Barletta è il capoluogo più economico per la ristorazione scolastica

Nel dossier “Servizi in…Comune. Tariffe e qualità di nidi e mense” un sud virtuoso sui costi ma con poca disponibilità di posti

venerdì 27 ottobre 2017
A cura di Rossella Vitrani
Secondo quanto riportato dal dossier "Servizi in…Comune.Tariffe e qualità di nidi e mense", una famiglia media italiana, con un bimbo al nido e uno alla scuola materna o primaria, spende al mese 380€, precisamente 301€ per la retta dell'asilo e 80€ circa per la mensa. Si tratterebbe di tariffe che sono rimaste stabili negli ultimi tre anni anche se molte sono le differenze fra regioni e capoluoghi.

Secondo quanto emerso circa gli asili nidi, si passa dai 515€ mensili di Lecco, ai 128 di Livorno, ai 100€ di Catanzaro e Agrigento ai 38€ di Barletta. Sembra perciò che il nostro comune possa vantare di essere piuttosto virtuoso sui costi un po' come tutto il sud in generale - secondo quanto emerso dall'indagine - ma non può vantare altrettanto primato circa la disponibilità di posti. Qui infatti, la copertura sulla potenziale utenza è solo del 7,6%, rispetto alla media nazionale del 20%.

Circa il giudizio espresso sull'utilità e la qualità delle mense, emergono giudizi decisamente contrastanti da parte dei piccoli utenti.La convivialità piace ai più piccoli ma questi ultimi desiderano una maggiore varietà di pietanze proposte, il tutto servito in ambienti allegri dove si dia maggior tempo al momento del pasto.

È di 301€ la tariffa media mensile nel 2017/18 (erano 309€ nel 2014/15). per una famiglia tipo (3 persone con un minore al di sotto dei 3 anni e un ISEE di 19.900€). Svetta il Molise come regione più economica d'Italia (167€, -28,2% su 2014/15), al contrario del Trentino Alto Adige, il più costoso (472€, +9,4%). Spicca l'aumento del 10% registrato in Basilicata.

Nel primato positivo, quanto a costi, delle regioni del Sud, va però tenuto conto che solo nel 3% la retta comprende tutto (oltre ai pasti anche pannolini e altre spese), mentre tale percentuale sale al 25% negli asili del Centro e al 40% in quelli del Nord. E soprattutto, la copertura media della potenziale utenza 0-2 anni è solo del 7,6% al Sud, con il limite negativo di Calabria e Molise che coprono rispettivamente fino al 4,1% e al 5%. La copertura arriva invece al 23% al Nord e al 26,5% al Centro. Conseguentemente vi è stato perciò l'aumento delle liste d'attesa, nonostante il numero di domande si sia ridotto del 13,1%, specie nel Centro Italia. Molte mamme insomma rinunciano al proprio lavoro: una su cinque ha chiesto le dimissioni (secondo quanto riportato dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro).