Barletta, il teatro fa "Tana" con Dorian Gray
L'attore barlettano Micol porta in scena il capolavoro di Wilde. La grande letteratura diventa grande teatro
sabato 22 maggio 2010
Si è svolta ieri sera, presso la sala rossa del castello, la conferenza di Pino Micol, attore e regista di origini barlettano, che questo weekend porta in scena Il caso Dorian Gray, ispirato all'indiscusso capolavoro di Oscar Wilde. Dal 19 al 23 maggio sarà in scena lo spettacolo diretto da Giuseppe Manfridi per il teatro La Tana.
Organizzato dall'organizzazione Liberincipit, l'incontro ha preceduto la prima dello spettacolo, una libera rilettura del romanzo di Wilde, in cui i tre protagonisti principali sono protagonisti di un'inchiesta segnata dal mistero e da intricati enigmi. Il regista Manfridi cerca di esplorare l'animo del giovane Dorian, dall'eccentrico dandy Lord Herny e del pittore Basil, in un vortice di realtà e finzione in cui il palcoscenico diventa metafora del reale e marea di angoscie umane.
Tre personaggi e una sola storia che, per ragioni diverse, riguarda ciascuno di essi: Henry, Basil e Dorian. Sofisticato e fatuo come un vero dandy, il primo; morboso e solitario, il secondo; vanitoso e perfido il terzo, Dorian Gray, che nel romanzo di Wilde assurge a protagonista assoluto. In questa reinvenzione drammaturgica dell'opera, invece, il suo ruolo si equipara a quello degli altri due in uno smontaggio della trama narrativa ripensata nei termini di un'indagine processuale.
Sarà difficile distinguere la realtà dalla finzione scenica, in un turbine di follia che coinvolge gli attori quanto gli spettatori.
Organizzato dall'organizzazione Liberincipit, l'incontro ha preceduto la prima dello spettacolo, una libera rilettura del romanzo di Wilde, in cui i tre protagonisti principali sono protagonisti di un'inchiesta segnata dal mistero e da intricati enigmi. Il regista Manfridi cerca di esplorare l'animo del giovane Dorian, dall'eccentrico dandy Lord Herny e del pittore Basil, in un vortice di realtà e finzione in cui il palcoscenico diventa metafora del reale e marea di angoscie umane.
Tre personaggi e una sola storia che, per ragioni diverse, riguarda ciascuno di essi: Henry, Basil e Dorian. Sofisticato e fatuo come un vero dandy, il primo; morboso e solitario, il secondo; vanitoso e perfido il terzo, Dorian Gray, che nel romanzo di Wilde assurge a protagonista assoluto. In questa reinvenzione drammaturgica dell'opera, invece, il suo ruolo si equipara a quello degli altri due in uno smontaggio della trama narrativa ripensata nei termini di un'indagine processuale.
Sarà difficile distinguere la realtà dalla finzione scenica, in un turbine di follia che coinvolge gli attori quanto gli spettatori.