Barletta, i rom alla conquista della città
Vivono la strada tra l'indifferenza e il disprezzo della gente. Cala il buio, su una vita fatta di ombre
giovedì 15 luglio 2010
21.08
La sera si veste con il suo solito vestito brutto, tranne per quelle volte che decide di agghindarsi da gran signora con qualche luna o con qualche stella di troppo, con quell'immancabile velo grande abbastanza per coprire tutto ciò che non si può e non si vuole vedere, mentre sullo sfondo del mare, l'ultima motonave sta lasciando una Barletta che dà la buonasera, un'altra motonave se ne sta lì impalata e attende di entrare nel porto, sarà turca o siriana, chissà cosa trasporta, chissà come passa il tempo l'equipaggio a bordo, il sole anche quest'oggi ha timbrato il cartellino, corre e trova rifugio fin dietro il monte Gargano.
Su una panchina della litoranea di Ponente, una donna nasconde tra le mani il suo viso scalfito dalla stanchezza e dal caldo infernale di questi giorni, lì seduto in grembo c'è un viso di bambino, sembra essersi perso in un lungo sonno senza fine, di tanto in tanto apre gli occhi quasi a voler annunciare al mondo la sua presenza. L'attimo è sempre lo stesso, il posto no; ci spostiamo tra le panchine e le gradinate sparse qua e là nella villa antistante la stazione ferroviaria. Anche lì c'è una madre che nasconde tra le mani il suo viso tirato dalla stanchezza e dal caldo, anche lei ha in grembo un bimbo perso in un lungo sonno senza fine.
Cosa c'è dietro quella puzza di vita che si portano dietro? Cosa c'è oltre quell'età nascosta a malapena da un sorriso beffardo, che sembra voler fregare il mondo intero? Il solito caldo estivo, il solito sole che mette a dura prova chiunque, le solite strade e le solite immagini che ci appaiono quasi sbiadite, specie se poi ti accorgi che hanno connotati e forme, ma poco conta, tra il nostro correre avanti e dietro tra i doveri quotidiani saranno solo ombre da calpestare.
Il rovescio della medaglia lo puoi scoprire all'ombra che si perde nei vicoli nascosti e che sfugge alla luce del sole, tra le strade di periferia, o semplicemente tra le strade e basta, lì dove non immagineresti mai di andare a vedere, lì dove non vuoi andare a vedere.
Questa situazione poi, vuoi o non vuoi te la ritrovi dinanzi ai tuoi occhi, quando cammini per strada, quando fermo dinanzi al semaforo aspetti che quella maledetta luce di colore rosso lasci il posto al verde, oppure quando seduto al tavolino di un bar ti godi il tuo relax dinanzi ad una tazzina di caffè,poi però alla loro vista dimentichi i fondamentali principi di quel tuo essere persona per bene e inizi ad imprecare tra pensieri assurdi e bestemmie. Accade così che l'unico residuo di umanità che ti resta, lo si deve alla vista di quei poveri bambini che suscitano compassione, o alla vista di quei ragazzini che anziché vivere la loro età, sono costretti a vagare ore per coprire ogni singolo metro quadro della città, in cerca di centesimi da mettere in tasca.
Su una panchina della litoranea di Ponente, una donna nasconde tra le mani il suo viso scalfito dalla stanchezza e dal caldo infernale di questi giorni, lì seduto in grembo c'è un viso di bambino, sembra essersi perso in un lungo sonno senza fine, di tanto in tanto apre gli occhi quasi a voler annunciare al mondo la sua presenza. L'attimo è sempre lo stesso, il posto no; ci spostiamo tra le panchine e le gradinate sparse qua e là nella villa antistante la stazione ferroviaria. Anche lì c'è una madre che nasconde tra le mani il suo viso tirato dalla stanchezza e dal caldo, anche lei ha in grembo un bimbo perso in un lungo sonno senza fine.
Cosa c'è dietro quella puzza di vita che si portano dietro? Cosa c'è oltre quell'età nascosta a malapena da un sorriso beffardo, che sembra voler fregare il mondo intero? Il solito caldo estivo, il solito sole che mette a dura prova chiunque, le solite strade e le solite immagini che ci appaiono quasi sbiadite, specie se poi ti accorgi che hanno connotati e forme, ma poco conta, tra il nostro correre avanti e dietro tra i doveri quotidiani saranno solo ombre da calpestare.
Il rovescio della medaglia lo puoi scoprire all'ombra che si perde nei vicoli nascosti e che sfugge alla luce del sole, tra le strade di periferia, o semplicemente tra le strade e basta, lì dove non immagineresti mai di andare a vedere, lì dove non vuoi andare a vedere.
Questa situazione poi, vuoi o non vuoi te la ritrovi dinanzi ai tuoi occhi, quando cammini per strada, quando fermo dinanzi al semaforo aspetti che quella maledetta luce di colore rosso lasci il posto al verde, oppure quando seduto al tavolino di un bar ti godi il tuo relax dinanzi ad una tazzina di caffè,poi però alla loro vista dimentichi i fondamentali principi di quel tuo essere persona per bene e inizi ad imprecare tra pensieri assurdi e bestemmie. Accade così che l'unico residuo di umanità che ti resta, lo si deve alla vista di quei poveri bambini che suscitano compassione, o alla vista di quei ragazzini che anziché vivere la loro età, sono costretti a vagare ore per coprire ogni singolo metro quadro della città, in cerca di centesimi da mettere in tasca.