Barletta, fascino e storia della chiesa greca di S. Maria degli Angeli
Visite guidate a cura dell’Archeoclub. Musica, divertimento e cultura nella Notte Bianca 2010
domenica 19 settembre 2010
Non solo musica e divertimento in questa edizione 2010 della Notte Bianca qui a Barletta.
Tante le iniziative per far conoscere ai barlettani la loro città nel corso di quest' anno, iniziando dalla prima edizione di "Città Aperte", passando poi all'iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con gli enti e associazioni di aprire ogni sabato (tranne il primo del mese ndr) i vari luoghi storici della città; insomma i cittadini hanno la possibilità di visitare luoghi storici e monumenti, finora preclusi alle visite.
Tra questi uno dei luoghi di maggiore interesse: la chiesa greca di Santa Maria degli Angeli. A Barletta, la presenza di una chiesa di culto greco-ortodosso si deve molto probabilmente all'arrivo di una colonia greca inviata da Basilio I il Macedone, con il fine di incrementare la presenza della stessa popolazione greca in Puglia. L'obiettivo fu raggiunto: verso la fine del XVI secolo, la colonia greca raggiunse un livello di prestigio e ricchezza tali, da poter erigere le chiese di S.Giorgio (situata in Via S.Giorgio dove ad oggi vi è la bottega di un falegname) e la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
La chiesa, edificata a spese di Angelillo de Bertheraymo, dal 1398 era dotata anche di un ospedale per i poveri. Ceduta nei primi anni del 1600 (così come testimoniato da alcuni testamenti conservati negli archivi) all'ordine greco-ortodosso, fu abbandonata dopo la peste del 1656, che colpì anche la colonia greca. Dal 1660, la chiesa fu dedicata al culto cattolico romano. Nel 1722, suor Paola della Croce, del Monastero di Sant'Orsola di Napoli, vi fondò un convento per l'ordine delle« gesuitelle», ordine successivamente soppresso durante il Regno di Napoli nel 1767, dopodiché la chiesa passa sotto la giurisdizione di S. Maria Maggiore.
La chiesa tornò al culto greco-ortodosso nel 1789, quando la colonia greca ripopolò Barletta, ricominciando ad esercitare il commercio e riottenendo di praticare il culto nella stessa chiesa a loro intitolata. Fino a quel momento infatti, la mancanza di un luogo di preghiera costringeva i fedeli greci a celebrare funzioni religiose come i matrimoni, in casa.
Il culto greco- ortodosso fu ripristinato fino al 1842, anno in cui il governo borbonico si impossessò della chiesa, costringendo la colonia greca a riunirsi presso una cappella privata. Il culto cessò definitivamente attorno al 1907 sia per la graduale estinzione della colonia stessa, sia per il lento e inesorabile decadimento dell'edificio.
Tante le iniziative per far conoscere ai barlettani la loro città nel corso di quest' anno, iniziando dalla prima edizione di "Città Aperte", passando poi all'iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con gli enti e associazioni di aprire ogni sabato (tranne il primo del mese ndr) i vari luoghi storici della città; insomma i cittadini hanno la possibilità di visitare luoghi storici e monumenti, finora preclusi alle visite.
Tra questi uno dei luoghi di maggiore interesse: la chiesa greca di Santa Maria degli Angeli. A Barletta, la presenza di una chiesa di culto greco-ortodosso si deve molto probabilmente all'arrivo di una colonia greca inviata da Basilio I il Macedone, con il fine di incrementare la presenza della stessa popolazione greca in Puglia. L'obiettivo fu raggiunto: verso la fine del XVI secolo, la colonia greca raggiunse un livello di prestigio e ricchezza tali, da poter erigere le chiese di S.Giorgio (situata in Via S.Giorgio dove ad oggi vi è la bottega di un falegname) e la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
La chiesa, edificata a spese di Angelillo de Bertheraymo, dal 1398 era dotata anche di un ospedale per i poveri. Ceduta nei primi anni del 1600 (così come testimoniato da alcuni testamenti conservati negli archivi) all'ordine greco-ortodosso, fu abbandonata dopo la peste del 1656, che colpì anche la colonia greca. Dal 1660, la chiesa fu dedicata al culto cattolico romano. Nel 1722, suor Paola della Croce, del Monastero di Sant'Orsola di Napoli, vi fondò un convento per l'ordine delle« gesuitelle», ordine successivamente soppresso durante il Regno di Napoli nel 1767, dopodiché la chiesa passa sotto la giurisdizione di S. Maria Maggiore.
La chiesa tornò al culto greco-ortodosso nel 1789, quando la colonia greca ripopolò Barletta, ricominciando ad esercitare il commercio e riottenendo di praticare il culto nella stessa chiesa a loro intitolata. Fino a quel momento infatti, la mancanza di un luogo di preghiera costringeva i fedeli greci a celebrare funzioni religiose come i matrimoni, in casa.
Il culto greco- ortodosso fu ripristinato fino al 1842, anno in cui il governo borbonico si impossessò della chiesa, costringendo la colonia greca a riunirsi presso una cappella privata. Il culto cessò definitivamente attorno al 1907 sia per la graduale estinzione della colonia stessa, sia per il lento e inesorabile decadimento dell'edificio.