipo "Scampìa" vengono definite correnti di partito mentre i termini corruzione e concussione vengono liberamente tradotti in "diversa sensibilità istituzionale": complimenti!

Il copione è tristemente noto e si sviluppa attraverso la circonvenzione di giovani coppie cui abbisogna un tetto, da parte di pseudo cooperative che, ignare o dimentiche del nobile scopo per il quale sono state concepite, agiscono secondo una ferocissima logica di mercato dove dominano gli incarichi professionali distillati all'alambicco dell'appartenenza partitocratica, l' inaccettabile trafila dei permessi e delle autorizzazioni sapientemente filtrate dalla discrezionalità, l'affidamento a pseudo imprese magari nate il giorno prima e finalizzate all'affare contingente salvo poi sparire o artatamente fallire, un sistema bancario che anziché incentivare, troppo spesso si dedica alla più sbrigativa e semplice usura, magari refilando " prodotti finanziari " fasulli o truffaldini ad imprese boccheggianti, in cambio dell'ossigeno di un fido, peraltro sempre revocabile.

Caso unico in Italia il fatto che tali cooperative prima costruiscono (nell'aberrante logica del più vieto capitalismo) e poi cercano affannosamente clienti da ribattezzare soci, salvo non disporre nemmeno delle urbanizzazioni e prolungare "sine die" la dipendenza, non solo psicologica, del pollo – elettore così acquisito. Si gioca, in buona sostanza, sui bisogni elementari delle famiglie, sempre più in affanno e ciò malgrado, verosimilmente vessate con l'ignobile proposizione delle cosidette "varianti" che sarebbero da corrispondersi, manco a dirlo, "in nero". Quante brutte storie abbiamo sentito in questi anni con l'unico argine di una Magistratura coraggiosa e capace ma lasciata desolatamente sola: la cosa sensazionale è che alcuni politici, povere mammolette, non sapevano del perverso meccanismo del "nero" imposto a soggetti contrattualmente deboli se non succubi ed ammaliati da dozzinali piastrelle rosa del bagno: avevano promesso di darsi una regolata e che avrebbero provveduto (ovviamente a ridosso delle elezioni) ma i metodi e, soprattutto, i risultati rimangono tuttora avvolti nel mistero.

Semplicemente favoloso ed emblematico il PIP (Piano per gl'insediamenti produttivi): nel desolante contesto di un' Industria che si batte per la propria stessa sopravvivenza e per il mantenimento dei posti di lavoro pur erosi dalla cassa integrazione peraltro agli sgoccioli, l'Amministrazione Comunale non ha trovato di meglio che pensare di progettare un piano per gl'investimenti produttivi che definire faraonico risulterebbe riduttivo. Pochi dati essenziali: unmilionetrecentomila metri cubi di nuovi capannoni ed infrastrutture (come dire centotrenta nuove industrie da 2000 mq.!), cento ettari di espropri con relative opere di urbanizzazione, ponti e strade da inventare (la zona PIP sarebbe a cavallo della Ferrovia Milano–Taranto), localizzazione in fondo a via Regina Margherita francamente incomprensibile (o forse no!).

Il PIP è stato presentato con dovizia di mezzi mediatici durante appositi incontri con la Cittadinanza, nel dichiarato intento di coinvolgere la Collettività nelle scelte strategiche di lungo periodo ; avendo puntualmente partecipato a tali incontri, devo dire che l'atmosfera m'è apparsa surreale : i Professori ai quali da circa un quarantennio è stato affidata la revisione del PRG (ora PUG) erano presenti a tali manifestazioni, assieme a Dirigenti ed Assessori comunali al ramo, come veri e propri convitati di pietra, mentre nessuna delle numerose interpellanze e richieste di chiarimenti poste dalla cosidetta "Società Civile" sono state seppur sommariamente evase, né da parte dei Politici né da parte dei Professori stessi. Incredibile! In sostanza si è trattato di un banale espediente da poter esibire come manifestazione di democrazia diretta mentre le decisioni erano già prese.

La domanda che settori sempre più estesi della Collettività si pongono non è tanto sulla concreta realizzazione di tale faraonica quanto assurda iniziativa che, essendo chiaramente destituita di qualsiasi valenza logica prima ancora che pratica, andrà semplicemente ad alimentare le montagne di carta che da decenni costituiscono l'unico risultato di " studi ed approfondimenti " lautamente pagati, quanto piuttosto il costo di tale fantasiosa "progettazione ": è vero che tale estemporanea ipotesi progettuale viene pagata indipendentemente dalla sua realizzazione?

In sintesi : è possibile che un progetto faraonico, frutto di pura fantasia e sprovvisto di qualsivoglia preliminare ricerca di mercato che ne dimostri l'esigenza, venga posto a carico del Cittadino? E' possibile conoscerne i costi ed i beneficiari? E' possibile sapere come tale idea abbia trovato esecuzione almeno per quanto riguarda la fase progettuale? Lo ha deciso la Giunta? E' stata avallata dal Consiglio Comunale ? Quali sono state le dichiarazioni dei Partiti, ammesso che l'argomento sia stato trattato?
Non credo che avremo puntuali risposte da parte dell' Amministrazione, magari più esaurienti di quelle poste per conoscere la natura, gl'importi, i beneficiari delle centinaia di provvidenze a favore di Associazioni civiche, politiche, sportive e quant'altro devolute nel corso degli ultimi mesi e tuttora disattese.

L'impressione che traggo da queste strane omissioni è quella di un ben collaudato sistema d'interessi, essenzialmente ruotante attorno al mattone, che vede coinvolte ben individuate realtà " di area ": professionisti, imprese, associazioni, tutti appassionatamente uniti nel mungere emolumenti quando non balzelli "in nero" come nell'arcinota prassi di fantomatiche cooperative che di sociale hanno ben poco. Il drammatico momento che stiamo vivendo c'impone riflessioni che, forse ai tempi delle " vacche grasse ", nemmeno ci ponevamo e che ci vedono tutti colpevoli, quantomeno "in vigilando".

Continua a stupirmi la brutta vicenda di Montaltino, dove l'Autorità Giudiziaria ha posto sotto sequestro un cantiere per la realizzazione di centottanta ville: prescindendo dal fatto che mi risulta davvero difficile immaginare duecento milionari a caccia di ville in un Borgo esclusivo (ma ciò attiene al business degli investitori), pare che l' Amministrazione si sia costituita in giudizio sostanzialmente contro i provvedimenti del Magistrato. Pensavo che fosse l' Investitore e poter tutelare, legittimamente, i propri interessi eventualmente lesi, mentre l' Amministrazione dovrebbe stare sempre dalla parte della Legge, evidentemente rappresentata dalla Procura e quindi, per definizione, nell'interesse dei Cittadini e non della solita impresa/organizzazione "di area".

Ho anche sentito che l'Amministrazione si sarebbe mossa nella logica di Punta Perotti, ove notoriamente la Collettività paga per errori commessi dal Comune di Bari in sede di rilascio di autorizzazioni e licenze che non dovevano esser rilasciate : perché allora, nell'ipotesi che il Comune abbia illegittimamente operato, dovrebbero essere i Cittadini a pagare le presumibili, ingenti spese legali? Se ha sbagliato qualche Funzionario o qualche Assessore, si difenda e paghi lui stesso le spese legali; se invece il Comune è stato indotto in errore da un'infedele documentazione, proceda contro i presumibili artefici di tale mistificazione ponendosi a fianco , non contro, la Magistratura: che cosa c'entra in tutto questo il Cittadino, e soprattutto, perché mai dovrebbe pagare per errori altrui?

Ettore Bergamaschi