Barletta, il silenzioso culto del Venerdì Santo
La Passione e i fedeli in processione. Tutte le foto
sabato 3 aprile 2010
13.00
Tacciono le campane.
Torna il tradizionale rito del Venerdì Santo a Barletta, momento di raccoglimento e preghiera per tutti i fedeli della città. Come ogni anno le celebrazioni della Passione culminano nell'evocativa processione del pomeriggio (alle 13:30 l'uscita dalla Cattedrale), che snodandosi per le strade del centro giunge fra il silenzio e la partecipazione della cittadinanza a Piazza Plebiscito, dove si svolge la cerimonia della commemorazione.
Per la Chiesa cattolica, il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo, secondo giorno del Triduo Pasquale, che ha inizio con la liturgia vespertina o in coena domini del giovedì santo. Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata (è ammessa, oltre a questo, una piccola refezione). Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati che Gesù è venuto a espiare nella Passione, ed assume inoltre il significato mistico di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Mt 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento gioioso del suo ritorno e della liberazione dalla morte; questo evento si attua non solo nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua, ma anche nella continua venuta del Signore nel cuore dei fedeli che sono pronti ad accoglierlo e a morire con lui al peccato per risorgere ad una vita nuova, e infine nell'ultima venuta di Gesù nella gloria alla fine dei tempi.
Nel giorno della Passione non si celebra l'Eucaristia: infatti durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì santo si distribuisce l'eucaristia consacrata il giorno precedente, il Giovedì Santo (Celebrazione In Coena Domini), in cui si ricorda l'ultima cena del Signore con i discepoli e il tradimento di Giuda. La liturgia inizia nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e come si apre quella della veglia di pasqua nella notte del sabato santo, quasi a sottolineare come il triduo pasquale sia un'unica celebrazione per i Cristiani.
Il Venerdi Santo le campane, che tradizionalmente richiamano i fedeli alla celebrazione dell'Eucaristia, non suonano in segno di lutto. Esse suonano per l'ultima volta la sera del giovedì santo, e precisamente al canto del gloria della S. Messa, per poi tornare a suonare a festa durante la Veglia Pasquale, sempre al canto del gloria, come segno dell'annuncio dei Cristiani della resurrezione del Signore.
Perciò tacciono le campane a Barletta, mentre i fedeli in silenzio e preghiera si assiepano lungo i marciapiedi del centro, per vivere come una grande comunità di fratelli il raccoglimento interiore della Passione.
Torna il tradizionale rito del Venerdì Santo a Barletta, momento di raccoglimento e preghiera per tutti i fedeli della città. Come ogni anno le celebrazioni della Passione culminano nell'evocativa processione del pomeriggio (alle 13:30 l'uscita dalla Cattedrale), che snodandosi per le strade del centro giunge fra il silenzio e la partecipazione della cittadinanza a Piazza Plebiscito, dove si svolge la cerimonia della commemorazione.
Per la Chiesa cattolica, il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo, secondo giorno del Triduo Pasquale, che ha inizio con la liturgia vespertina o in coena domini del giovedì santo. Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata (è ammessa, oltre a questo, una piccola refezione). Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati che Gesù è venuto a espiare nella Passione, ed assume inoltre il significato mistico di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Mt 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento gioioso del suo ritorno e della liberazione dalla morte; questo evento si attua non solo nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua, ma anche nella continua venuta del Signore nel cuore dei fedeli che sono pronti ad accoglierlo e a morire con lui al peccato per risorgere ad una vita nuova, e infine nell'ultima venuta di Gesù nella gloria alla fine dei tempi.
Nel giorno della Passione non si celebra l'Eucaristia: infatti durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì santo si distribuisce l'eucaristia consacrata il giorno precedente, il Giovedì Santo (Celebrazione In Coena Domini), in cui si ricorda l'ultima cena del Signore con i discepoli e il tradimento di Giuda. La liturgia inizia nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e come si apre quella della veglia di pasqua nella notte del sabato santo, quasi a sottolineare come il triduo pasquale sia un'unica celebrazione per i Cristiani.
Il Venerdi Santo le campane, che tradizionalmente richiamano i fedeli alla celebrazione dell'Eucaristia, non suonano in segno di lutto. Esse suonano per l'ultima volta la sera del giovedì santo, e precisamente al canto del gloria della S. Messa, per poi tornare a suonare a festa durante la Veglia Pasquale, sempre al canto del gloria, come segno dell'annuncio dei Cristiani della resurrezione del Signore.
Perciò tacciono le campane a Barletta, mentre i fedeli in silenzio e preghiera si assiepano lungo i marciapiedi del centro, per vivere come una grande comunità di fratelli il raccoglimento interiore della Passione.