«Barletta e la Francia devono ricordare anche Nino Frank»
Nato a Barletta, moriva 22 anni fa a Parigi. Non solo De Nittis. Ritratto di un intellettuale dimenticato
giovedì 21 ottobre 2010
Morire d'agosto non sempre fa notizia, specie nel campo della cultura. Accadde così con De Nittis il 24 agosto 1884, ed è successo ancora un secolo dopo nel 1988, con quell'altro grande barlettano dal nome anch'esso straniero che fu Nino Frank. Un intellettuale dai mille interessi: traduttore, scrittore, giornalista, conduttore radiofonico e critico cinematografico italiano e tanto altro ancora. Nella sua lunga carriera che lo ha visto diventare uno dei più grandi traduttori in lingua francese della letteratura italiana ha ricevuto nel 1987 il Grand Prix nazionale di traduzione. Tutti o quasi lo ebbero per felice traduttore: Pavese, Brancati, Zavattini, Fenoglio, Sciascia, Calvino, Savinio, Malaparte, etc.
Nino Frank, d'origine svizzera-tedesca e di lingua materna italiana, nato nel 1904 a Barletta, è morto a Parigi nel 1988. Vide la luce qui perché suo padre, cittadino impiegato a Beziéres presso una ditta che importava in Francia vini pugliesi destinati a "tagliare" i vini del Bordolese, era stato inviato, nei primi anni del '900, a dirigere la succursale barlettana della ditta transalpina.
Chi era dunque Nino Frank, il più barlettano dei parigini, il De Nittis del Novecento letterario fra le due guerre? Frank meriterebbe una riscoperta culturale ben più profonda, da importare anche nell'operazione Parigi 2010 concepita dal Comune di Barletta, a dimostrare verso la Francia di oggi l'eredità culturale ed il tributo versato da Barletta alla capitale della cultura europea.
E non sembri esagerato, perché Nino Frank, una volta trasferitosi a Parigi nel 1923 diventò amico e collaboratore del grande scrittore James Joyce, fondò con Bontempelli la rivista "900" della quale era inviato dalla capitale francese.
La sua conoscenza dei pittori e scultori, dei poeti, scrittori e giornalisti, non soltanto francesi, che affollavano i bistrot parigini, gli permise di scrivere su di essi saggi interessanti e originali, rievocazioni di fatti ed episodi di vita vissuta.
Tutta una fioritura ricchissima e variegata di ricordi e aneddoti riguardanti una vasta galleria di personaggi e figure affascinanti come James Joyce, Isaak Babel, F. Scott Fitzgerald, fino ai nostri Pirandello, Bontempelli, Italo Svevo, Bruno Barilli, De Chirico, Montale, e tanti altri.
Inoltre è conosciuto per essere stato il primo critico cinematografico ad utilizzare l'espressione "film noir" per individuare il genere poliziesco nato negli Stati Uniti negli anni 40.
Eppure non ha mai dimenticato la sua città natia, Barletta, rievocata addirittura in un bel capitolo del libro «Le bruit parmi le vent», in cui alterna una scanzonata levità con improvvisi abbandoni alla commozione ed agli impeti di una viva e sincera nostalgia.
Un figura importante, quella del letterato italo-francese Nino Frank, che la città di Barletta deve riscoprire per imboccare strade inusitate e affascinanti nella grande cultura d'Europa.
Nino Vinella, giornalista
Nino Frank, d'origine svizzera-tedesca e di lingua materna italiana, nato nel 1904 a Barletta, è morto a Parigi nel 1988. Vide la luce qui perché suo padre, cittadino impiegato a Beziéres presso una ditta che importava in Francia vini pugliesi destinati a "tagliare" i vini del Bordolese, era stato inviato, nei primi anni del '900, a dirigere la succursale barlettana della ditta transalpina.
Chi era dunque Nino Frank, il più barlettano dei parigini, il De Nittis del Novecento letterario fra le due guerre? Frank meriterebbe una riscoperta culturale ben più profonda, da importare anche nell'operazione Parigi 2010 concepita dal Comune di Barletta, a dimostrare verso la Francia di oggi l'eredità culturale ed il tributo versato da Barletta alla capitale della cultura europea.
E non sembri esagerato, perché Nino Frank, una volta trasferitosi a Parigi nel 1923 diventò amico e collaboratore del grande scrittore James Joyce, fondò con Bontempelli la rivista "900" della quale era inviato dalla capitale francese.
La sua conoscenza dei pittori e scultori, dei poeti, scrittori e giornalisti, non soltanto francesi, che affollavano i bistrot parigini, gli permise di scrivere su di essi saggi interessanti e originali, rievocazioni di fatti ed episodi di vita vissuta.
Tutta una fioritura ricchissima e variegata di ricordi e aneddoti riguardanti una vasta galleria di personaggi e figure affascinanti come James Joyce, Isaak Babel, F. Scott Fitzgerald, fino ai nostri Pirandello, Bontempelli, Italo Svevo, Bruno Barilli, De Chirico, Montale, e tanti altri.
Inoltre è conosciuto per essere stato il primo critico cinematografico ad utilizzare l'espressione "film noir" per individuare il genere poliziesco nato negli Stati Uniti negli anni 40.
Eppure non ha mai dimenticato la sua città natia, Barletta, rievocata addirittura in un bel capitolo del libro «Le bruit parmi le vent», in cui alterna una scanzonata levità con improvvisi abbandoni alla commozione ed agli impeti di una viva e sincera nostalgia.
Un figura importante, quella del letterato italo-francese Nino Frank, che la città di Barletta deve riscoprire per imboccare strade inusitate e affascinanti nella grande cultura d'Europa.
Nino Vinella, giornalista